20. Brutte notizie

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Ce ne stiamo a letto abbracciati, ripensando agli ultimi istanti che abbiamo appena passato. Fosse per noi, resteremmo qui per tutto il giorno, ma verso le 10.30 sentiamo la porta dell'appartamento aprirsi con un tonfo e gli schiamazzi degli altri membri invadere il soggiorno.
Mi porto una mano sulla faccia, cercando di cancellare (in qualche modo) i segni di stanchezza che mi coprono il volto e di mettermi a posto i capelli, spettinati e intrattabili, a causa del... movimento (?), sì insomma, avete capito, ma alla fine rinuncio e li raccolgo in uno chignon.
Chanyeol si alza per mettersi i boxer e i pantaloni, e ci riesce appena in tempo, perché proprio nel momento in cui lui finisce, i ragazzi entrano in camera, "Oh, MALEDIZIONE!" urlo io, tirandomi le coperte fino al mento, "NON SONO IN UNO STATO PER RICEVERE VISITE!" continuo con la voce che si alza gradualmente di tono (per l'imbarazzo, ovvio).
Vedo i visi di almeno la metà degli altri, diventare così rossi, che non riuscirei a distinguerli da dei pomodori.
Mi alzo, tenendomi stretto il lenzuolo addosso per coprirmi, afferro la cosa più vicina a me (in questo caso, uno dei miei tronchetti col tacco) e inizio a minacciarli di ucciderli, se non escono immediatamente. La maggior parte di loro, se ne va urlando di paura e agitando le mani, quasi avessero visto un fantasma, gli unici che mi rimangono davanti sono Sehun e Kai (sai che novità...).
"Ti abbiamo già vista mezza nuda in altre occasioni, Jenni" dicono ridendo e mi fanno arrabbiare ancora di più, così inizio a picchiarli con la scarpa, finché non si arrendono ed escono pure loro.
Vedo che Chanyeol se la sta ridendo tranquillamente, "I tuoi migliori amici vogliono stare qui a vedermi nuda, e tu ridi sotto i baffi?" gli dico, fingendomi furiosa, ma alla fine scoppio a ridere, "Almeno capiscono cosa si perdono!" risponde lui, con un sorriso da ebete, che gli aleggia sulle labbra, "Lo prenderò come un complimento" ribatto con una finta faccia che disapprova, poi raccolgo i miei vestiti da terra e li butto sul letto.
Mi avvicino al cassettone, mi prendo della biancheria pulita e inizio a vestirmi, mentre Channy non mi toglie gli occhi di dosso, "Che c'è? Fai il guardone anche tu adesso?" chiedo, fingendo un tono acido, lui si avvicina, muovendosi in modo sensuale e silenzioso, avvicina la sua bocca al mio orecchio e dice "Oh, Mrs Mathers... io non ne ho bisogno" e ritorna al suo posto.
Quando ho finito, sono esattamente com'ero 2 ore fa, tranne che per i capelli raccolti. Esco dalla camera, mentre lui cerca qualcosa di meglio da mettere, di un paio di pantaloni della tuta e mi dirigo subito in cucina.
Ignoro gli urletti e i commentini che i ragazzi mi lanciano dal divano, e inizio a prepararmi il caffè. Poco dopo, mi raggiunge il mio Cavaliere, anche lui vittima degli sguardi languidi dei suoi compagni e si versa un po' di thè caldo nella sua tazza.
Raggiungo gli altri e mi rannicchio sulla poltrona vicino a loro e mi metto ad ascoltare i loro discorsi (adesso, stanno parlando di un certo programma tv che non conosco), quando squilla il mio telefono, che è il modalità rumorosa e quindi "Growl" invade la stanza.
Senza nemmeno alzare gli occhi, rispondo e sento che è Harry, "Harry, ciao" lo saluto allegra, ma sento che lui è teso, "Jenni, sappi che non è stata una mia idea...", scatto a sedere sulla poltrona, lasciando cadere a terra qualche goccia di caffè, "Harry, che diavolo è successo? Tu stai bene?", "Ma sì che sto bene, non mi è successo niente, solo che non ti piacerà. Per niente. Senti, te ne parlerò quando tornerai a Seoul. Tu devi sfilare ancora domani, venerdì e sabato, giusto?", "Sì" rispondo io, perplessa e confusa, "Ok, devi saltare la cerimonia di chiusura della Settimana della Moda che si terrà domenica sera e tornare qui, appena ti lasciano andare sabato, d'accordo?" mi dice, "Ok, ok, ho capito... sarò all'aeroporto di Seoul per domenica sera tardi allora", "Perfetto, sistemo io le cose con Martin e Todovay e i biglietti di ritorno per tutti..." esclama lui, "...ci vediamo a Seoul gioia" e riaggancia, senza aspettare la mia replica, così metto giù anche io.
Mi accorgo di fissare il vuoto, solo quando Lay mi passa la mano davanti alla faccia e mi sembra di risvegliarmi una specie di trance, "Che è successo?" chiede lui, "Non so, ma non mi piacerà..." rispondo assente, "C'entra tuo padre?" continua Chen, esprimendo la domanda repressa che tutti volevano farmi e a cui io stessa stavo riflettendo, "Non lo so, ma giuro che se è coinvolto, lo uccido davvero" ribatto, con un tono senza espressione, completamente piatto, con gli occhi persi da qualche parte; gli altri annuiscono, ma ritornano ben presto ai loro discorsi. Meglio così, non voglio che si facciano paranoie a causa mia o del mio lavoro.
"Andiamo a fare colazione?" propongo, interrompendo tutti dai loro discorsi, "Oh sì! Io ho fame!" esclama Tao, così si uniscono anche gli altri, che si alzano e si dirigono alla porta, prendo le chiavi dell'appartamento e, quando siamo tutti fuori, chiudo a chiave la porta.
Sono ormai le 11.15 e la sala ristorante, è ormai apparecchiata per il pranzo; siamo indecisi se pranzare, o uscire al bar di fronte per fare colazione, ma visto che Tao e Luhan, hanno voglia di cappuccino e brioché, optiamo per la seconda opzione.
Il bar è praticamente deserto e veniamo serviti subito, perciò iniziamo a mangiare e ci rilassiamo un attimo, visto i momenti di tensione che sono nati dopo la mia telefonata con il mio manager.
Restiamo seduti al nostro tavolino, per quella che sembra un'eternità, prima di deciderci ad alzarci, ma dobbiamo ancora pianificare cosa fare oggi: siamo molto meno stanchi di quello che ci saremmo aspettati (considerato l'andamento del giorno precedente), quindi decidiamo di dedicare questa giornata allo shopping. Fortunatamente abbiamo tutti, il portafoglio con noi, quindi non dobbiamo ritornare in Hotel.
Iniziamo a girare per le vie parigine piene di boutique, ogni volta che qualcuno vede qualcosa di interessante in vetrina, ci fiondiamo tutti dentro, a vedere.
Continuo ad avvistare vestiti e abitini bellissimi ovunque, perciò costringo ogni volta i ragazzi, a farmi da giudici: abbiamo visitato solo 3 negozi fino ad ora, ed ho già le mani piene di borse.
Lentamente, il tempo passa e i soldi a disposizione diminuiscono; quando ci arrendiamo e torniamo in albergo, sono le 16.00 passate, come se non bastasse, il sole ha deciso di uscire proprio mentre eravamo in giro, quindi adesso sono in un bagno di sudore.
Appena varco la soglia della nostra suite, lancio le borse con gli acquisti sul divano, corro in bagno, senza nemmeno aspettare Chanyeol, mi spoglio e mi butto sotto l'acqua fresca.
Sto dannatamente bene qui sotto, "Quasi quasi, mi trasferisco in questa doccia" penso, mugolando di piacere, per la freschezza che sento sulla mia pelle.
Purtroppo lo spasso finisce, quando il mio compagno inizia a bussare rumorosamente alla porta, ordinandomi di uscire e di lasciare un po' d'acqua anche a lui, così afferro un asciugamano alla cieca e mi dirigo, ancora gocciolante, nella camera da letto.
Inizio a tamponarmi distrattamente i capelli, con un telo più piccolo: che diavolo sarà successo, per far preoccupare Harry così? Certo, ha detto che non è nulla di grave, ma che non apprezzerò... che c'entri davvero mio padre, come ha ipotizzato Chen?
Ah, accidenti! Ho mille pensieri per la testa, come se me ne servissero in più, maledizione.
Sto talmente tanto tempo a rimuginare, che ho creato una pozzanghera d'acqua sulla moquette, perciò mi alzo e mi rivesto: indosso uno dei completini intimi che ho comprato prima (un tripudio di pizzi e trasparenze), e una camicia da notte in raso lucente.
Non abbiamo programmato niente per la serata, quindi nel frattempo mi metto comoda; se qualcuno tirasse fuori l'idea di andare per locali, mi vestirò meglio.
Sento Chanyeol che canticchia sotto la doccia e mi scappa un sorriso, di quelli che solo lui riesce a farmi fare, ma questa breve sensazione di pace svanisce subito quando mi ritorna in mente la telefonata con Harry.
Ad un certo punto mi viene un'idea, per cui prendo il mio cellulare e chiamo Christian, "Lui saprà sicuramente qualcosa" penso.
Mentre compongo il numero, mi tremano un po' le dita, ma decido di dare la colpa al caffè, dopodiché esco e mi dirigo in cucina. Ho voglia di un bel bicchiere, di qualcosa di forte, quindi mentre ascolto il tut-tut del telefono e la voce registrata della donna, che mi dice che è occupato, frugo negli armadietti, in cerca di qualche bibita; poi individuo il frigo-bar in soggiorno (che diavolo ci fa in soggiorno?!) e scopro che è pieno di roba: bottiglie di whisky, vodka, coca cola, aranciata, rum e chi più ne ha, più ne metta.
Ne prendo immediatamente una di vodka liscia e me ne verso un bicchiere, mentre il mio orecchio è ancora attaccato al telefono, in attesa che la voce di Christian spezzi quel maledetto tut-tut.
Sono ormai le 19.00 e ho paura che non senta la chiamata.
Quando mi risponde, quasi non ci credo e penso di essermelo immaginato, perciò deve ripetere "Pronto?" tipo 3 volte, prima che mi decida a parlare: "Christian! Sono Jenni!", "Oh, Jenni, ciao! Come va nel paese degli innamorati eh?" chiede, gentile e scherzoso come sempre, "Ah, sì sì, bene..." rispondo distratta, "Senti, mi ha chiamato Harry e mi ha detto che è successo qualcosa, ma non so cosa. Per caso tu hai qualche informazione da darmi a riguardo?".
Dall'altro capo del telefono, c'è solo il silenzio, passano 2 minuti buoni, prima che lui parli "Ehm, Jenni...", ma devo interromperlo, perché c'è qualcuno che bussa alla mia porta, "Ragazzi, entrate!" urlo, per non alzarmi e loro entrano, schiamazzando, ma si zittiscono subito vedendo che sono al telefono, ma soprattutto vedendo la mia espressione corrucciata.
Luhan mima con le labbra "Che è successo?", ma mi limito a guardarlo e scuotere la testa. Si siedono di fianco a me, sul divano e sulle poltroncine, in attesa che la mia telefonata finisca, per sotterrarmi di domande.
"Christian, maledizione. Rispondimi." inizio ad arrabbiarmi, perché tutti mi tengono le cose nascoste? Pensano che non so reggere le brutte notizie? Oddio santo!
"Che ti ha detto Harry?" cerca di prendere tempo, "Che devo saltare la Cerimonia di chiusura della Settimana della Moda, domenica sera e ritornare a Seoul, appena finisce la mia sfilata sabato. È successo qualcosa che non mi piacerà per niente, ma vuole dirmelo solo quando torno a casa. Che diavolo...è successo?" spiego, ma pure lui ragiona come Harry, "Ok, se ti ha detto che te lo dirà a Seoul, te lo dirà a Seoul. E lo farà lui, non io. Mi dispiace JenJen..." e riattacca, chiudendo la conversazione.
"Cazzo!" dico a denti stretti e afflosciandomi sullo schienale del divano, "Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!" e mi alzo in piedi, tirando pugni ai muri e ai mobili, a ritmo con le mie imprecazioni.
Mi risiedo, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e mettendomi le mani nei capelli, ancora umidi dalla doccia.
Lacrime silenziose mi rigano le guance, ma non riesco a fermarle, nonostante ci provi con tutte le mie forze e la mia volontà, "Sta andando tutto a rotoli..." penso, "...e non ne so nemmeno il motivo".

Quella magica SeoulWhere stories live. Discover now