2. La mia storia

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Non so cosa diavolo sta succedendo, se sono sveglia o sono ancora sotto le coperte del mio letto; mi è capitato ancora di sognare cantanti o attori, ma questa situazione è troppo irreale, per credere che sia vera. Scollo impercettibilmente la testa, così da scacciare tutti i pensieri, chiudo gli occhi e li riparo, ma loro sono ancora lì, che mi osservano curiosi. Poi capisco, le due figure indistinte che inseguivano i miei assalitori, probabilmente erano due di loro e sul mio viso appare un'espressione confusa a dir poco comica, cosa di cui si accorgono anche loro, perché scoppiano in una risata sincera e Suho inizia a spiegarmi: "Chanyeol e Kris hanno insistito per inseguire quei delinquenti e dare loro una lezione. Sai, a loro non piace che una ragazza venga trattata così, non è da brave persone." Sorrido, mentre il mio viso diventa un fuoco, ma gli sono grata che non mi facciano troppe domande, mentre aspettiamo gli altri due, altrimenti rischierei di pietrificarmi del tutto. Nonostante questo, riesco a dire loro il Grazie più sentito che il mio cervello in fumo mi permette di dire e mi faccio trascinare su una panchina lì vicino, per attendere Chanyeol e Kris, insieme a loro. È solo quando parte Wolf dal mio telefono, che mi accorgo quanto è alta la musica e quanto si possa sentire bene, anche se ci sono le cuffiette ancora attaccate. Vorrei solo sprofondare sotto terra in questo momento, ma tutto quello che fanno, è guardarmi, sorridere e iniziare a ballare la coreografia; ed è così che mi ritrovo in mezzo ad un parco deserto, a ballare Wolf, insieme a quelli che ormai considero i miei eroi. Quando vediamo Kris e Chanyeol tornare, mi accorgo che non sono messi troppo bene: il primo ha un leggero taglio sulla fronte, mentre il secondo ha la guancia di una sfumatura violacea, già decisa a diventare più scura, ma hanno entrambi un'espressione fiera sul viso. Lentamente mi alzo, preparandomi mentalmente il discorso di scuse da esporre loro, ma ancora prima che possa aprire bocca, Chanyeol, che fino a quel momento ha tenuto le mani dietro la schiena, mi mette sotto il naso il mio skateboard. "Wow, il mio skateboard! Pensavo che non l'avrei più rivisto, grazie davvero!" mi esce dalla bocca, prima ancora che possa fermarlo e, come risposta, lui allarga le braccia, quasi invitandomi ad entrarci. Timidamente mi avvicinò e lo abbraccio, o meglio lui abbraccia me, visto che ho il mio skateboard ancora stretto a me. È in quel momento che D.O interviene chiedendomi gentilmente: "Come ti chiami?" e ci metto un po' prima di realizzare che parla con me, "Jennifer, Jennifer Mathers" rispondo velocemente, mentre un piccolo sorriso mi affiora sulle labbra, "Beh, primo incontro interessante eh?" ribatte sarcastico Kai, che nel frattempo si è avvicinato silenziosamente; non posso fare altro che sorridere mentre lo guardo, dopotutto ha ragione. Intanto il taglio di Kris, ha iniziato a sanguinare di più e gli servono un paio di cerotti; "Abito a poca distanza da qua, potrei andare a prendere i cerotti e il resto di quello che serve e portarvelo qui" propongo senza pensarci e facendo la figura della scema. "Senti, perché non ci porti a casa tua e lo medichiamo là?" interviene Sehun, mentre tutti gli altri annuiscono d'assenso. "Ok, come volete" rispondo, senza dare a vedere l'eccitazione che ha iniziato a farmi balzare il cuore da una parte all'altra, "Yehet, andiamo allora, Jennifer, a te la guida", esclama felice Oh Sehun, mentre mi trotterella vicino come un bambino che vuole il gelato. Ed è così che mi ritrovo a camminare per le strade (ancora deserte) di Seoul, con Sehun che non sta zitto un attimo, alla mia destra e Suho e Chanyeol alla mia sinistra, che parlottano sottovoce, lanciandomi strani sguardi di tanto in tanto. Camminiamo tranquillamente, chiacchierando del più e del meno, soprattutto con Suho e Sehun. Mi chiedono di raccontargli la mia storia, perciò non mi resta altro che iniziare: "Abito a Seoul ormai da due anni, grazie al mio lavoro, posso considerarmi stabile economicamente, mi piace quello che faccio, ho tutto ciò che una persona possa desiderare" inizio, ma poi mi fermo. "Non tutto" penso, "lei mi manca". Poi riprendo, scrollando la testa, quasi volessi far uscire quel pensiero: "Ho iniziato il mio lavoro di modella e fotomodella quando avevo 16 anni, per questo ho avuto l'occasione di girare moltissimo per il mondo (cosa che ho sempre desiderato), ho visto tutto quello che ho sempre voluto vedere e ho fatto tutto quello che ho sempre voluto fare: mangiare croissant sotto la torre Eiffel, farmi il bagno nel mare di Miami Beach, fare surf in Australia e infine, venire ad abitare a Seoul." "Perché proprio Seoul?" mi interrompe dolcemente Xiumin, "Beh, un po' l'ho scelta per voi e per il KPop in generale..." confesso in imbarazzo, "...ma soprattutto, perché è una città magnifica e assolutamente straordinaria" aggiungo, mentre delle risatine emergono dal gruppo dietro di me. "Se non fosse stato per le mie ex compagne di scuola, non avrei mai scoperto né voi, né il KPop, quindi, posso dire, che è colpa loro se vi sto rovinando la giornata" esclamo ridendo, mentre gli altri mi imitano. "Aspetta, ma quindi tu da dove vieni?" chiede Chanyeol, "Italia, sono italiana" affermo. "Ti sei fatta un bel viaggetto, a quanto pare..." dice Lay, mentre mi appoggia un braccio sulle spalle, "...ma ciò che mi sembra strano, è che la giornata di oggi, non sta avendo effetti su di te. Voglio dire, sei stata aggredita, dove sono le lacrime di paura?" esclama sarcastico. Rido, rido insieme a loro, ma nel frattempo penso solo a quanto è stato facile dimenticare l'accaduto di oggi e mi chiedo il perché. Forse, quello che ho vissuto l'anno scorso, mi ha sconvolto tutto... Comunque, nel mentre siamo arrivati al mio palazzo: un elegante edificio interamente fatto di vetro trasparente. Entriamo e ci dirigiamo verso l'ascensore, anch'essa di vetro, ci stringiamo tutti al suo interno e raggiungiamo il piano 12, quello dell'attico, ossia del mio appartamento. L'ascensore è super tecnologica, ma abbastanza lenta, così da concedere ai visitatori una vista sull'intero panorama ed è in quel momento che vedo Luhan diventare un po' pallido. 'Ha paura della altezze! Maledizione avrei dovuto ricordarlo!" penso e, quasi mi leggessero nel pensiero, Tao e D.O esclamano in coro: "Soffre di vertigini". Un po' in imbarazzo mi scuso e, per mia fortuna, in quel momento le porte si aprono. Ciò che ci troviamo davanti, è un atrio molto spazioso, interamente in marmo bianco e, davanti a noi, una porta nello stesso colore, con un pomello d'oro lucidissimo. Estraggo le chiavi dallo zainetto di pelle, che ho tenuto sulle spalle fino ad ora, e apro la porta, invitando tutti ad entrare. Accendo le luci ed eccole lì, le facce stupite, tanto famigliari, delle persone che vedono il mio appartamento, dipinte su facce altrettanto famigliari. I loro occhi si posano dappertutto: sui quadri e le mie foto dei servizi fotografici alle pareti, sui divani in soggiorno, sul mega televisore fissato al muro. Porto subito Kris e Chanyeol in cucina, dove tengo il mobiletto dei medicinali e li faccio sedere su due sedie. Inizio subito a medicare Kris e, nonostante lo sguardo di tutti gli altri membri su di me, riesco a non accecarlo con un cerotto, dopodiché inizio a spalmare un po' di pomata sulla guancia di Channy (come lo chiamano gli altri), così da attenuare l'ematoma, quando mi accorgo degli altri ragazzi e dei loro sguardi fissi su di me. "Oddio e ora che succede?"

Quella magica SeoulWhere stories live. Discover now