f o u r t y - t h r e e

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-Come hai fatto a scoprirlo?-

Taehyung rimase di fronte all'altro, appoggiandosi con la schiena vicino al muro alle sue spalle e mordendosi l'interno molle della guancia.

-Tae...-

D'altra parte il maggiore si sentiva parecchio in soggezione a ricambiare lo sguardo del rosso, dato quel che stesse succedendo in lui.

La rabbia repressa con forza fino ad allora stava per avere finalmente la meglio sul suo volere, lo dimostravano le palpebre bianche ora insanguinate completamente e il suo tono di voce più autoritario e cupo del solito.

No, non doveva succedere.

Nam esitò ancora prima di parlare, non sapendo se fosse meglio evitare la cosa o meno, ma quando il più piccolo lo richiamò quasi urlando, mettendo maggiormente in evidenza il fatto che sarebbe potuto scoppiare da un momento all'altro, si ritrovò obbligato a esprimersi, deglutendo prima più volte a vuoto.

-Ho avvertito una presenza estranea.-

Il rosato rimase nella sua precedente posizione, con il capo chino e l'espressione corrucciata, mentre il rosso lo scrutava con attenzione.

-Quando, di preciso?-

La sua voce non si smuoveva di un millimetro ora, era precisa e distaccata, dal timbro tagliente e freddo, proprio come era abituata a essere un tempo, prima che Jungkook arrivasse a sconvolgere i ritmi della sua monotona esistenza.

Ah, se non fosse stato così cocciuto, quanti problemi avrebbe evitato!

Ah, se non fosse stato accecato dalla sua infinita sete di sangue!

A cosa lo aveva portato tutto ciò, alla fine?

A ridursi in condizioni simili, al punto in cui sarebbe bastato un niente per far uscire fuori la parte peggiore di sé, che non augurava di mostrare a nessuno.

Eppure, nonostante ciò, lui avrebbe sempre continuato a dire che ne sarebbe valsa assolutamente la pena, non importava quanto dolore avrebbe dovuto sopportare a denti stretti, non importava quante lacrime avrebbe dovuto respingere, quante urla avrebbe dovuto nascondere, quanti crimini avrebbe dovuto tornare a commettere all'ombra dell'oscurità.

Tutto, pur di far suo quella dolce anima, ai suoi occhi ancora più preziosa di prima, ora che ne aveva potuto provare un minimo l'essenza divina.

Il maggiore d'età esitò nuovamente a schiudere le labbra rosee e dalla forma piena, non essendo sicuro di che conseguenze avrebbero potuto esserci in seguito a quell'azione sottovalutata.

Un tempo era stato capace di prevedere -più o meno- i presunti atteggiamenti dell'altro, ora invece non aveva la minima idea di che poter aspettarsi da lui; anche un singolo sguardo era in grado di turbarlo, di far nascere dentro di sé costanti ripensamenti, figuriamoci in una situazione del genere, in cui adesso si malediva per esservisi messo in mezzo.

Ciò non era neanche qualcosa che lo riguardasse direttamente, allora cosa doveva farsene di intervenire, di immischiarsi sempre in questioni tanto complesse?

Forse era per l'affetto che sentiva verso colui che aveva visto crescere, forse perché provava ancora un briciolo di pietà, di sensi di colpa verso quella povera creatura che non aveva saputo salvare, che aveva lasciato fra le mani della morte, dallo stesso da cui inizialmente voleva allontanarlo.

Davanti a quella riluttanza il minore incrociò le braccia al petto e incominciò a battere a ritmi irregolari il piede sul pavimento, arricciando la bocca.

Nel frattempo Nam si ritrovò a sospirare senza nemmeno accorgersene, convincendosi riguardo al fatto che ormai non avesse più alcuna via di scampo da quella trappola letale, che una volta che avesse deciso di entrarvi non avesse più nessun modo possibile per scappare, e che doveva limitarsi a collaborare e a fare il possibile per tentare di non commettere una seconda volta lo stesso tremendo errore.

-È già accaduto un paio di volte.-

-E perché vieni a dirmelo solo ora?-

Ecco che il tono di voce dell'altro in un attimo si trasformò in un urlo di frustrazione, che in fondo aveva le sue valide motivazioni -anche troppe, a essere sinceri- per nascere e non continuare a essere represso.

Namjoon a quella brusca reazione da parte sua storse istintivamente il naso, socchiudendo gli occhi di poco, per poi riaprirli subito, nemmeno un paio di secondi dopo.

Doveva prevederlo.

Non aveva utilizzato il modo migliore per esprimersi.

In ogni caso, non seppe imparare dai suoi sbagli, infatti, non pensandovi troppo, continuò imperterrito -Credevo che non fosse nulla di così tanto importante.-

In seguito a tale risposta Taehyung ridacchiò e poi, portando le braccia al petto e alzando lentamente lo sguardo, si diresse a passi lenti e snervanti verso la figura imponente che gli stava di fronte, mantenendo quello sguardo sfacciato che sembrava ormai essere fatto apposta per incorniciare il suo viso dai lineamenti ben marcati, messo ancora più in risalto da quel rosso accesso che gli dominava gli occhi, sostituendone il naturale colore scuro.

Cosa avrebbe pensato ora Jungkook se l'avesse visto così?

Si sarebbe pentito di quel che prima si era ritrovato a fare, o magari sarebbe rimasto ancora più affascinato da quel ragazzo tanto misterioso, come credeva che fosse?

In fondo non aveva torto.

-Nam, ascoltami. Perché non lo ripeterò una seconda volta.-

Quando si fu avvicinato al diretto interessato, il rosso si fermò per qualche istante prima di parlare, soffermandosi a studiare quest'ultimo, e poi riprese il suo discorso, afferrando come se nulla fosse il collo della maglia del rosato e tirandolo più verso di te, stringendo la presa, quasi non rendendosi conto di ciò che seriamente stesse facendo.

Namjoon sbarrò gli occhi ma comunque non osò protestare, limitandosi a lasciare che il giovane si sfogasse sapendo che, dopotutto, fosse la scelta migliore da prendere.

Non gli avrebbe fatto male davvero, ne era convinto.

O almeno ci sperava.

Le parole che però uscirono dalla bocca del rosso non confermarono molto la sua ipotesi ma anzi, la mandarono quasi completamente in frantumi.

-O sei con me, o sei contro di me.
Credevo di essere già stato abbastanza chiaro.-

Tae inarcò un sopracciglio, per poi lanciare uno sguardo all'altro che non venne ricambiato.

Così, successivamente allentò la presa e lasciò il più alto libero, senza però comunque allontanarsi da lui.

-Quindi...- continuò impassibile, tornando a incrociare le braccia al petto.

-Cosa vuoi fare? Aiutarmi o no?-

Namjoon pregò che il ragazzo stesse scherzando, non potendo credere che parlasse seriamente.

Quando però notò l'insistenza con cui il giovane aspettasse una risposta da parte sua, si tirò il labbro fra i denti bianchi.

Cosa poteva fare? Dire mai di no?

Infatti, il rosato si limitò a balbettare un -Sono con te.- quasi impercettibile, che portò a sorridere il rosso, che di rimando gli diede una pacca amichevole sulla spalla, avvicinandosi poi al suo orecchio e sussurrandogli in modo gelido -Bene, amico mio, perché non mi sarei fatto problemi a ucciderti.-

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