Capitolo 52

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Vin's POV

Aprii la porta di casa, scoprendo che la televisione del salone fosse ancora accesa.

-Vin?- chiamò mia madre abbassando subito il volume.

-Ciao mamma- dissi togliendomi il cappuccio dalla testa.

Manon si alzò dal divano e corse verso di me, buttandomi le braccia al collo.

-Sei un'idiota! Hai fatto preoccupare la mamma a morte! Guarda che ore sono!- mi disse a bassa voce.

-Mi dispiace- risposi.

-Andy ha pianto tutta la sera, chiuso in camera tua! Che cosa gli hai fatto?- mi chiese.

Abbassai lo sguardo sentendomi in colpa.

Nel frattempo ci raggiunse anche mia madre.

Sorrise non appena mi vide.

Mi sentii infinitamente stupido.

Ancora una volta avevo fatto una scenata da primadonna con annessa "trasferta con cazzata".

Mi lasciai abbracciare anche da lei e cercai di evitare di ricominciare a piangere.

La faccia mi bruciava come se al posto di lacrime ci fosse scivolata sopra lava.

-Mi dispiace...se ho fatto quella scenata- mi scusai.

-Non importa tesoro. Capita a tutti di arrabbiarsi- disse mia madre accarezzandomi il volto.

-Dov'è Andy?- chiesi non vedendolo arrivare.

-In camera tua. È stato lì per tutto il tempo- rispose mia madre.

-Era molto preoccupato per te- insistette Manon.

Mi morsi il labbro maledicendomi per essere stato dannatamente idiota.

Mia madre mi accarezzò il viso, forse intuendo come mi sentissi.

Non era un mistero che avessi pianto.

Avevo gli occhi rossi e lucidi e la faccia mi bruciava.

Le faceva male vedermi ridotto così.

Voleva proteggermi, perché pensava di non essere stata capace di farlo in passato.

Mi lasciai abbracciare ancora, e nonostante fossi più alto di lei, in quel momento fui io a sentirmi piccolissimo.

Desiderai di rimanere stretto tra le sue braccia e per un momento pensai di volerle addirittura raccontare come stessero le cose tra me e il biondo.

Ma mi vergognavo terribilmente di quello che avevo fatto al campo e non volevo che mia madre e mia sorella venissero a saperlo.

A causa di Fred avevo passato quasi un anno rintanato nella mia stanza, e ora alla prima occasione utile mi ero gettato tra le sue braccia, come se improvvisamente avessi dimenticato tutto.

Mia madre si limitò a stringermi forte e a sussurrarmi che tutto si sarebbe aggiustato, senza chiedermi nessuna spiegazione, come sempre.

Gliene fui grato.

Non volevo rimanesse delusa dal mio comportamento patetico.

Riuscii quasi a calmarmi tra le sue braccia.

Almeno fino a quando mia sorella non ricominciò ad infierire.

-Allora? Non vuoi dirci cosa è successo?-

-Dove sei andato? Hai fatto qualche cazzata?-

La guardai con gli occhi già di nuovo lucidi e mi sentii colpito dalle sue parole, perché era come se mi avesse letto nel pensiero.

Coincidenze - COMPLETA (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now