s i x t y - f o u r

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Come ormai quello che era diventato il solito, monotono andazzo, non si ripresentò una scena molto diversa rispetto alle precedenti quando Jungkook si svegliò da quell'innaturale riposo in cui era finito se non forse per il fatto che, fin dal momento in cui ancora non aveva riaperto gli occhi ed era rimasto in balia della scomoda sonnolenza, aveva avvertito una piacevole, innocente, sensazione che fiduciosamente gli aveva tenuto compagnia per tutto il tempo con dolce premura, non ricordandogli quel comune fastidio fattosi costante nelle precedenti situazioni ma anzi, aveva persino avuto l'impressione che, per una volta, non fosse di nuovo solo in quel tunnel desolato e buio, abbandonato a se stesso mentre andava alla ricerca di una luce che nemmeno era veramente sicuro di trovare alla fine di quell'apparente interminabile percorso.

Di fatti non aveva sbagliato, nonostante la sorpresa che provò quando spalancò le palpebre ben serrate e non del tutto abituate a sentire di nuovo con una tale violenza il calore dei raggi solari infrangersi come fili dorati su di lui fu talmente forte da portarlo in ogni caso a ricredere.

-Magari sto ancora dormendo.- Fu il primo pensiero che gli attraversò la mente nell'attimo in cui realizzò, davanti all'evidenza e la sola verità dei fatti, che quel confortevole appoggio avvertito non era altro se non semplicemente il tepore di una mano intrecciata fra la propria, e non stiamo parlando di una qualunque.

Ciò potrebbe sembrare davvero poco, eppure per il giovane nulla era più da sottovalutare quando si trattava di avere a che fare con una persona tanto imprevedibile come il rosso, il cui carattere restava ancora un libro dalla portata inaccessibile, proibita, del quale però al contempo la storia era troppo interessante per non stuzzicare la curiosità altrui e far sì che fosse evitato.

Non succede sempre così, in fondo?

Il gusto del vietato, di ciò che ci viene presentato come ipoteticamente irraggiungibile diventa in un lampo proprio quel che ci imponiamo di ottenere maggiormente, ciò che più stimola i sensi e risveglia la voglia egoista di possedere, di vantarsi di poter stringere fra le proprie mani esattamente gli oggetti meno indicati, quelli dai quali non si dovrebbe far altro se non restarvi lontano, ad apprezzare con occhi sognanti e cuore palpitante il seduce fascino dannato.

Eppure, non sembrava tutto un po' simile a quella che era la trama che aveva legato quei due?

Un gioco di luci e ombre che chissà, una volta concluso in maniera definitiva, a vantaggio di chi sarebbe andato a finire.

Quando gli sguardi dei due si incontrarono, né uno né l'altro tentarono di reprimere i sospiri di sollievo e i sorrisi che spontaneamente stavano andando a generarsi, tanto che Tae neppure si preoccupò di dare spiegazioni riguardo al fatto che ancora tenesse le loro dita unite e che, come se non bastasse, non pareva mostrare alcuna voglia di sciogliere quel contatto, a giudicare dall'espressione serena dipinta sul suo volto.

-Buongiorno bella addormentata, come stai?-

Chiese immediatamente a Jungkook, scompigliandogli di poco i capelli corti.

Quest'ultimo rise lievemente, per poi fare spallucce.

-Forse stavolta ho esagerato, avresti dovuto svegliarmi prima. Non è tardi?-

In realtà il moro si sentiva alquanto strano: era come se dentro di sé si stesse scatenando un putiferio generale, irragionevole, caotico, pronto a star lì a tormentarlo rendendogli la testa pesante e le idee confuse, del quale però non riusciva a comprendere la ragione, insensato in ogni sua singola parte, che alla fine motivò con il semplice fatto che probabilmente era appena sveglio e, non potendo pretendere di essere al pieno delle sue facoltà e di possedere quindi una lucidità definita un esatto minuto dopo aver abbandonato la dormiveglia, era pure considerabile normale quel turbamento che, in cuor suo, si augurava scomparisse non appena si fosse riuscito a riprendere del tutto e che reputava talmente sciocco da non esser degno di esser menzionato a colui che gli stava di fronte.

Taehyung, d'altra parte, a quelle parole scosse il capo e contemporaneamente si inumidì le labbra. -Eri troppo carino perché rovinassi il momento, soprattutto mentre balbettavi il mio nome.-

Seguì un occhiolino malizioso, gesto che non poté evitare al minore di restare a bocca aperta e, di conseguenza, di afferrare dalla disperazione il cuscino accanto a lui per coprire il rossore divampatosi sulle sue guance in una frazione di secondo, dato l'imbarazzato e l'incredulità che il sentire una frase simile aveva irrimediabilmente generato in lui.

-Non è vero, mi stai solo prendendo in giro!-

Ribatté allora contrariato, non sapendo che altro aggiungere di preciso per difendersi, mentre intanto l'oggetto preso gli veniva sottratto con prepotenza, accompagnato dalla risata sfacciata del demone il quale, costandogli troppo ammettere quanto amasse vedere in quello stato il piccoletto, volle burlarsi un po' della sua indole ormai a lui nota.

Infatti, al limite della sfrontatezza, egli alzò il braccio in alto per non permettere a Jungkook di riprendere quel che gli aveva praticamente tolto e, forse per distarlo, forse perché non si era nemmeno reso conto di quel che stesse facendo -come nella maggioranza dei casi- avvicinò il proprio viso al suo e, con quella sua voce rauca che usava sempre nei momenti meno appropriati mormorò -Credi ne abbia bisogno?-

Inutile dire che a Jungkook non fu molto d'aiuto tutto ciò, tanto che neanche si impegnò per tentare di aggiungere altro e, pur sapendo che sarebbe stato meglio evitare, con l'impressione di esser ormai ridotto a qualcosa di simile a una fiamma vivente, tentò solo di riavere indietro il cuscino, naturalmente invano.

-Ah, lascia perdere.-

Proferì infine, girandosi dal lato opposto a quello del rosso, il quale ridacchiando gli cedette l'oggetto lanciandoglielo addosso, aspettando che l'altro si voltasse solo per riprenderlo.

Come da lui previsto, così fu e in quell'istante esatto lo prese per il volto e di getto gli lasciò un ulteriore piccolo bacio a stampo sulle labbra, intriso di una bizzara malinconia unita a una certa tenerezza, successivamente alzandosi trionfante come se nulla fosse e dirigendosi verso la finestra, abbandonando il moro al suo povero stato, scombussolandolo in tal modo e lasciandolo dopo solo.

Alla precedente reazione dell'altro Taehyung aveva cercato di trattenere la rassegnazione -o delusione- che aveva avvertito, sperando che stavolta magari sarebbe riuscito a ricordare qualcosa oppure, meno probabile però pur sempre possibile, che Namjoon non avesse davvero agito come sua abitudine, arrivando a nessun risultato concreto se non essersi illuso.

Questo perché da emozioni del genere nessuno si può salvare, né umani né demoni; quando si parla di circostante simili diventiamo tutti uguali, sotto il controllo spietato del tempo e delle azioni che no, non siamo noi a decidere, ma tutto il contrario: semplicemente ci adattiamo a circostanze già prestabilite senza che ce ne accorgiamo perché in fondo, abbiamo forse qualche altra possibilità?

Non passò molto prima che Jungkook, dopo aver preso un lungo respiro ed essere rimasto per qualche istante a osservare il profilo del rosso da lontano con troppi timori, seguisse il suo stesso esempio e si dirigesse verso di lui, pronto ad aprire bocca e dar sfogo a qualche suo pensiero che, a essere sinceri, nemmeno lui riteneva veritiero.

Dovette però per forza ricredersi quando, esattamente mentre stava per lasciarsi andare, notò il paesaggio che circondava l'abitazione e non poté fare a meno di restare in silenzio ad ammirarne la bellezza con l'altro che, per niente sorpreso, gli diceva -Non dimentico le mie promesse.-

Forse era persino troppo serio.

Monster; v k o o kWhere stories live. Discover now