1. Volando tra le strade

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È così che mi piace passare i pomeriggi estivi: sul mio skateboard, mentre faccio slalom nelle strade della mia città, Seoul, con gli EXO che rimbombano nelle orecchie a massimo volume, e non a posare per quei stupidi servizi fotografici.

Voglio dire, non fraintendetemi, è divertente farsi fotografare, ma dopo 3 ore che stai in piedi a continuare a far volare i tuoi capelli da una parte all'altra, e cambiare espressione da sorridente, a sexy, a bambinesca, è (fidatevi di me), abbastanza stancante.

Per questo oggi, nel mio giorno libero, faccio quello che mi piace di più e la cosa che mi rende ancor più felice e tranquilla, è che oggi c'è pochissima gente in giro per Seoul.

Non perdo nemmeno un secondo a chiedermi il perché di questa poca affluenza e mi godo i marciapiedi praticamente vuoti, con un sorriso stampato sul viso.

Quelle poche persone che si sono arrischiate ad uscire di casa con questo caldo, iniziano a fissarmi appena mi vedono e non distolgono lo sguardo finché non li ho sorpassati.

La mia migliore amica, mi diceva sempre che la gente faceva così, perché ero di una bellezza rara, mentre io mi sono sempre vista come una ragazza banale: una semplicissima bionda, con gli occhi azzurri e la pelle giusto un po' abbronzata. Lei, mi rispondeva sempre allo stesso modo: "È ciò che hai negli occhi, quello che attira, non gli occhi solamente."

Non ho mai capito questa sua espressione e non sono arrivata a capirla nemmeno prima lei che se ne andasse.

Comunque, ignorando tutti quegli sguardi, che mi perforano ad ogni passo, vado avanti per la mia strada, fino a che non arrivo in un quartiere, di solito abbastanza popolato e frequentato, dove però, non c'è anima viva, se non qualche gatto randagio vagante.

Nella mia playlist personale, è appena arrivato il turno di Black Pearl, degli EXO, quando mi sento letteralmente sollevare da terra, o meglio, dallo skateboard, ma non riesco a vedere cosa (o chi) l'abbia fatto, fino a che non mi ritrovo per terra a faccia al cielo.

Quando le mie braccia decidono di obbedire al cervello e mi tolgono le cuffiette dalle orecchie, vedo due ragazzi davanti a me.

Sono entrambi bassi, molto più bassi di me, ma tozzi e muscolosi; uno, ha in mano il mio amato skateboard e un sorriso beffardo sul viso, caratterizzato da una barba nera e incolta, l'altro mi guarda dall'alto, anche lui sorridendo e mi prende malamente un braccio per farmi alzare.

"Dove potrà mai andare un ragazza del genere, da sola, quando in giro non c'è nessuno? Non è sicuro tesoro." dice il sequestratore di skateboard, "So badare benissimo a me stessa, grazie per la considerazione." rispondo in modo furioso, con un'espressione che lo guardavano in cagnesco, ma solo per nascondere l'ansia.

"Dobbiamo farti abbassare le arie, eh tesorino? Devi portare rispetto a quelli più anziani di te." dice il secondo, con la mano ancora stretta saldamente attorno al mio braccio, mentre con la mano libera mi tocca il viso; senza esitazioni, gli mordo il dito, così forte che inizia a sanguinare.

La sua espressione beffarda, si raggela, fino a diventare una maschera di rabbia e odio, ovviamente rivolto tutto alla sottoscritta.

Tutto quello che accade da qui in poi, è irreale: ancora con la mano sanguinante per il mio morso, tenta di tirarmi un pugno in pieno viso, solo che, quando la sua mano arriva a pochi centimetri dalla mia guancia e io chiudo gli occhi, non sento arrivare niente.

Niente dolore, sangue o fitte dolorose, attaccano la mia faccia.

Lentamente apro gli occhi, ancora in ansia che mi abbiano giocato uno scherzo e che adesso arrivi davvero il pugno e mi accorgo di non sapere se sto vivendo un sogno o se è realtà.

Tutto ciò che vedo, appare sfumato e troppo, troppo luminoso.

Dopo qualche secondo, ritorno a vedere come una normale umana e distinguo le due figure che mi hanno aggredito, allontanarsi in fretta correndo, inseguite da altre due figure indistinte.

In quel momento sento una voce e un tocco sulla spalla, che mi invitano a voltarmi; tutto accade a rallentatore, io che mi volto e 10 visi preoccupati, ma sorridenti, che mi chiedono come sto.

Solo dopo aver sbattuto le palpebre (almeno) un centinaio di volte, mi accorgo di avere davanti proprio loro, i miei amati EXO, o almeno una parte.

Quella magica SeoulWhere stories live. Discover now