32. Parole di conforto

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Il sole è sorto da poco, quando ci svegliamo, sia a causa della sua luce e sia a causa del freschetto mattutino, che ci fa rabbrividire.
Ci risvegliamo nella stessa posizione nella quale ci siamo addormentati e, quando mi metto a sedere, il mio collo scricchiola in modo impressionante, un po' come tutto il resto del corpo.
"Ma che ore sono?" chiedo assonnata e reprimendo uno sbadiglio; lui guarda l'orologio che ha al polso e mi risponde che sono le 6.55.
"Perfetto" penso, "Ho tempo per tornare a casa e sistemarmi", quindi mi alzo, afferro la mano di Chanyeol e lo aiuto a mettersi in piedi, dopodiché entriamo.
Gli altri sono (ovviamente, come mi immaginavo e come già sapevo) ancora a letto, perciò io e Channy, abbiamo tutta la casa per noi.
Ci sdraiamo sul mega divano e ci accoccoliamo, stretti l'uno all'altra, ma dopo mezz'ora o poco più, dobbiamo proprio separarci.
Mentre lui prepara la colazione per tutti, io vado in camera nostra e raccatto i vestiti che avevo la sera in cui siamo arrivati qui; sono passate solo due notti, ma mi sembra che ne siano passate almeno 10, voglio dire...mi sento stranissima, è lunedì mattina e siamo qui da venerdì sera.
Indosso gli indumenti che i ragazzi hanno preso per me (visto che non era previsto questo soggiorno, non avevo il cambio), tra cui c'è anche la biancheria intima...
Non oso immaginare quanto siano stati imbarazzati quando l'hanno comprata, mi viene da ridere al solo pensiero; dopo che me l'hanno consegnata, ho ritenuto adatto, non fare domande di nessun genere, almeno ho salvato loro quel poco di dignità che era rimasta in quel momento.
Faccio una doccia tranquilla, lavandomi anche i capelli, poi mi vesto: con un paio di leggins neri e una canotta XL di Chanyeol, non sarò la ragazza più bella di questo mondo, ma me ne frego, tanto non mi vedrà nessuno.
Per completare il look da Swaggetta, rubo un cappellino dei Bulls (che fa coppia con la canotta, anche quella dei Bulls) e mi metto i miei occhiali da sole.
Quando esco in soggiorno sono le 8.00 passate e trovo tutti in cucina a mangiare.
"Ehi! Il mio cappello!" esclama Xiumin, vedendomi, "Ehm..." balbetto io e vedo che lui si alza in piedi e si avvicina. Sono più alta di lui, ma lui è decisamente più forte; provo ad immaginare che cosa farà adesso, ma più tempo passiamo così, più mi convinco che non si arrabbierà.
"Ti sta dannatamente bene" mi dice e ritorna al suo posto.
"Fiuuuuuuu" espiro, mimando il gesto di levarmi il sudore dalla fronte, "Pensavo che ti saresti arrabbiato..." dico, ma liquida tutto con un gesto della mano e mi invita a sedermi con loro.
"E togliti quegli occhiali" mi avverte Sehun, così li alzo e li lascio sulla testa, rivelando il mio viso perfettamente... struccato, ma nessuno reagisce più: mi hanno vista in situazioni peggiori.
Aspetto che finiscano di mangiare, per poi farmi accompagnare a casa a cambiarmi e dopo lasciarli andare al lavoro, ma qualcosa, li fa andare stranamente lenti.
"Ragazzi, non vorrei mettervi fretta eh...però il tempo strin..." inizio a dire, ma vengo subito interrotta da tutti loro, "Noi ci velocizziamo, ma tu mangi la tua parte" provano a contrattare. So che sono preoccupati per me e la mia salute, ma dopotutto sono andata avanti per anni in questo modo e sono in super-forma.
"Uff, perché dovete sempre essere antipatici?" mi lamento, sbuffando come una bambina, mentre afferro una cucchiaiata di cereali al cioccolato (ma perché proprio al cioccolato? Quelli dietetici, no?) e me la mangio.
"Noi antipatici?" chiede sbalordito Chanyeol, che mi sta di fronte, "Non dire queste sciocchezze, che se ci vedessi quando siamo DAVVERO antipatici, fidati che scapperesti a gambe levate".
Quando finisce la frase, resto con la mia seconda dose di cereali a mezz'aria, con la bocca aperta, ancora stupita da quella dichiarazione; "Come puoi pensare che vi lasci e me ne vada per la mia strada?" lo dico ridendo, per non far sfociare tutto in un'altra discussione (non riuscirei a sopportarla), ma non ottengo risposta, "Meglio così" penso, "Almeno non litighiamo".
Finiamo tutti il nostro pasto (troppo calorico per i miei gusti) e li aspetto sul viale che porta alla strada, in modo che abbiano tempo per prepararsi e fare tutto quello che devono fare.
Non appena esco dalla porta, delle urla mi assalgono, ma si spengono subito, con un tono deluso: le Fan, hanno saputo che i ragazzi sono qui e sono venute ad assalirli.
Ottengo molte occhiate di simpatia, ma altrettante di odio e il modo in cui le grida si spengono, quando vedono che sono io, mi fa arrabbiare, così rispondo con un sorriso "Grazie, sono felice anche io di vedervi!" e saluto con la manina.
Le ragazze a cui vado a genio ridono, indicando le mie "Haters", mentre loro incupiscono ancora di più il loro sguardo e cercano di far uscire dei laser dai loro occhi, così da potermi arrostire al momento.
I membri escono appena in tempo, così ci dirigiamo subito verso il Van, che ci aspetta davanti al cancello; Chanyeol mi prende per mano e questo fa urlare di nuovo le presenti (chi di felicità, chi di voglia d'uccidere...), saliamo in macchina e partiamo subito.
Quando siamo più tranquilli, rigiro tra le mani, il peluche che mi ha lanciato una ragazza; "Ti hanno regalato un orsacchiotto?" mi chiede dolce Luhan, ma quando glielo mostro, la sua faccia si fa inorridita: è sì un orsacchiotto carino, ma gli è stata mozzata la testa per metà, annerito un occhio e legato un mini-cappio al collo.
"Deve volermi davvero bene quella Fan!" esclamo sorridendo con sarcasmo, ma gli altri non notano la mia vena d'umorismo, "Jenni...non ti fa preoccupare?" mi chiede Tao, ma semplicemente rispondo che è una piccolezza, voglio dire, chissà a quante fidanzate di attori o cantanti famosi, è capitato.
Superato il problema "Orsacchiotto impiccato", ci tranquillizziamo e aspettiamo che il furgone arrivi a destinazione.
Ci mettiamo circa un'ora ad arrivare a casa mia ed è il momento si salutare i miei amici (almeno per adesso); saluto e abbraccio tutti (con un po' di malinconia, lo ammetto), promettendoci di vederci stasera; ci metto più tempo di quanto avessi voluto, a salutare Channy, ma il tempo che scorre mi fa svegliare e salire in casa, lasciandomeli alle spalle.
Non appena varco la soglia del mio appartamento, mi sento mooooolto più leggera: butto la borsa da un lato e mi fiondo nel mio guardaroba, per vestirmi un po' più decentemente.
Mi accorgo solo ora, di aver tenuto il cappellino di Xiumin, ma è strano...lui sapeva che l'avevo in testa, perché non l'ha richiesto indietro? Voleva che lo tenessi?
Abbandono tutti questi pensieri, che so mi porteranno a pensieri ancora più tristi e mi cambio, indossando un paio di pantaloni a sigaretta, a vita alta, bianchi, un top che arriva poco sopra il cinturino dei pantaloni, sempre bianco e un paio di scarpe col tacco bianche e oro.
Abbino tutto con una borsa e un collier d'oro, dopodiché sono pronta per andarmene di nuovo, ma qualcosa mi ferma.
Quando sto già per aprire la porta, mi volto e mi dirigo verso le fotografie di Natalie, che ho appeso vicino al divano e mi metto ad osservarle, come se non l'avessi mai guardate: è come se stessi facendo tutto questo, inconsciamente; non mi accorgo di quello che ho appena fatto, fino a quando non sono in ascensore e assumo un'espressione quasi contrariata.
Decido di liquidare il tutto, scuoto la testa per far uscire tutti i pensieri e mi reco in garage, per prendere la macchina.
Sono le 10.30, quando arrivo alle sede della ModelsRecInternational e ciò che mi aspetta, non è decisamente il mio passatempo preferito; l'agenzia ha reclutato altre 15 ragazze, provenienti da tutto il mondo e i capi, hanno voluto portarle a Seoul, per mostrare loro la sede (ormai divenuta) principale e, a me, tocca fare da guida.
Sbuffo un po', quando Harry me lo dice, ma a lui non posso dire di no, visto l'impegno che ci sta mettendo nel suo nuovo ruolo da socio fondamentale, per cui lascio la borsa e gli occhiali in sala conferenze e vado a conoscere le nuove modelle.
Il mio umore migliora non appena vedo le ragazze: sono giovani, belle e sicuramente fotogeniche, quindi hanno fatto dei bei acquisti, cosa che mi fa piacere.
Ben dieci di loro hanno 18 anni, quindi non avranno problemi di contratti o altre cose, essendo maggiorenni, mentre le altre cinque, sono divise in due da 16 anni e tre da 17.
Molto probabilmente, mi verrà chiesto di seguire le minorenni, per servizi fotografici o eventuali accordi di lavoro; non è quello che faccio di solito, né l'ho mai fatto, ma Harry crede davvero che possa diventare di più in quest'azienda: per ora sono il volto della compagnia, ma è fiducioso che possa essermi affidato qualche altro compito, come l'educazione delle nuove ragazze.
Non ho la stoffa dell'insegnante, ma potrei riuscirci: "ho spirito d'iniziativa, voglia di mettermi in gioco e tutte quelle cose lì" (sono le stesse parole che mi disse Harry, al mio primo casting), quindi potrei veramente stupire tutti!
Mentre faccio fare il Tour della sede, rispondo gentilmente alle domande che mi porgono e le metto a loro agio: la modella che mi aveva istruito, quando avevo la loro età, era una di quelle molto snob, che con te ha solo un rapporto di lavoro e non di più, ma credo che sia stata una delle particolarità che mi ha fatto diventare così.
"Serietà e disponibilità sul lavoro e divertimento e svago fuori", questo era il suo motto e così è diventato il mio.
Ci impiego un bel po' di tempo a finire il giro, considerato che questo posto è enorme e quando le riporto da Harry, mi lascia andare a "fare il mio lavoro" come dice lui, così riprendo la mia borsa e mi reco al mio solito stand, per un servizio fotografico.
Sorpresa delle sorprese, non sarà Christian a farmi le foto (vengo a scoprire da questo fotografo, che si chiama Gustav Lemmings, che è stato chiamato per un lavoro importante), ma credo che riuscirò a sopravvivere comunque, perciò mi faccio acconciare, truccare e vestiti, dai miei soliti compagni di guerra e inizio il servizio.
Gustav si rivela un fotografo molto bravo, con uno stile moderno, ma tendente al vintage per alcuni versi e riesce a fare degli scatti magnifici; sono sicura che farà strada.
Comunque le solite 3 orette, passano velocemente e sono ormai le 14.30, quando esco dalla stanza.
So che non è ancora ora di andarsene a casa (purtroppo), perciò cerco il mio manager e lo trovo ancora appostato in sala conferenze con le nuove ragazze e i loro genitori.
Saluto cordialmente tutti, non appena metto piede all'interno e Harry si illumina, quasi come se mi stava aspettando e mi presenta.
"Harry, sono le 14.30 passate...mica le hai tenute qui tutto questo tempo?" chiedo ad alta voce, con un tono da finta scandalizzata e mi risponde con un semplice "Ehm...c'erano i contratti..." un po' impacciato, perciò mi alzo in piedi (mi ero seduta su una sedia...) e dichiaro "Beh...penso che per oggi sia abbastanza" rivolta ad Harry, sorridendogli.
Poi mi rivolgo ai genitori, "State in Hotel, o avete prenotato gli alloggi qui di fianco, di cui usufruiscono le modelle dell'agenzia?" chiedo con un tono cordiale, ma sembrano un po' intimiditi, quando mi dicono che stanno tutti in un Hotel qui vicino, così annuisco.
"Se vi serve qualcosa, chiamate pure" dico, porgendo ad ognuno un mio biglietto da visita, che loro accettano, per poi uscire dalla stanza, dopo mille saluti e ringraziamenti, ed andare via.
"Sbaglio o sembravano spaventati da me?" chiedo ad Harry, sedendomi sul tavolo di fronte a lui, "Ovvio, tutti si spaventano, vedendo quanto sei racchia!" mi risponde e inizia a tirarmi colpettini sulle gambe, esattamente come faceva quando ero più giovane.
"Mi sembri un po' giù Harrisino (lo chiamavo così anni fa)" gli dico seria, "C'è qualcosa che ti turba?", "Vedi..." inizia lui, "...vedere quelle ragazze così giovani, con i loro ricchissimi genitori che possono permettersi tutti i corsi di preparazione che servono, mi hanno fatto pensare a te...ecco".
Sorrido impercettibilmente, "Perché?" continuo; voglio farlo parlare, buttare fuori tutto quello che pensa e che prova, non voglio che si tenga dentro le cose e diventi una "spugna" come me.
"Quando ti ho scoperta, ti ho voluta fin da subito nell'agenzia. Tu avevi così tanti problemi a quel tempo: vivevi dalla tua migliore amica, perché tuo padre era un criminale e tua madre non c'era più, non avevi praticamente nulla, se non l'amore di Natalie e la sua famiglia. Per non dare loro troppo peso, andavi a lavorare tutti i santi giorni, così da potergli dare quel che guadagnavi a fine mese..." racconta.
"...ma poi sei arrivato tu e mi hai salvata" finisco la frase e lui sorride, evidentemente pensando la stessa cosa.
"Non avrei mai voluto dirtelo Harry... ma ti ho sempre considerato come un padre" continuo, e rido vedendo la sua espressione inorridita, "DAVVERO MI VEDI COSÍ VECCHIO?!" mi urla contro e inizia a farmi il solletico, quasi fossimo davvero padre e figlia.
Quando smettiamo, duole a entrambi la pancia, a causa delle risate; d'un tratto però, Harry ritorna serio e fa la stessa domanda che ho posto a lui "C'è qualcosa che ti turba Jenni? Anche se mi dici di no, lo vedo dai tuoi occhi" e io resto interdetta: non avevo in programma di dirgli del concerto, o almeno non fino a che non fossero partiti, ma a questo punto come posso tirarmi indietro?
"C'è un problema con i ragazzi... anzi, non lo chiamerei proprio 'problema', più che altro è...un inconveniente, ecco" balbetto.
Con una piccola stretta affettuosa sulla spalla, mi sprona ad andare avanti, perciò continuo "Dovevano partire per il Tour Mondiale tra un anno, ma a causa di varie cose (non ho idea di quali cose) sono costretti a partire tra 3 giorni..." lo dico tutto d'un fiato, quasi avessi paura di non riuscire a dirlo lentamente.
"E tu come hai reagito alla notizia?" domanda Harry calmo, "Beh..." inizio, "...inizialmente sono stata tranquilla, poi sono scappata in bagno...e lì ho pianto come una fontana, dopodiché sono uscita e mi sono messa a parlare di quadri..." racconto e solo ora che lo dichiaro ad alta voce, mi sembra davvero una cosa stupida, mi viene quasi da ridere (se non fosse che non c'è NULLA da ridere).
Probabilmente, il mio caro e amato manager, capisce come mi sento e non mi fa altre domande, mi dice solo questo: "Il tuo amore per loro è forte e non è come quello di una Fan, ma come quello di un'amica e una fidanzata.
I ragazzi sanno quanto ti dispiace per questo, ma non possono farci nulla, anche se ci provassero con tutte le forze.
L'amore è l'unica cosa che vi terrà uniti, anche quando sarete a migliaia e migliaia di chilometri di distanza.
L'amore, tesoro mio, è quello che diventa più forte, solo in queste situazioni e fidati, che sarà l'unica cosa, che ti permetterà di non impazzire.
Immagina la storia fra te e Chanyeol senza amore, non esisterebbe nemmeno, giusto? Ecco, appoggiati sempre ad esso e riuscirai a sopravvivere.
Questa volta è un anno dolcezza, spera solo che in futuro non sia per sempre."

Quella magica SeoulWhere stories live. Discover now