t w e n t y

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Jungkook, quando si svegliò, la prima cosa di cui si accorse fu un forte profumo di dolci invadere le sue narici.

Fu proprio a causa di questo infatti che, curioso di scoprire di cosa si trattasse, si volle alzare, ignorando la debolezza che avvertiva e la forte emicrania che gli martellava insistentemente la testa.

Per cui, incurante di tutto, si alzò piano dal divano viola su cui si trovava e seguì la scia di quel buon odore, tanto allettante.

Arrivò così nella cucina, poco distante dal salone dove fino a poco fa aveva dormito e, una volta giunto lì, trovò un ragazzo dai capelli rossi girato di schiena, evidentemente occupato con i fornelli, a preparare qualcosa.

Il moro lo guardò per qualche minuto, cercando a fondo nella sua memoria per ricordarsi il suo nome, che al momento gli sfuggiva.

-Tae...Tae... Taehyung!-

Esclamò in fine, una volta riuscito nel suo intento, con aria un po' incerta.

Allora il giovane sentendosi chiamare si voltò subito verso di lui, mostrandogli uno smagliante sorriso.

-Giorno Jungkook.-

Gli rispose allegramente questo, posando nel frattempo sulla tavola un enorme piatto di invitanti pancake appena sfornati.

Il più piccolo vedendoli spalancò gli occhi, incredulo; erano uno dei suoi piatti preferito.

Da quanto non ne mangiava!

Immediatamente egli sentì lo stomaco brontolargli, avendo un certo appetito.

Aveva dimenticato l'ultima volta che il suo corpo aveva ingerito del cibo.

Accorgendosi di quella sua reazione, l'altro lo guardò, chiedendogli poi con tono teso -Ti piacciono, giusto?-

-Oh, sì, certo!-

Rispose di conseguenza il minore, ritornando in sé, con lo sguardo ancora rivolto verso quel vassoio fumante.

Il rosso rise.

-Bene, serviti pure, li ho preparati apposta. Hai fame, no?-

Jungkook annuì con convinzione, prendendo posto.

Taehyung, dopo aver cacciato qualcos'altro dal frigo accanto lui, fece la stessa cosa, mettendosi di fronte all'ospite che timidamente aveva iniziato a mangiare, affamato.

Non ricordava bene né dove si trovasse né chi fosse quel ragazzo di preciso, che tanto sembrava starsi prendendo cura di lui; sapeva, stranamente, solo il suo nome, per il resto nulla, buio totale, ma in quel momento, davanti a tutto quel ben di Dio, non gli importava nemmeno granché.

Lo stava sfamando, lo aveva accolto in casa sua e, per giunta, lo aveva fatto riposare anche lì, dandogli un posto su cui poter farlo, quindi non doveva preoccuparsi più di tanto, vero?

Probabilmente era qualcuno che conosceva, un parente forse, o qualcosa di simile, di cui ora non si ricordava.

Può darsi che, parlando un po', gli sarebbe riaffiorato alla mente pian piano tutto, non c'era fretta, pensò il moro, continuando a mangiare quella delizia.

A un tratto, il ragazzo dalla capigliatura rossa interruppe quel silenzio che regnava tra loro, chiedendo al più piccolo -Come stai, ora?-

A quella domanda quest'ultimo inarcò un sopracciglio, colto di sorpresa.

Quindi era cosciente anche di questo?

Comunque, decise di far finta di nulla e, riprendendosi, gli rispose, tra un boccone e l'altro -Mi fa male un po' dappertutto, in particolare la testa, però è sopportabile, immagino.-

Monster; v k o o kWhere stories live. Discover now