30. Il mio Incubo peggiore

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Come immaginato, ci svegliamo verso mezzogiorno passato, con un post-sbornia assurdo, perciò decidiamo di ingozzarci di cibo fino a scoppiare, magari per recuperare anche un po' di sobrietà.
Come ho già detto, io oggi non lavoro, perciò ottengo il permesso di restarmene qui tutto il giorno, mentre i ragazzi, sono costretti ad andare alla sede della SM, per allenarsi.
"Ragazzi, so che sono sempre la prima a dirvi di impegnarvi con gli allenamenti..." biascico mentre mangio la mia colazione (?), "...ma non potete prendere una giornatina di vacanza? Tanto il concerto è tra un anno", ma non suscito la reazione che mi aspettavo, "Perché devi sempre tirare in ballo quel maledetto concerto?!" dice Chanyeol arrabbiato, perciò mi limito a guardarlo e stare zitta.
Pensavo sarebbero stati d'accordo e che si sarebbero lamentati come dei bambini, ma le loro facce si scuriscono con una velocità impressionante e questo mi fa preoccupare, "Che ho detto di sbagliato?" penso, ma decido di non dargli corda: saranno irritati dal post-sbronza (che ne so io?).
Così, devo lasciarli andare, quando arrivano le 13.30 e mi ritrovo sola soletta, in una villa enorme, piena di fonti di divertimento (CHE PECCATO!), perciò inizio a visitarla da capo a fondo.
Chen mi ha raccontato che adorano questo posto e ogni volta che possono vengono qui, anche se ultimamente l'hanno un po' trascurato, a causa di tutti gli avvenimenti (la maggior parte, causati da parte mia)
Esplorando l'ambiente, capito nella sala d'allenamento, e ne resto stranamente affascinata: è una semplicissima stanza rettangolare, molto spaziosa, con una parete interamente di specchi (un po' come la mia a casa), ma sapere che qui sono nate le loro stupende coreografie e che sono diventati, quel che sono ora, mi smuove qualcosa nel petto, non lo so (che sia...il cuore? Tun-tun-tuuun).
Ci impiego più dell'immaginato, a finire il tour di "Villa EXO", anche perché mi sono intrufolata nelle loro camere (così...giusto per aumentare un po' la mia stalkeraggine), per osservare una tipica camera da letto Exotica (?), ma ne sono rimasta delusa: sono troppo normali.
Comunque, quando decido di fermarmi, sono ormai le 16.00 passate e mi rendo conto che tra poco i ragazzi torneranno, così decido di preparare loro una sorpresa.
Mi fiondo in cucina alla velocità della luce, ficcanasando nelle dispense e scrutando in ogni cassetto, per vedere che ingredienti ci sono.
Trovo inquietante che qui sia pieno di cibo, pronto per essere cucinato, quando non ci vive nessuno, o almeno nelle ultime settimane, ma è tutto fresco, come appena comprato.
Mi metto al lavoro: decido di fare una torta, però di quelle belle, super belle, così da lasciarli a bocca aperta e far dimenticare loro, qualsiasi brutta cosa stia accadendo in questo periodo.
Per concentrarmi meglio, collego il mio telefono allo stereo e faccio partire la musica: un misto di Eminem, Lady Gaga e KPop, invade l'aria, facendomi subito iniziare a ballare e canticchiare e il mio umore, migliora a vista d'occhio.
Impasto e impasto, per oltre un'ora, fino a quando (finalmente) inforno la torta, ma non posso ancora riposarmi: decido di fare delle decorazioni di cioccolato e pasta di zucchero.
Disegno il loro logo, con il cioccolato fuso e lo lascio seccare, mentre con la pasta di zucchero, faccio 12 piccole personcine, che rappresentano i ragazzi, in posizioni diverse: chi improvvisa una mossa di danza, chi fa il boss con il cappellino Swag, chi sta mangiando qualcosa da una piccola scodella e così via...
Sono molto sempliciotte, ma si distingue chi è e cosa sta facendo, cosa a cui puntavo.
Sono ormai le 18.30, quando finisco tutto il lavoro e metto il dolce in frigo: voglio tenerlo come dessert dopo cena, quindi mi metto a preparare anche quella, per completare l'opera.
Tutto il giorno ai fornelli, insomma: potevo starmene beata a prendermi il sole (pallido, ma sempre sole) a bordo piscina (sì, hanno anche la piscina), con un libro o la musica e invece no, sono qui a cucinare da ore e ore.
Opto per una cena giapponese, visto gli ingredienti che trovo in frigo, molto semplice, per cui metto il maiale e il pollo sul fuoco e, mentre il riso cuoce lentamente, preparo dei piccoli manicaretti con le alghe e del pesce.
Verso le 20.00, quando tutto è QUASI pronto, sento la chiave che viene infilata nella toppa della porta principale e mi precipito lì davanti, in tempo per accogliere i miei uomini, con un sorriso raggiante.
Sembrano felici di vedermi, ma sono altrettanto felici, di sentire che c'è cibo sul fuoco, così non devono perdere tempo a farsi la cena.
"Avete già fatto la doccia?" chiedo, come fossi una madre, con i suoi bambini e li sento rispondere con un bellissimo "Sì, mamma" unanime, quindi li faccio sedere al tavolo in soggiorno e vado a prendere la prima portata.
"Mi dispiace se non sarà di vostro gradimento, ma gli ingredienti erano quello che erano e non mi andava di cucinare ANCORA italiano" mi scuso subito io, ma sembrano più che soddisfatti del pasto, vedendo come si ingozzano.
"Tenete spazio per il dolce, okay?" li avverto io e iniziano a mangiare ancora più velocemente (il potere dei dolci, ah).
Spazzolano tutto, fino all'ultimo chicco di riso, ma guardando le loro facce, sembra che non abbiano toccato cibo: non sembrano affaticati, o pieni fino all'orlo, ma freschi come rose.
"DOLCE! DOLCE!" iniziano a scandire, quando anche l'ultimo di loro pulisce il piatto, così mi arrendo e vado a prendere la torta dal frigo.
Prima di uscire, piazzo una candelina a forma di cuore, esattamente al centro, la accendo e spengo tutte le luci, poi mi incammino verso il soggiorno.
Il dolce, suscita tanti sospiri d'ammirazione (e acquoline in bocca, immagino) e li vedo proprio come dei bambini, quando iniziano a discutere su chi deve spegnere la candelina.
Mentre loro bisticciano, io ritorno da dove sono venuta, accendo le varie lampade e lampadari e prendo un coltello dal cassetto, poi esco e mi riunisco a loro.
Taglio il dolce in dodici parti, perfettamente uguali e le distribuisco ad ognuno, insieme alla loro statuina di pasta di zucchero, che li rappresenta. Apprezzano molto il mio lavoro e lo capisco dai mugolii e dai versetti d'apprezzamento.
Chanyeol mi mette davanti al viso, quel che rimane della sua fetta, "Dai mangia, non hai nemmeno toccato la cena", così mi sporgo avanti per darle un morso, ma lui me la spiaccica in faccia, accecandomi con la panna.
Ci mettiamo tutti a ridere, anche se io sto già escogitando una vendetta: mi tolgo la torta che ho sugli occhi, solo quel poco che mi permette di vedere di nuovo e mi avvicino al mio fidanzato "Che simpatico!" dico, "Ma dopo una giornata lontani, non vorrai mica lasciare la tua fidanzata senza un bacino?" e gli afferro il viso con la forza, baciandolo e cospargendolo di torta al cioccolato.
Ora sembriamo due bambini che hanno giocato in cucina, pieni di impasto ovunque, "Mrs Mathers..." inizia lui, con quel suo tono irresistibile, "...mi sa che dobbiamo farci una doccia, che dice?" al che io annuisco, sapendo di avere quella luce negli occhi, che solo lui mi fa venire.
"Chanyeol..." lo chiama cupo Suho e d'un tratto, l'espressione di Channy, cambia totalmente, diventando scura.
"Cosa? Cosa c'è?" chiedo io, "Non ce la faccio più, con questi sbalzi d'umore. Un attimo prima siete felici come dei bambini e l'attimo dopo sembra che sia morto qualcuno. Parlate. Adesso" e mi accorgo di stringere i pugni sotto il tavolo.
Tutta la leggerezza che c'era un momento fa, è completamente sparita e al suo posto, c'è solo un grande macigno, che mi sta schiacciando il cuore, la mente, tutto.
Vedo che sono tutti restii ad iniziare, ma inaspettatamente, dopo 5 lunghissimi minuti d'attesa, è Luhan a parlare, "Qualche mese fa, ci è stata data una notizia... Quando eravamo a Parigi, mi sembra" e i ragazzi annuiscono, per confermare le sue parole.
"Ok...ma che tipo di..." provo a chiedere, ma Xiumin continua, "Lo spostamento di una data, Jenni... ci hanno spostato un appuntamento molto importante..." e quando finisce, sembra che il mio cuore pesante, si liberi un po', "Beh... ma se è tutto qui, allora perché...?" chiedo, ancora un po' tesa, ma la risposta non arriva subito.
Sehun inizia a rivelarmi il motivo di tutto questo, ma Chanyeol lo ferma, "No, aspetta, voglio dirglielo io" e aspetto di sentire cos'ha da dirmi.
"Il concerto è stato anticipato... non inizierà tra un anno..." dichiara.
"Uuuuuuf, pensavo fosse successo qualcosa di più grave... mi avete fatto prendere un colpo. Beh, ve l'hanno anticipato di quanto? Un paio di mesi? Ma sì dai, partirete tra 9-10 mesi, no?" esclamo io, espirando tutta l'aria che ho in corpo e sentendomi libera dall'oppressione che avevo in corpo.
Nessuno di loro si mostra sollevato come me, in questo momento, perciò ascolto la fine del discorso, "No Jenni, niente del genere. Partiamo questo giovedì".

Quella magica SeoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora