37. Non sempre quando si cade, ci si rialza.

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Altri 3 mesi dopo...

"Forza, forza! Il tappeto, Christian, il tappeto! Ma non quello, l'altro! Sì, ecco, quello!", "Non così Juan! Dall'altro lato. E attento a non urtare le decorazioni appese!", "No, Victoria, non così. Dev'essere simmetrico! Tutte le forchette da quel lato e i coltelli dall'altro. E metti i bicchieri come ti ho fatto vedere!" sbraito (gentilmente) ordini a destra e a manca, per fare in modo che sia tutto perfetto.
È il giorno del matrimonio di Harry e tra meno di mezz'ora, si inizierà la cerimonia; io, intanto, finisco di sistemare le ultime cose in sala da pranzo, come i centrotavola e le posate.
La funzione si svolgerà in giardino, dov'è stato allestito un meraviglioso gazebo, che ho ricoperto personalmente, di rose bianche.
Le sedie per gli invitati e il tappeto che fa da navata, sono al loro posto: ora dobbiamo solo attendere l'arrivo del resto della gente e degli sposi, ovviamente.
Okay, il lavoro all'interno è finito e quindi mando di fuori tutti, cosicché possano prendere posto e io passo in rassegna ogni cosa, per controllare che sia tutto davvero a posto.
Ho addosso il mio vestito da Damigella, ma nonostante questo, non me la sto proprio prendendo comoda: Harry e Stan sono leggermente in ritardo, ma io vado in panico anche se sono solo 10 minuti.
Lascio una ventina di messaggi al mio manager, nel giro di 2 minuti, ma non ottengo risposta così provo a chiamarlo. Non appena schiaccio il tasto verde, ecco comparirmi i due protagonisti della giornata, davanti agli occhi, per cui chiudo velocemente la chiamata e gli corro incontro.
Parliamo un attimo di banalità, poi li porto in giro per far vedere l'allestimento, "È adorabile, Jenni" si complimenta Stan e io arrossisco.
Il prete è già pronto (hanno deciso di fare una cerimonia cristiana, pff...ma chi sono io per giudicare?), per cui li faccio sistemare sulla porta che dà all'esterno e attendo il segnale, afferro il cestino con i petali di rose e mi metto davanti alla fila.
Poco più di 5 minuti dopo, parto, iniziando a spargere il contenuto del mio cesto, con gesti teatrali e poetici, quasi come una ballerina classica.
Quando arrivo in fondo, mi metto alla sinistra dell'altare e aspetto l'arrivo delle damigelle che mi succedono (loro non hanno i fiori heheheh), poi vedo che Harry esce e si dirige verso di noi.
Purtroppo nessuno lo sta portando all'altare, poiché i suoi genitori sono dei grandi pezzi di... cacca; quando ha confessato loro la sua omosessualità (all'età di 16 anni), l'hanno ripudiato e cacciato via di casa. Fortunatamente suo nonno materno, è stata una persona meravigliosa e l'ha accolto in casa sua, continuando ad accudirlo e ad aiutarlo con i finanziamenti per gli studi e tutto il resto.
Harry mi ha raccontato che, non appena si è presentato davanti a casa del nonno, lui l'ha tirato dentro e si è messo a scrivere una lettera a sua figlia, in cui diceva una cosa del genere: "Siccome è iniziato il gioco de 'Cacciamo i figli', allora voglio giocare anche io. Ti avverto Sally, che da oggi in poi, non ti considero più come mia figlia, ma ti ringrazio, di avermi donato un fantastico nipote gay."
È morto poco più tardi, a causa di una complicazione respiratoria, ma se fosse ancora vivo, sono sicura al 100% che lui sarebbe qui e starebbe accompagnando il suo favoloso nipote, all'altare.
Alla fine della navata si ferma, per aspettare 'il suo Bello' (lo chiama proprio così!), mi guarda e mi fa l'occhiolino, poi allunga pochissimo la mano e mi dà una stretta affettuosa al polso (siamo molto vicini, quindi nessuno nota nulla).
La cerimonia si svolge in modo tranquillo ed è dannatamente romantica: tutti i presenti si commuovono, durante i voti nuziali e gli sposini pure (io sono l'unica che non piange...che insensibile). Sono stati scritti da loro, quindi hanno più valore e sono più sinceri, a parer mio.
Quando arriva il momento del bacio finale, un tripudio di coriandoli bianchi vengono sputati nel cielo e due colombe dello stesso, purissimo colore, vengono liberate dai due e lasciate volare nel cielo estivo (o autunnale, come preferite considerare la fine di agosto).
Sono contentissima del risultato, fino ad ora: l'allestimento è meraviglioso, gli invitati sono felici e i vestiti che ho confezionato sono stupendi.
Essendo il bianco e l'oro, i colori principali, ho confezionato entrambi i vestiti del primo colore, ma poi inserito dettagli diversi, nel secondo.
Per esempio Harry, un super damerino in bianco, ha il fazzoletto da tasca e il papillon oro, mentre Stan porta la cravatta e le fettucce delle tasche in oro.
Sono favolosi, come solo dei gay possono esserlo e sembra andare tutto perfetto.
Il mio vestito invece, è una cosa un po' più...diversa ecco: è un abitino corto, quasi da cocktail, tutto bianco, con decorazioni in pizzo oro sullo scollo a cuore, lungo la vita e sull'orlo, ma il pezzo forte è un lunghissimo strascico che si allunga dietro, con gli stessi abbellimenti della parte superiore.
Ero molto indecisa se mettere dei gioielli che si intonavano al vestito, ma Harry mi ha detto che sarebbe stato felice di vedermi con la collana di Chanyeol e nient'altro.
Avevo pensato ad un collier, super pesante e decorato, ma poi mi sono resa conto che ha ragione e sono restata con la mia collanina preferita (dopotutto ha la catenina in oro, un po' si intona).

Il resto della giornata procede lentamente, nonostante tutto il divertimento; il cibo è delizioso, talmente tanto che mangio tutto quello che ho nel piatto e alla fine, mi dò il colpo di grazia, con una fetta di torta!
Fino a questo momento, è andato tutto a meraviglia: nessun intoppo, nessun problema; la cena è andata benissimo, hanno fatto il taglio della torta, il lancio dei bouquet, del quale ne ho preso uno (mentre l'altro è rimasto impigliato al lampadario di cristallo), scatenando urletti da parte del manager, il Primo Ballo...
Insomma, una cerimonia tradizionale, ma perfetta.
I festeggiamenti durano fino a tarda notte e alla fine rimaniamo solo io, Harry, Stan e Christian; io e il mio amico fotografo, lasciamo andare i due sposini, cosicché possano continuare a festeggiare come vogliono, da soli (visto che tra due giorni partono per il viaggio di nozze con meta Sharm El Sheikh) e restiamo a pulire un po', anche se lui non fa altro che barcollare.
Domattina l'agenzia di organizzazione che abbiamo ingaggiato, verrà a sgombrare dai tavoli, smontare il gazebo e tutto il resto e quella di pulizie, verrà a finire il lavoro, ma almeno raccogliamo le cose che sono cadute, tipo tovaglioli, posate ecc... e spegniamo le luci e la musica, staccando tutte le spine, per sicurezza.
Christian non si fida a farmi tornare a casa da sola, nonostante io abbia la macchina, perciò sale al posto del passeggero e mi dice che non se ne andrà, finché non mi vedrà entrare nell'appartamento.
Questo comportamento non è del tutto normale da parte sua e sento che puzza di vodka in una maniera assurda, perciò decido di portarlo a casa sua senza che lo sappia; se ce lo porto io, almeno so che ci arriva sano e salvo.
Sono le 3.30 del mattino, quando arriviamo davanti alla porta del suo appartamento; la sua sbronza è peggiorata durante il viaggio e ora sembra un tipico ubriacone del sabato sera (oggi è sabato, quindi ci ha preso in pieno!).
Frugo nelle sue tasche, per prendere le chiavi, cosa che si rivela difficile, visto che non sta fermo un attimo, ma alla fine riesco nell'impresa e spalanco la porta.
Lo porto in camera da letto: sinceramente non mi piace l'idea che dorma con lo smoking addosso, ma non voglio spogliarlo, perciò mi limito a togliergli le scarpe e a buttarlo sul materasso.
"Jenni, Jenni, Jenni" inizia a borbottare, mentre mi tira per la maglia, "Dai, sdraiati con me..."; "Wow! L'effetto della Vodka è impressionante!" penso sorridendo tra me e me, ma il sorriso svanisce, quando vedo che ci sta mettendo più forza, per farmi cadere sul letto insieme a lui.
"Non hai scelto giusto!" mi dice, quasi urlando, "Io ci sono sempre stato per te e tu? Cosa fai? Cadi ai piedi del primo cantante da strapazzo che ti considera. Puah!" esclama e non posso fare a meno di sbarrare gli occhi, "Come scusa? Christian, sei ubriaco fradicio. Dormi e domani sarà passata" gli dico io, calma, senza espressione.
"NO!" urla lui, facendomi sobbalzare, "Christian di qua, Christian di là. Tutti che fanno i gentili solo quando gli fa comodo, ma poi nessuno che c'è quando servono loro a te! Stronzi, tutti voi" conclude, lasciandomi ancora una volta di stucco.
"Vi fingete...perfetti, tutti amici, mentre in realtà siete tutti delle persone di merda!" biascica acido, "Beh, sono contenta che dici così, ma a quanto pare nemmeno tu sei tanto sincero quando sei insieme agli altri" ribatto, incrociando le braccia e scostandomi un pochino.
"Pff...nessuno se n'è mai accorto. Nessuno guarda davvero le persone, tutti sottovalutano tutti; se vedono che sorridi, per loro sei felice, se vedono che rispondi alle loro domande, per loro non sei arrabbiato e se vedono che sei disponibile, ti usano" continua.
La sua voce si fa più impastata, mano a mano che va avanti, ma a tratti sembra lucidissimo, quasi fosse sobrio e la cosa mi fa decisamente paura.
Solo qualche ora fa, era ancora il Christian che conoscono tutti: il ragazzo disponibile, il fotografo di talento, l'amico fedele.
Cosa è successo? Questo non può essere solo l'effetto dell'alcool; l'alcool sta solo tirando fuori i suoi veri pensieri, la verità e questo significa...
Non può essere.
Lui non è così.
"Stai pensando a come possa essere possibile? 'Come può essere una persona tanto spregevole? Pensavo fosse mio amico! '" mi imita, con una vocetta stridula, che non assomiglia per niente alla mia, "Fidati, sono meno ubriaco di quello che sembro" dice poi, mettendosi a sedere, "Ma mi sembrava una buona occasione per sfogarmi; almeno se me ne pento, domattina posso dare la colpa alla Vodka".
"Ma non puoi aver finto tutto questo tempo!" esclamo, "No..." risponde dopo una breve pausa, "...quando ci siamo conosciuti ero come ero, poi te ne sei andata...per 4 lunghissimi anni, dopo avermi usato per farti lanciare nel mondo delle modelle. Poi ci siamo incontrati di nuovo l'anno scorso, ma tu stavi con quel...Chanyeol" lo dice in modo sprezzante, quasi disgustato.
"Io non ti ho usato per niente! Mi hai aiutato e poi le nostre strade si sono divise. E poi ti avevo detto già a quel tempo, cosa eri per me. Un amico" dichiaro io, premendo sul suo tasto dolente.
Era innamorato di me, ma io non l'ho mai visto come un potenziale fidanzato; pensavo mi avesse aiutato perché voleva aiutarmi e farmi uscire dalla situazione schifosa in cui ero e invece...era solo per portarmi a letto.
Il disgusto che provo in questo momento, non l'ho provato nemmeno davanti alla faccia di mio padre e inizio a chiedermi se loro due non fossero in combutta contro di me; decido di non chiederlo, voglio solo andarmene da qui.
Nel giro di un paio di settimane dovrebbero tornare i ragazzi (non ne sono completamente sicura) e io potrò ritornare a vivere insieme a loro, felice.
Inoltre, farò licenziare questo bastardo dalla mia agenzia, cosicché non debba più vedere la sua faccia quando vado al lavoro: mi sono sbarazzata di mio padre, con lui sarà un giochetto.
"Senti, io vado" dichiaro di botto, arrabbiata per le sue (sbronze) parole, ma lui mi prende per un polso e stringe forte, fino a farmi male, "Sei convinta che ti ama, eh?" mi chiede e capisco subito a chi si riferisce, "Bella stronzata! Guarda qui, bell'innamorata..." dice acido e mi lancia addosso una rivista, ma non mollandomi il polso.
La afferro al volo e guardo la copertina: Chanyeol, insieme ad una ragazza, camminano fianco a fianco su un marciapiede. C'è qualcosa di strano in questa foto, sembra distorta, quasi finta, ma i titoli in stampatello e grassetto attirano tutta la mia attenzione "Park Chanyeol insieme alla nuova fiamma Sejinni", oppure "Il cantante in Tour si fa sorprendere con la collega della SM; Sejinni e Park Chanyeol: una coppia?".
Ce n'è uno in particolare, che mi spezza in due "Park Chanyeol: e Jennifer dove l'hai lasciata?"
Sento un rumore nel petto e poi una pugnalata. Non riesco più a sentire più niente, non vedo più Christian e non sento più le sue parole canzonatorie, che mi prendono in giro e cercano di ferirmi ancora di più.
Il mio cuore si è distrutto in migliaia e migliaia di pezzi, che ora sono conficcati nella pelle e la paura mi assale, feroce e insaziabile "Sejinni...esiste?!"

Quella magica SeoulWhere stories live. Discover now