19. All'alba di un nuovo giorno

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"È stata la serata più bella della mia vita. Addirittura migliore, di quando quella fan mi ha stesa e mandata all'ospedale!" esclamo, ancora isterica per l'avventura che ho appena vissuto, mentre gli altri mi guardando sorridendo e scuotendo la testa.
Penso di averli fatti disperare oggi, prima con la sfilata, poi con il litigio con mio padre e ora con le giostre e la pazzia che ho sfoderato. Dopotutto, penso di averli fatti divertire, mi hanno fatto il regalo migliore a cui potessero pensare.
È tardissimo, sono circa le 5 del mattino (e noi siamo ancora in auto), ma per fortuna oggi io non sfilerò, quindi abbiamo deciso di starcene in Hotel tutto il resto del giorno.
Arriviamo davanti alle porte dell'albergo alle 5.45, ma sembra che la una buona parte di noi, non abbia molta voglia di dormire. Se devo essere sincera, stare sulle montagne russe alle 2.00 del mattino, ti carica di adrenalina fino alla punta dei capelli, quindi propongo una cosa "Ehi, ragazzi! Tra circa mezz'ora, ci sarà l'alba; che ne dite di piazzarci sul tetto dell'Hotel e godercela in pace?", alcuni mi guardano come se fossi pazza (incluso Chanyeol), con gli occhi stanchi e decidono di andare subito in camera e dormire fino alle 4 del pomeriggio, quindi alla fine restiamo solo io, Kyungsoo, Tao (e qui sono io a strabuzzare gli occhi, Tao dorme sempre, quindi è strano), Kai e Suho.
Prima di posizionarci nel nostro "punto di osservazione Alba", passiamo nelle nostre camere a prendere qualche coperta, nel caso diventi freddo, e qualcosa da mangiare, così da tenersi occupati mentre aspettiamo, poi ci ritroviamo davanti alla scale che portano al tetto.
Quando arriviamo in cima, restiamo tutti stupiti dal paesaggio che ci troviamo di fronte, non sarà come quello che si vede dalla Tour Eiffel, ma è comunque bellissimo: il cielo è senza nuvole, quindi l'ambiente, è abbastanza chiaro da poterci vedere bene.
Stendiamo le coperte a terra e ci sdraiamo, aspettando con pazienza.
Ho Kai alla mia destra, dopodiché sono tutti alla mia sinistra e stanno parlando vivacemente. Io e il mio amichetto qui, ce ne stiamo zitti ad ammirare il cielo (Puah! Sembra romantico detto così), fino a quando non inizia a parlottarmi sottovoce "Posso chiederti una cosa?" "Spara", dico con aria esausta, "Tuo padre... che lavoro fa per essere così ricco?", "È in affari, è un imprenditore, ma non so a cosa si sia dedicato dopo che se n'è andato", "Ti è mai mancato? Non lui in sé, una figura paterna intendo", "Beh..." inizio io, "La mia vita ha iniziato ad andare in fumo abbastanza presto, ma nonostante questo, non l'ho mai considerato una figura paterna, sai no, con tutti i viaggi di lavoro che faceva, anche quando mia madre era viva. Dopo che è successo quel che è successo, l'unica persona che mi è rimasta accanto a prescindere da tutto, è stata Natalie, poi ho conosciuto Harry e Christian e posso dire che li ho considerati molto. Harry rimarrà sempre nel mio cuore, devo dire che l'ho sempre visto come un padre, ma non gliel'ho mai detto, altrimenti lo avrei fatto sentire vecchio" dico ridendo, "Christian invece, è poco più vecchio di me e l'ho sempre pensato come un fratello, più che un possibile fidanzato o un padre", "Mh-mh" fa lui pensieroso, "Senti ti ricordi quando D.O stava soffocando, qualche giorno fa?", "Sì" rispondo, ma non so dove vuole andare a parare.
"Hai presente quando, alla fine, ti ha abbracciato e ti ha detto che gli avevi salvato la vita?", "Sì, ho presente", "Ecco. Perché hai detto che anche noi avevamo salvato te?", "Pensavo che non l'avesse sentito nessuno..." dico io, mordendomi il labbro, "Loro non l'hanno sentito infatti, ma io sì. Allora?", "Allora..." comincio, "Beh, per quella volta con i due delinquenti. Ti ricordi no? Il giorno in cui ci siamo conosciuti..." ma lo dico in un tono davvero poco sincero e questo lo induce a chiedermi ancora "No. Davvero, perché ti abbiamo salvato? Voglio la verità". È serio, troppo serio per essere Kai (che fine ha fatto il ficcanaso divertente eh?), ma decido di accontentarlo: "Senti, voi mi avete salvato per tutto il tempo in cui siete stati con me. Da quando ci siamo conosciuti, abbiamo trascorso praticamente ogni giorno insieme; voi mi avete dato quello che mancava nella mia vita. Ho già fatto questo discorso con Chanyeol, non molto tempo fa..." confesso, ma lui vuole sentirlo con le sue orecchie e mi esorta a continuare, "...sono una bella ragazza, guadagno bene e vivo da sola in una città che adoro, pensavo di avere tutto... ma quando ho incontrato voi, mi sono resa conto che non avevo un bel niente. La gente, dopo la morte di Nat, voleva solo vedermi sorridere e allora io sorridevo, così non mi facevano domande e non provavano pena per me", "Non ti piace esporti eh?" mi chiede con un sorrisino, meno birichino del solito però, "Quando vi ho raccontato di Natalie, ci conoscevamo appena e ho avuto la paura... anzi, il terrore di perdervi. Cioè, chi sarebbe così stupida da dire cose del genere, davanti a gente che non conosce nemmeno e che in più sono i suoi idoli? In quel momento avrei proprio voluto sotterrarmi, ma voi non siete scappati, anzi vi siete avvicinati ancora di più, come durante l'episodio dei quadri: non solo mi avete spinto a rivelarli, ma anche ad amarli e non potrei essere più felice di averli appesi in casa" dico.
"Sei contento adesso?" gli chiedo, girando la testa verso di lui e guardandolo, "Oh sì dolcezza, dannatamente contento" risponde, beffardo come sempre.
Durante il nostro discorso, il tempo è passato e il sole sta sorgendo (sono le 6.15 e c'ho azzeccato perfettamente, uhu!): il cielo, che prima era di un violetto chiaro, si tinge piano piano di arancione, partendo dal basso e insinuandosi dolcemente con tante striature. La vista è meravigliosa e gli "Ooh" e gli "Aah" estasiati dei ragazzi, ne sono la conferma.
"Jenni, sei un genio!" mi dice Kyungsoo, senza distogliere lo sguardo dal cielo e tendendomi la mano, così che io l'afferri; ce ne stiamo lì così, noi insieme: io che tengo la mano a D.O sopra il petto di Suho e Kai che mi stringe l'altra, dandomi ogni tanto dei colpetti affettuosi con il pollice.
Passa mezz'ora prima che decidiamo di alzarci, per tornarcene in camera, ma io non mi sento ancora pronta ad andarmene, così dico agli altri che voglio fare qualche foto e che possono andare, mentre io mi avvicino al parapetto.
La città inizia a popolarsi: macchine che escono dai vialetti e dai garage di casa, per recarsi al lavoro per le prossime 8 ore, persone che aprono i negozi o che tornano a casa, con i sacchetti pieni di pane fresco della mattina, in mano.
Mi rendo conto di quanto mi manchi Seoul, è una citta molto più rumorosa, poco, ma sicuro, però è casa mia. Mi fa strano essere di nuovo in Europa, anche se, dopotutto io ci sono nata qui.
Ho trascorso praticamente tutta la mia vita in questo continente, ma non lo sento affatto parte di me, forse perché ci ho passato alcuni dei momenti più orribili della mia vita.
Appena Harry mi ha scoperta, mi ha dato la possibilità di girare il mondo e andare ovunque io desiderassi, probabilmente perché voleva comprare la mia fiducia e questo pensiero mi fa sorridere. Ricordo che la mia prima meta è stata Londra, che consideravo una delle mie città dei sogni: in quella settimana, mi sono divertita da morire. Natalie mi ha seguita in tutte le tappe del mio tour personale, un po' perché non voleva lasciarmi da sola, e un po' perché non si fidava. Subito dopo l'Inghilterra, ci siamo fiondate a Seoul e non avremmo mai voluto andarcene, però ci siamo ripromesse di venire a viverci, un giorno, e poi l'abbiamo fatto davvero.
"Fatte queste foto?" sento dire ad una voce e mi risveglio da mondo di ricordi, in cui ero caduta ancora una volta; mi volto e vedo Suho in piedi davanti alla porta delle scale, "Ehm... sì" rispondo e faccio un sorrisino nervoso, mi sento colta in flagrante. Volevo solo starmene a pensare, perciò ho inventato la storia delle fotografie e lui l'ha capito.
"Bella la vista eh?" mi chiede con un sorriso, avvicinandosi a me e al parapetto, e io annuisco, non c'è bisogno che parli, "Sarebbe meglio che tu vada a dormire. So che non abbiamo piani speciali per oggi, ma ti farebbe bene riposare un po', dopo la giornata di ieri" mi dice un po' preoccupato, dandomi una spallata affettuosa, "Si sta così bene quassù... senza problemi, senza pensieri..." sussurro, "Non vedo l'ora di ritornare a Seoul e stare insieme a voi laggiù... a casa." dico malinconica e vedo che lui sorride, ma in lui, c'è un alone di tristezza troppo evidente per non notarlo, decido di non fare domande, ma so che c'è qualcosa che non va.
"Andiamo?" chiedo allora io, così mi mette un braccio sulle spalle e ce ne andiamo insieme verso la porta, entrambi sommersi da pensieri che non vogliamo dire.
Arrivo in camera nel giro di 5 minuti e vedo dall'orologio appeso in soggiorno, che sono le 7.20.
Decido che non ha senso mettersi a letto adesso, così mi preparo un bel caffè forte e me ne vado in camera, con la tazza fumante tra le mani. Chanyeol invece, si è addormentato e sta dormendo profondamente; non voglio svegliarlo, perciò mi siedo a gambe incrociate sulla sedia a dondolo vicino al letto e lo guardo dormire.
Sembra tanto, un bambino piccolo e indifeso, quando non è cosciente. Non avrei mai pensato che sarebbe stato mio; ok, ero (e sono) una Fan, quindi lo amavo a prescindere, ma l'amore che provo per lui ora, è totalmente diverso, è più sincero, reale.
L'amore di una Fan per il suo idolo, è ciò lo rende tale, mentre l'amore di una ragazza per il suo fidanzato, è tutt'altra cosa, decisamente.
Inizio a chiedermi davvero cosa trova in me, a parte il fatto della bellezza (non per tirarmela, ma faccio la modella apposta eheh), ma accantono subito il pensiero, preferisco non pensare a niente adesso, così mi accoccolo sulla sedia e sorseggio piano piano il mio caffè, finché non ne rimane nemmeno una goccia sul fondo della tazza.

Mi sveglio di soprassalto, quando Chanyeol mi prende in braccio, "Ti sei addormentata sulla sedia" mi dice sorridendo, "Dai, ti metto a letto, così dormi", "No, no, stai tranquillo, sono sveglissima. Mi serve solo una bella doccia calda" rispondo ancora un po' assonnata, così prendo dei vestiti dal mio armadio e mi dirigo in bagno.
La sensazione dell'acqua calda sulla mia pelle, è paradisiaca e mi rilasso talmente tanto, che quasi mi riaddormento, in piedi. Riesco a risvegliarmi bene, solo quando esco dalla doccia e sento il freddo che mi punge, così mi asciugo in fretta e mi vesto: decido di indossare un paio di jeans neri lunghi e super skinny, a vita alta (oggi il tempo non è proprio perfetto, a quanto vedo fuori dalla finestra), un top a canottiera bianco, che arriva fino alla vita e lascia la schiena un po' scoperta, un paio di tronchetti neri, con tacco 10 cm e un semplicissimo cardigan nero sopra, per non morire di freddo.
Mi trucco meno del solito, abbondando però con il mascara e mettendo la matita all'interno dell'occhio. Quando finisco ed esco dal bagno, l'orologio segna le 8.40, così chiedo a Chanyeol "Scusa, ma quanto ho dormito?", "Non saprei" risponde lui, mentre si cambia "mi sono svegliato alle 8.15 e tu stavi già dormendo", "Ah... allora ho dormito circa un'ora...wow!" dico sbadigliando e questa cosa lo fa sorridere. "Stai ridendo di me, Mr Park?" chiedo con un sorrisino, "Può darsi Mrs Mathers. Hai qualcosa da dire a riguardo?" mi risponde, avvicinandosi e cingendomi la vita con le braccia, "Beh, non mi piace essere presa in giro, e ti ricordo che sei ancora mezzo svestito, Mr Park" così sguscio fuori dal suo abbraccio e afferro la sua maglietta, piazzandogliela davanti al naso e sventolandola a mo' di bandiera.
"Oh sì, questo l'ho notato..." dichiara, palesemente ignorando la T-shirt, "...ma pensavo di tralasciare questo particolare", "Non te lo permetto Mr Park, mi sento a disagio con te in questo stato" affermo annuendo, "Oh, non sia mai!" esclama, fingendosi preoccupato, ma poi il suo tono sensuale ritorna, "Allora direi che sarebbe meglio togliere questo cardigan..." e me lo leva, facendolo scivolare sulle spalle e lasciandolo poi cadere a terra, "...e anche questo top è di troppo, non credi Mrs Mathers?" dice e mi toglie pure questo, "Così siamo giusti, no?" chiedo, un po' troppo innocentemente, "Mmh, hai ragione, ma a me piace vincere quindi..." mi dice con un tono giocoso e si toglie i pantaloni, restando con i boxer.
Mi metto a ridere per questa sua iniziativa, perché so già come andrà a finire, così tiro fuori l'espressione più sexy che riesco e dico "Sarà meglio che mi porti in pari allora" e lo butto sul letto.

Quella magica SeoulWhere stories live. Discover now