f i f t y - t h r e e

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Taehyung, quando ormai aveva iniziato a scorgere in lontananza quella che era stata fino ad ora la casa che aveva ospitato lui e Jungkook, ormai aveva già in mente tutti i progetti e le cose da fare partendo da quel momento in poi.

Aveva calcolato ogni dettaglio minuziosamente: dove si sarebbero trasferiti, le maggiori attenzioni che avrebbe dedicato al ragazzo per evitare che uno spiacevole evento come quello rivelatosi ora si verificasse una secondo volta, cosa avrebbe dovuto fare per farlo sentire a suo agio adesso che poteva... Era perfetto.

Certo, se solo non fosse successo qualcosa di imprevisto, alquanto inaspettato.

Il rosso era ancora fatto di sangue, dalle mani, ai vestiti, alle ali, ma non gli importava più di tanto; era davvero stanco, gli sarebbe piaciuto solo riposare adesso, però non c'era tempo da perdere, prima si sarebbe sbarazzato degli impicci, prima sarebbe riuscito a trovare un momento di pace da dedicare a se stesso.

Non pensò nemmeno al fatto che, una volta entrato dentro, il giovane avrebbe potuto vederlo in quello stato e farsi due domande a cui lui non sarebbe riuscito a rispondere; dava ogni elemento per scontato, come se nulla potesse più causargli problemi o recargli alcun fastidio, come se avesse sistemato tutto quel che doveva.

Si sentiva di aver fatto il necessario e indispensabile per tenere al sicuro il suo prezioso tesoro: ogni azione che aveva compiuto, quelle vite che aveva strappato e che erano morte per il suo bene, ogni giustificazione aveva come soggetto lui.

Ormai era diventata come un'ossessione incontrollabile quella che provava nei suoi confronti; forse era l'attesa interminabile a renderlo così, magari stava davvero cambiando da solo modo di pensare, o probabilmente non riusciva a rendersi conto di quel che stesse in realtà facendo.

Jungkook, Jungkook, Jungkook.

Non c'era altro nella sua testa, e che gli piacesse o meno non era capace di trovare modo per distrarsi, per concentrarsi su altro; nulla pareva saper interessarlo come quella creatura, o meglio, quel che voleva da lui.

Non si trattava nemmeno della sua persona, di per sé, ma di ciò che celasse al suo interno, di quella meraviglia che non si accorgesse di possedere, di quel potere che solo lui in forse l'intero universo poteva aver il dono inestimabile di ospitare.

Era passato un bel po' da quando Tae aveva posato gli occhi su quell'agnellino indifeso ma nonostante ciò, a suo giudizio, non era ancora pronto, non doveva essere toccato, almeno per il momento.

Che fosse veramente così? O magari il demone stesse, in modo molto semplice, cercando un espediente, una scusa sensata per non ucciderlo? Per tenerlo un altro poco con sé?

Non si era neanche soffermato sull'ipotesi di un'opzione simile, non avendo avuto il tempo materiale per potersi dedicare a un pensiero simile, e pure se l'avesse fatto di certo avrebbe negato ogni cosa.

Ah, chissà, chissà!

A ogni modo, quando questo giunse all'interno dell'abitazione, prima di salire al piano di sopra, dove era sicuro si trovasse l'altro, scappò in fretta in bagno e si sciacquò il viso con l'acqua gelida, non avvertendola effettivamente come tale, incapace di provare alcuna sensazione  e non sentendone neanche l'estremo bisogno, a dirla tutta, passando poi alle mani e così via, fissando imparziale la sostanza rossastra mischiarsi all'acqua.

Non poté fare a meno di far caso alla brutta cera che avesse, osservando il proprio riflesso nello specchio, marcato da delle occhiaie abbastanza profonde e un'espressione distrutta che non aveva le forze o tantomeno la voglia di mascherare, sperando che il minore non vi prestasse troppa attenzione e che, soprattutto, non gli ponesse eccessivi quesiti a riguardo, cosa che odiava a morte, a cui sicuramente avrebbe risposto usando un tono che non amava utilizzare ma, allo stesso tempo, del quale non sapeva sbarazzarsi.

Monster; v k o o kNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ