24. Trovata

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EPISODIO VISSUTO DALLA PARTE DI CHANYEOL:
Non riesco a concentrarmi sulle prove, continuo a pensare a Jenni e a quello che le stanno dicendo: cosa sarà successo? Cosa aveva deciso di nasconderle Harry?
"Hey, Channy! Sveglia! Dobbiamo assolutamente essere allenati, lo sai che tra un po' ci sarà il nostro concerto!" mi sgrida Kai, svegliandomi dai miei sogni e incitandomi a mettermi in posizione.
Siamo arrivati alla sede dell'SM Entertainment un paio d'ore fa, ma non ho idea se Jenni sia ancora qui, o sia andata a casa; in ogni caso lo scopriremo presto, mancano un paio di canzoni, poi potremo andarcene anche noi.
Le esercitazioni su Wolf e MAMA vanno benissimo e siamo soddisfatti; abbiamo finito, per cui ci facciamo una doccia veloce nel bagno dello spogliatoio, iniziamo a cambiarci e a rimetterci i nostri vestiti, mettiamo tutto il resto nei borsoni d'allenamento e usciamo dalla stanza.
Ci dirigiamo verso le scale per andare al piano di sotto, dove c'è la sala conferenze in cui Harry ha portato Jenni, ma ancora prima di scendere il primo scalino, sentiamo qualcuno che ci chiama, urlando i nostri nomi uno ad uno.
Ci voltiamo e vediamo che è il nostro manager: strano, oggi non dovrebbe essere qui, "Ragazzi, avete finito le prove?" chiede con il fiatone, a causa della corsa che ha fatto per raggiungerci, e noi annuiamo tutti, per conferma, "Bene, non potete ancora andare però. So che non era programmato, ma che ne dite di fare un paio di shoot? Ho incontrato un fotografo molto bravo e sarebbe felice di farvi delle foto" ci spiega.
In questo momento vorrei solo andare alla ricerca della mia fidanzata per vedere come sta, ma non posso dire di no, quindi accettiamo e lo seguiamo al piano di sopra, dove ci sono i vari stand per i servizi fotografici.
Appena entriamo, riconosciamo tutti il fotografo di cui parlava: "Christian?" dico io sorpreso, e lui sorride in risposta, "Chanyeol, ragazzi! Ciao, come state?", "Oh, noi bene. Ma quindi ci farai tu le foto, oggi?" continuo e lui annuisce contento.
Vorrei tanto chiedergli di Jenni: sono sicuro che c'era anche lui in quella sala e che potrebbe dirmi qualcosa, ma decido di stare zitto e tenermi per me i miei pensieri.
Dopo esserci vestiti con i completi che ci sono stati consegnati e dopo aver fatto trucco e parrucco, siamo pronti per iniziare: i primi shoot, verranno fatti divisi in EXO-K e EXO-M, poi verremo messi in coppie (anche miste), per poi finire con quelli singoli.
Piano piano il lavoro va avanti e la mia preoccupazione aumenta sempre di più, per cui appaio distratto e con la testa tra le nuvole, infatti vengo richiamato più volte, sia da Christian che dal manager.
Dopo altre due ore abbiamo finito e, a questo punto, sono sicuro che lei sia già a casa, per cui faccio più in fretta degli altri a cambiarmi e mi avvio direttamente verso il piano terra ed esco dall'edificio.
Sono appena salito sul furgoncino, quando vedo tutti gli altri arrivare e salire con me, "Non penserai mica che ti lasciamo andare da solo?" mi chiede Xiumin e diciamo all'autista di partire.
In meno di 10 minuti, siamo davanti al suo palazzo ed è adesso che mi chiedo come diavolo ha fatto ad arrivare qui. Il furgone era di fuori che ci aspettava da quando siamo arrivati, quindi lei non ne ha usufruito per andare a casa.
Che abbia camminato fin qui?
Mentre tutti questi pensieri mi frullano incostantemente nella testa, salgo i gradini due a due, ignorando alla grande l'ascensore.
Arrivo al dodicesimo piano in un minuto e mi fermo per aspettare gli altri, che sono rimasti indietro.
Quando arrivano, estraggo la chiave dalla tasca (Jenni, me ne ha regalata una copia qualche giorno prima di partire per Parigi), la infilo nella serratura e spalanco la porta.
Inizialmente non vedo nulla di strano, la luce di mezzogiorno filtra dalle finestre, illuminando chiaramente tutto l'ambiente, senza il bisogno di accendere il lampadario.
Faccio un paio di passi e vedo che ci sono dei pezzi di vetro sparsi alla mia destra.
Non so perché, ma questa visione mi fa irrigidire e gelare il sangue al tempo stesso e comincio a guardarmi intorno.
I ragazzi, si dirigono su per le scale alla mia sinistra, per andare a vedere se per caso è andata di sopra a dormire, o ad allenarsi nella sua sala personale; sento che si urlano l'un l'altro "No, qui non c'è!" o "Nemmeno qui".
Io sono ancora inchiodato poco oltre la porta, a fissare quei pezzi di vetro, che occupano il pavimento che precede la cucina.
Le urla dei miei compagni, che non riescono a trovarla, mi fanno avanzare di qualche passo e così riesco a vedere oltre il divano.
Mi avvicino velocemente, vedendo che anche lì ci sono frammenti di ogni genere di materiale e mi si presenta davanti una scena agghiacciante: una figura incosciente, è sdraiata proprio al centro del soggiorno, davanti al sofà ed è circondata da un piccola pozza di sangue, probabilmente dovuta al braccio ferito, che sta continuando a sanguinare lentamente.
Mi inginocchio di fianco a lei e le tiro via i capelli dal viso.
Un urlo mi esce dalla gola, ancor prima che possa fermarlo, "JENNI!".

Quella magica SeoulOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz