9. La casa degli EXO

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Quello che mi trovo davanti, è uno sconosciuto, ma sembra che lui mi conosca e molto bene, oserei aggiungere.

"Beh, spero che l'abbiano fatto in modo positivo" ribatto, più sicura di quel che sono in realtà, "Oh sì, non posso negarlo" risponde con un sorriso.

Non mi convince, giuro non riesco proprio ad inquadrarlo.

"Vedi Jennifer, tu non sai perché sono qui..." inizia a dire, "Le giuro che non ho introdotto armi nucleari all'interno del paese!" lo interrompo nervosa e parlando veloce, ma questa frase lo fa ridere. "No, vedi, io sono una ModelManager, cioè un reclutatore di modelle e sono stato chiamato qui personalmente, da questi due ragazzoni" continua, indicando Kris e Suho, "mi hanno avvisato che conoscevano una modella coi fiocchi e sarei stato uno stupido, se non fossi venuto a vedere con i miei occhi".

"Avete detto così?" chiedo sbalordita, guardando i miei amici, "Certo, chiunque sarebbe uno stupido a non volerti reclutare" afferma deciso Kris.

"Signor Todovay, non vorrei averle fatto fare questo viaggio per niente, ma io ho già un agente..." gli dico imbarazzata, "Oh tranquilla, io sono qui solo per farti un'offerta per un piccolo lavoretto" mi tranquillizza, "vedi, i tuoi amici, ci tenevano a farti un regalo indimenticabile, per il tuo compleanno, così mi hanno contattato e mi hanno spedito le tue foto, quelle con l'abito da sposa di Dior. Appena il mio capo le ha viste, ti ha amato da subito e ha deciso di offrirti l'opportunità di fare una serie di sfilate a Parigi, per la settimana della moda, che si terrà tra due mesi".

Sbalordita, no di più: sconvolta, totalmente.

Li guardo uno ad uno, con le lacrime che minacciano di farsi vive ancora una volta e mi chiedo se mai potessi amarli di più. "Lo sapevate chi era lui, non è vero?" chiedo, non sapendo come reagire in un altro modo e indicando Norman, "Certo tesoro" dice Kai, "ma te ne sei accorta troppo tardi". Non bado nemmeno al fatto che mi ha chiamato –tesoro- e lo abbraccio forte, così come faccio con tutti, finché non arrivo a Chanyeol, che mi stringe la vita e io affondo la testa nell'incavo del suo collo.

"Lo devo prendere come un sì?" mi domanda il Signor Todovay e io annuisco, perché non so fare altro: oggi è un tripudio di emozioni eh?

Poi mi consegna un foglio con gli orari per la partenza, uno con il programma delle sfilate e infine, il biglietto aereo, tutto bello liscio, senza nemmeno una piega.

"Si faccia trovare dove scritto, all'ora stabilita: con lei ci saranno i suoi amici, così non rischierà di perdersi" dice infine lui, "non vedo l'ora di rivederti a Parigi, arrivederci!" ed esce dalla stanza, così com'è entrato, silenziosamente.

Devo ancora realizzare il tutto, ma poi mi sveglio e urlo: "Ma verrete anche voi! WOW!!! Davvero? Non è uno scherzo, vero?" dico, preoccupata che possano avermi fatto uno scherzo, "No amore, verremo anche noi" mi risponde rassicurante Chanyeol, "Mi avete davvero migliorato la giornata, sapete? Anzi, mi avete migliorato la vita, direi. Penso che se non avessi incontrato voi, a quest'ora sarei seduta sul mio letto, a mangiare gelato, guardando un orribile commedia romantica" dico con una smorfia (io odio i film d'amore), "Sì, lo sappiamo" dice Sehun, facendo finta di limarsi le unghie come una vera Sassy Queen e questo, fa ovviamente scoppiare tutti a ridere come dei dementi, lui compreso.

Da qui, ri-iniziamo a ballare e non smettiamo prima delle 4 del mattino, cioè quando crolliamo a terra (Tao ha preso letteralmente questa espressione, è crollato a terra addormentato). Usciamo dalla discoteca, ancora piena, saliamo sul pulmino e ci avviamo non so per dove e non arrivo nemmeno a chiederlo, perché mi addormento anche io, completamente addossata a Chanyeol, che però non si lamenta.

Quando mi sveglio, siamo fermi, ma non sono più addosso a lui; mi guardo in giro e vedo che sono in una camera e non indosso più il mio vestito "più pelle fuori, che stoffa", come l'ha soprannominato Lay, ma una maglietta extra large, come quelle che ho a casa, con il logo EXO, stampato sul davanti. Decido di alzarmi e di uscire alla ricerca di qualche forma vitale intelligente, o almeno di un essere umano; appena fuori dalla porta, so dove mi trovo: sono a casa loro!

Quella magica SeoulTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang