Capitolo 1*

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Una settimana dopo...

Vincent's POV

Ero finalmente di nuovo da solo. Eric, il mio migliore amico, aveva deciso di fermarsi qualche giorno in più dai suoi. Mia madre, invece, era tornata a casa.

Un po' mi dispiaceva non averle dedicato tanto tempo.

Conoscevo benissimo il motivo per cui fosse venuta a trovarmi.

A volte speravo si arrendesse e smettesse di cercare di recuperare il nostro rapporto. Lei sperava che un giorno sarei potuto tornare ad essere il Vin di quattro anni prima. E io forse gliene ero grato. Era bello sapere che almeno lei non avesse smesso di credere in me.

Per quanto riguardava Eric, speravo tornasse in città il più tardi possibile. Sì, certo un po' mi mancava, ma avere casa libera non aveva prezzo. Avrei potuto passare tutto il giorno a letto a scrivere o a disegnare, senza sentirlo inventarsi ogni tipo di scusa per farmi uscire da quel muro di apatia che mi ero costruito attorno.

Anche lui, come mia madre, aveva assistito al mio "cambiamento", ed esattamente come lei, non si rassegnava al fatto che avessi smesso di essere quel diciassettenne spensierato e solare, pieno di amici e con tanta voglia di vivere.

Mi alzai svogliatamente e andai in cucina. Versai del latte in una tazza e la infilai nel microonde. Poi tornai in camera, poggiai la tazza sul comodino, sistemai le coperte e mi buttai sul letto.

Allungai la mano per afferrare la tazza ma, distrattamente, presi in mano quella foto che pochi giorni prima avevo trovato al belvedere. Ancora non riuscivo a spiegarmi quel gesto. Immediatamente la mente tornò al giorno in cui la trovai.

(inizio flashback)

Uscii di casa e mi accesi una sigaretta. Ne avevo decisamente bisogno. Stavo impazzendo!

A mia madre avevo raccontato di nuovo che sarei andato a lezione, anche se  in testa avevo tutto, meno che gli esami e il dover studiare.

Presi la strada che conduceva al belvedere con una sola speranza. Incontrarlo. Per quanto potessi negarlo, morivo dalla voglia di rivedere il ragazzo biondo.

Non facevo altro che ripetermi che, qualora non ci fosse stato neanche quella volta, avrei lasciato perdere.

La città era piccola e magari prima o poi lo avrei incrociato per strada, o me lo sarei trovato a qualche tavolo di distanza, nello stesso bar.

Oppure me ne sarei dimenticato e avrei ricominciato ad essere il solito Vin. Quello che davanti alle occasioni fuggiva. Quello che evitava di mostrare le sue debolezze per paura di essere ferito.

Cercai di liberare la mia mente dalle solite ansie e paranoie.

Il mondo non ce l'aveva con me. Ero io ad avercela con il mondo.

Percorsi l'ultimo tratto di strada, chiedendomi di continuo se stessi facendo una cosa sensata.

Avevo il cuore in gola e non sapevo neppure perché.

Era da stupidi pensare che con tutti i posti che c'erano da fotografare, quel tipo fosse di nuovo lì, a fotografare quella piazzetta un po' insulsa, ma con una bella vista.

Da quando ero tornato a casa quella mattina, non facevo altro che pensare a lui.

Non riuscivo a concentrarmi o a studiare.

Mi maledicevo per essere stato acido e non avergli dato il mio numero!

Perché mi autosabotavo?

Coincidenze - COMPLETA (IN REVISIONE)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant