22. Diventiamo colleghi? (pt 2)

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Pierre Moidan è sul palco e cerca di scaldare il pubblico, mentre nel backstage, l'inferno divampa: modelle e modelli che corrono da una parte all'altra, là per farsi ritoccare il trucco e là per finire di vestirsi.
I ragazzi sono tutti qui con me, in un angolo della stanza, che cercano di non agitarsi, "Ragazzi, fate concerti ovunque. Perché siete in ansia per una sfilata?" chiedo, ma non arriva la risposta da nessuno di loro.
Sono gli ultimi ad uscire, insieme a me, eppure iniziano già dal principio a essere nervosi: mi dispiace vederli così, ma mi fanno anche tenerezza. Mi chiedo solo il perché...
Dovrebbero essere abituati ai grandi eventi, no?
I miei pensieri prendono il volo, quando Mike mi afferra per il braccio e mi porta davanti alla tenda del palco, "Ah giusto, sono la prima" penso e quando mi dà il segnale, esco in passerella, con la mia espressione indifferente in modalità ON.
Gli abiti di oggi sono più stravaganti rispetto alle altre sfilate: ce ne sono di alta moda (come quello con i cubi, che avevo indossato l'altro giorno) e alcuni, confezionati con tessuti e materiali davvero particolari.
Parto subito con una tutina bianca, composta da corpino senza spalline e pantaloni a palazzo, ho una cintura in metallo dorato in vita e così anche il copricapo che ho in testa e le scarpe.
Suscito subito molti sospiri d'ammirazione, la luce si riflette su questi accessori, creando giochi di luce, che si proiettano un po' ovunque.
Finisco velocemente il giro e ritorno da dove sono venuta, lasciando tutti gli ospiti a bocca aperta: come inizio, direi che è andato bene.
Ho un bel po' di tempo, prima della mia prossima uscita, a causa del cambio drastico di look, che mi devono fare: eliminare i ricci e piastrarmi i capelli, togliere tutto il trucco e rifarlo da capo, insomma... un bel lavoro, perciò Tessa e Michael (la truccatrice e l'hair stylist), si fiondano su di me non appena varco la tenda, per ritornare nel backstage e mi portano nelle loro postazioni.
Mentre Tessa mi strucca con una salvietta, Mikey (come lo chiamo io), mi spruzza un po' d'acqua sui capelli, con un apposito spruzzino, così da fare afflosciare i boccoli e facilitare la piastra.
Piano piano, il trucco viene terminato e anche l'ultima ciocca, viene lisciata, mi sono trasformata da una donna elegante, che sarebbe stata benissimo sopra uno yacht di quelli costosissimi, ad una creatura della foresta.
Ebbene sì!
In questo momento indosso uno stranissimo abito a sirena, in taffetà verde scuro, ma non è tutto: dalla vita, parte una specie di gabbia a rete, che arriva fino ai piedi come la gonna, ricoperta dello stesso tessuto.
Il corpino è aderente e accollato, simile ad un dolcevita, ma con un taglio nel mezzo, che rivela un po' il seno.
Faccio fatica a muovermi, a causa della struttura rigida che ho addosso e devo stare attenta a non urtare niente o nessuno, altrimenti rischio di rovinarlo.
Il mio turno è quasi arrivato e scopro solo ora, che devo fare l'uscita di coppia, ma per fortuna il percorso è uguale comunque, perciò non mi preoccupo più di tanto.
Il mio compagno modello si chiama Dimitri e viene dalla Russia: è un ragazzo davvero simpatico, che riesce a farti rilassare e a metterti a tuo agio, siamo diventati subito amici.
Mi ha raccontato qualcosa della sua vita, come il suo viaggio da San Pietroburgo, all'America, per inseguire il suo sogno di Fashion Designer, ma poi è stato scoperto da un certo Mahri Thompson (un reclutatore di modelli di origini arabe e americane) e ha preso la strada che sta continuando anche ora.
"Allora, sei nervosa?" mi chiede, ma io mi sento tranquilla, "No, devo dire che sto bene..." rispondo, "Il mio fidanzato è qui, e mi tranquillizza molto la sua presenza". "Oh, davvero? E qual è? È un bel modello fustacchione?" scherza Dimitri, ma io scuoto la testa sorridendo e gli indico Chanyeol, che è nello stesso posto di prima, "NON MI DIRE! Quindi sei tu la famosa ragazza che sfila al finale con gli EXO? Mi chiedevo proprio chi fosse..." mi dice lui ammiccando, "Ottima scelta" e qui ci dobbiamo interrompere, perché è il nostro momento.
Entriamo divisi, io da sinistra e lui da destra, poi ci congiungiamo al centro del palco e posiamo. I flash delle macchine fotografiche ci accecano; devo dire che i nostri vestiti si accoppiano perfettamente: lui porta una maglia classica, a maniche lunghe, del mio stesso tessuto e ha una gabbia come la mia, che parte da ogni spalla e arriva fino al polso, così come le maniche. Sotto, porta un paio di jeans neri, abbastanza classici, se non fosse per gli inserti in taffetà verde scuro.
Avanziamo sulla passerella uno di fianco all'altro, entrambi serissimi in volto e molto professionali: penso che abbia fatto una grande scelta a fare il modello, ma magari anche come stilista è bravo, non lo so.
Prima di arrivare in fondo, ci prendiamo per mano (oh, l'uscita è progettata così) e camminiamo allo stesso livello; a fine passerella, lui si porta un po' più avanti rispetto a me e si fa immortalare singolarmente dalle telecamere, poi ritorna al suo posto e arriva il mio turno: faccio mille pose, cosicché possano riprendere tutta la bellezza di questo abito e mi volto per far vedere loro i particolari che ci sono sulla schiena: una profonda e larga "scollatura", che mi scopre praticamente tutto il retro, e dei nastri di raso dello stesso colore, disposti come fosse un corsetto dell'800.
Il particolare della struttura a gabbia che è presente in tutti e due i completi, lascia di stucco anche i più grandi critici di moda, presenti in gran numero nella sala.
Dopo averci scattato, quel che immagino siano, migliaia di foto, facciamo dietro front per ritornare dietro la tenda e cambiarci ancora.
Raggiungo immediatamente i dresser, per indossare il mio terzo outfit e cerco i miei amici: vedo che stanno parlando con un paio di organizzatori e sembrano più calmi rispetto a 20 minuti fa; purtroppo non ho tempo di parlarci, perché la mia uscita è tra le prossime, quindi prendo la giacca e la indosso, mentre mi fissano con tipo, un milione di forcine, il copricapo che devo mettere in testa, infilo velocemente le scarpe e corro vicino a Mike, in tempo per uscire: ho addosso un abito bianco, si direbbe da sposa, ma non lo è.
Ha la gonna molto ampia e la parte superiore è coperta dalla giacca, nello stesso colore, che ha le spalle imbottite (e quindi le rende più squadrate) e arriva fino poco sotto la vita. È molto accollata, infatti termina con una piccola gorgiera sotto il mento.
Il "cappello" è, in realtà, una costruzione, una struttura in plastica, a forma di un classico cilindro, che però, ha delle falde, che lo lasciano aperto.
Devo dire che, nonostante tutto, è molto comodo: grazie all'ampiezza della parte sotto, riesco a camminare facilmente e anche a fare qualche piroetta nel mezzo della passerella, come mi ha consigliato Mike.
Mi sento davvero a mio agio, con questo abito, ma mi ritrovo a desiderare che questa sfilata finisca, così posso sfilare con i miei amici, sorridendo, invece che stare seria ALL THE TIME; nemmeno durante le giravolte sorrido, me ne sto qui, con questa faccia da omicida, barra assassina, barra psicopatica.
Anche questo giro, arriva al termine e i miei viaggi da passerella, a backstage, si alternano continuamente per tutta la serata, non riesco nemmeno a parlare con gli altri, posso solo limitarmi a guardarli e sorridergli da lontano, mentre parrucchieri, dresser e truccatori, mi torturano con forcine, tacchi alti e ombretti, prima di farmi uscire di nuovo.
Dopo aver sfilato 10 abiti, solo nella prima parte, arriva l'ora della (amatissima e benvenutissima) pausa, durante la quale gli ospiti si sposteranno in giardino, per vedere la seconda parte.
Siccome è sera tardi, l'esterno è tutto illuminato da lanterne, candele e luci bellissime, che si sposano perfettamente in armonia tra loro.
Appena mi lasciano andare, corro subito da Chanyeol e gli altri e, presa da un spinta improvvisa, li abbraccio tutti, "Mi siete mancati" biascico contro la spalla di Kris, che sto tenendo prigioniero tra le mie braccia, lui contraccambia, ma dopo un po' gli manca l'aria e si vede costretto a spingermi via.
Ci spostiamo tutti insieme nel gazebo, che fa da backstage per le sfilate in giardino e ci sediamo in un angolo a parlare, "Che avete fatto per tutta la sera?" chiedo curiosa, visto che non ho avuto molto tempo per loro (e mi dispiace), "Beh, signorina sonolamodellapiùfigadelmondobitchplssassyqueen..." inizia Kai e io alzo subito gli occhi al cielo, grazie a questo suo commento, "...mentre lei aumentava la sua popolarità facendosi scattare otto miliardate di foto, noi non abbiamo fatto un'emerita mazza!", "Vi ho visti parlare con due organizzatori... che vi hanno detto?" continuo ad indagare. "Mah, niente di che..." stavolta è Xiumin a parlare, con voce calma e mi sorride, "...ci hanno ringraziato per la presenza e poi hanno iniziato a blaterare tra loro, di quanto avessero fatto un buon lavoro e blablabla..." e anche lui alza gli occhi al cielo, proprio mentre lo faccio anche io, "Ah sì! Allora ho presente chi sono!" e scoppio a ridere, ricordando i loro stessi discorsi, dopo avermi vista sfilare con l'abito da sposa di Dior.
Il resto del tempo che abbiamo a disposizione, trascorre tranquillamente e troppo, troppo velocemente, per cui, dobbiamo salutarci presto.
Io corro ad indossare il mio prossimo abito e mi costringo a lasciarli lì seduti, dopo averli salutati calorosamente e rassicurati sul fatto che presto sarebbe finita.
Ho un altro vestito "complementare" con cui uscire: è di colore blu scuro, molto attillato. Penso che lo stilista, abbia voluto rappresentare la notte, perché ha delle stelle che si illuminano, sparse su tutto il corpino e la gonna. Come accessori, mi danno una collana super-vistosa, tutta d'oro con pietre blu, come il tessuto e un anello uguale.
In testa, mi mettono uno strano cappello: è una specie di fascia, che mi ricopre tutto il capo e, dalla parte superiore, parte una struttura a forma di mezzaluna, imbottita, quindi è morbida.
Mi sento un po' un'idiota (soprattutto a causa del cappello), ma quando vedo il completo di Dimitri (che è ancora il mio compagno), scoppio a ridere: ha una polo azzurra a maniche lunghe, dei calzoncini che arrivano poco sopra le ginocchia, (sempre dello stesso colore), un paio di calzini lunghi (di quelli sportivi) e un paio di scarpe normalissime.
Sulla maglia, ci sono tanti piccoli Soli stampati e stessa cosa per i pantaloni; come accessori ha (appunto) i calzini sportivi (avete presente no, quelli con le due righe rosse in cima e poi tutti bianchi?) e uno zaino, che tiene in spalla, ma questo è di semplicissima pelle marrone.
"Capisco perché siamo complementari..." esclamo, cercando di trattenermi dal ridere, "HA HA HA, non fai ridere, piccola stralunata" ribatte lui, indicando con un cenno il mio copricapo e sorridendo, "AH! Touché!" dico e scoppiamo a ridacchiare tutti e due.
Finalmente arriva il turno della nostra uscita e quando Mike ci dà il via, sono davvero felice: significa che poi potrò indossare l'abito per l'uscita finale con i ragazzi (e non ho idea di come sia fatto) e andarmene a casa, quando avremo finito.
Il giro dura un attimo di più di quello all'interno, soprattutto perché camminiamo lentamente, per non rischiare di cadere e ci fermiamo spesso a posare, per consentire ai fotografi, di immortalare gli abiti.
Circa 10 minuti dopo, sono già nel backstage a cambiarmi: quello che indosserò per il finale, è molto semplice, ma la sua bellezza mi spiazza.
La parte superiore è molto aderente, mentre la gonna, che parte dalla vita, cade morbida e leggera, formando un lunghissimo strascico sul dietro, di un rosso fuoco acceso.
Nella parte sinistra del davanti, c'è uno spacco molto profondo, che mi scopre l'intera gamba, fino alla parte superiore della coscia, ma non oltre.
Il corpino, ha due spalline abbastanza spesse e la scollatura a cuore.
Sono ansiosa di indossarlo, ma prima mi devono rifare tutto il trucco e sistemare i capelli: sugli occhi, mi spargono dell'ombretto grigio, ma molto, molto leggermente (solo per dare più espressione allo sguardo), disegnano una sottile linea di eyeliner e abbondano con il mascara, sulle labbra mi mettono del rossetto nude e del gloss lucido.
I capelli, da lisci, vengono trasformati in morbide onde non troppo boccolose e tenuti sciolti, divisi in due parti.
Quando finiscono, indosso subito il vestito, le scarpe e gli accessori (niente mezzelune in testa stavolta).
Ho ancora un po' di tempo prima del nostro momento, quindi raggiungo gli altri, che hanno già i loro completi addosso: sono tutti diversi, ma si vedono i particolari in comune. I loro abiti sono neri, ma hanno aggiunto il rosso, per metterli in relazione con il mio e il risultato è assolutamente perfetto.
"Allora... diventeremo colleghi?" chiedo divertita, vedendo le loro facce, "Oh, ma neanche per sogno!" esclama Sehun con una finta faccia disgustata, "Noi siamo più belli di te" e si pavoneggia muovendosi i capelli e guardandomi dall'alto in basso, "Oh, Sehun, sei una vera Sassy Queen!" dico ridendo sotto i baffi e questo lo fa esaltare ancora di più.
Wasthy ci arriva alla spalle, spaventandoci: "Allora, tra poco tocca a voi, Jenni, hai spiegato loro il giro da fare?" mi chiede e io annuisco, "Bene..." continua lui, "...voglio che voi due vi teniate per mano" dice, indicando me e Chanyeol, "E vi voglio tutti sullo stesso livello, in fila. La passerella è stata allargata in modo da farvi stare vicini, quindi che nessuno resti più indietro o più avanti degli altri, d'accordo?" e qui annuiamo tutti, dopodiché se ne va com'è arrivato: silenzioso e tranquillo.
Mano a mano che passano i minuti, noi ci avviciniamo alla tenda del gazebo, da cui partiremo: io e il mio compagno, staremo nel mezzo, mentre gli altri verranno divisi e messi un po' dalla mia parte e un po' dalla sua.
"Ragazzi..." dico io, attirando la loro attenzione, "sorridete... e divertitevi. Il resto non conta."
Dopo queste parole, facciamo un mega abbraccio di gruppo e restiamo così finché un Mike esasperato non spunta, e ci spinge fuori.

Quella magica SeoulWhere stories live. Discover now