15. La vera storia della mia vita

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"Non interrompetemi, altrimenti vi trucido, ok?" li minaccio.

Quando racconto qualcosa, odio essere interrotta, soprattutto da qualcuno che vuole fare una domanda, sul seguito della storia, "Maledizione, se aspetti ci arrivo a quel punto!" rispondo sempre io, quindi è meglio se li ho avvertiti subito.

"Allora, si comincia:

Sono nata in una famiglia italiana normalissima, con madre casalinga e padre imprenditore. Ho vissuto la mia infanzia, come se fossi nel Paese delle Meraviglie di Alice; mi divertivo da matti, avevo tanti amichetti, tra cui la migliore era Natalie, che invitavo a casa mia per giocare, fare le torte, insomma, robe da bambini, ma anche quando loro non c'erano, mi divertivo comunque.

Mia madre è sempre stata una donna molto lasciva, in termini di divertimento, molto spesso giocava con me e non la smettevamo finché non crollavamo a terra, con il fiatone e le gambe molli.

Tutto questo, era permesso, grazie al fatto che mio padre viaggiava molto e, quando partiva, delle volte, tornava anche dopo mesi e mesi, ma quando lo faceva, tutto andava in fumo.

Era un uomo molto rigido e severo e, in tutta la mia vita, non l'ho mai visto sorridere, nemmeno quando ero bambina. Considerava molto il suo lavoro, perché dopotutto, era grazie a quello che ci potevamo permettere molte più cose, rispetto alle altre famiglie: macchine più costose e più moderne, una casa grande, con tanti mobili pregiati e vestiti a più non posso. Se devo dire la verità, il fatto che non mi abbia mai calcolata più di tanto, non ha assolutamente influenzato la mia vita. Molte delle mie compagne di scuola, avevano il padre che era spesso via per affari e ne soffrivano parecchio e, con loro, le loro madri.

Sinceramente, io iniziavo a soffrire, quando lui rientrava a casa.

Molte volte è stato via un anno di fila, venendo a trovarci, solo una volta e solo per un paio di giorni: in quei momenti, mia madre cambiava totalmente faccia, diventava autoritaria e severa. Trattava tutti sgarbatamente, tranne mio padre, che sembrava apprezzare quel comportamento. È lì che ho capito, quanto spregevole fosse lui.

Voglio dire, va bene se sei via per lavoro mesi interi, non mi cambia nulla, ma quando torni, almeno un saluto, un abbraccio, un bacio! Niente, assolutamente niente e così, ho iniziato anche io a cambiare faccia.

Il mio carattere si è completamente trasformato: prima, chiedevo sempre a mia madre, di raccontarmi la storia d'amore di lei e papà, di come si sono conosciuti e innamorati; la conoscevo a memoria ormai, ma la volevo sempre risentire, prima di addormentarmi, così da riuscire a sognare una storia simile tutta mia, ero felice, credevo in molte cose stupide, tra cui l'amore eterno e vero..." e qui mi interrompo solo un attimo, per alzare gli occhi al cielo, "...ma poi ho smesso di farlo. Sono diventata come un piccolo blocco di ghiaccio, cosa difficile per una bambina di tipo 7 anni, ma è il paragone più vicino a com'ero io.

Il fatto che mio padre non mi vedesse crescere, non mi toccava nemmeno, è il fatto che non mi parlasse nemmeno quando arrivava a casa, che mi faceva imbestialire.

Il suo maledetto comportamento, mi aveva segnato profondamente e mi aveva lasciato una ferita aperta, che solo il tempo, ha aiutato a rimarginare, ma la cicatrice è ancora lì.

Ho vissuto così, un po' fredda da un lato e insensibile dall'altro.

Riuscivo a sfogarmi solo con Natalie, che riusciva a capirmi, nonostante i suoi fossero una vera coppia e non una messa su così, a caso, come lo erano i miei genitori. Non riuscivo più nemmeno a parlare con mia madre, cioè, mia madre, capite? La donna con cui ho trascorso la mia intera vita, sin da quando sono stata capace di mettere un piede davanti all'altro, correndo in giardino, cercando di afferrare le libellule, facendo esplodere la cucina, attuando esperimenti con gli ingredienti, se n'era andata così, in uno schiocco di dita.

Quella magica SeoulWhere stories live. Discover now