f i f t y - n i n e

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A sentire frasi del genere la calma non poteva persistere a lungo.

-Che hai intenzione di fare, quindi?-

Dopo un lungo, continuo e pesante silenzio osservato religiosamente da parte del rosso, che già tratteneva il respiro e manteneva le labbra ben sigillate per sicurezza, non avendo per niente voglia -soprattutto adesso che si trovava forse in una situazione ancora più delicata di quella di prima, se possibile- di correre il rischio indesiderato di poter arrivare a pronunciare delle parole le quali, uscite dalla sua stessa bocca, avvertiva la sensazione prossima che, in qualche modo a lui non comprensibile, sarebbero potute tornargli contro ed essere riutilizzate a suo sfavore, tenendo conto della persona che teneva davanti.

Non era ancora in grado di capire, o almeno per il momento, dove volesse arrivare di preciso Namjoon con quel suo fare del tutto imprevisto e frettoloso, atteggiamento abbastanza strano per un tipo come lui, che calcolava ogni evento nei minimi dettagli con notevole e ammirevole scrupolo, che di certo non amava arrivare a dover compiere azioni simili, dal valore tanto pericoloso quanto per uno che per l'altro.

L'atmosfera nella stanza fin dall'istante in cui il demone era venuto allo scoperto si era fatta fitta in maniera quasi eccessiva; si sarebbe potuta tagliare l'aria con un coltello per quanto tesa fosse, e il bello era che nessuno cercasse tantomeno di provare a nasconderlo, ma forse era un bene, in fondo.

Meno menzogne c'erano da svelare, meno fatica si sarebbe fatta, no?

A quel punto nemmeno avrebbe avuto senso mascherare la verità dei fatti: erano ovvi per entrambi.

O forse non completamente, come ci si aspettava?

-Spiegati.-

Taehyung tornò alla sua posizione iniziale e si spostò con un gesto rapido delle mani la frangia dalla fonte spaziosa, reprimendo uno sbadiglio senza ritegno: atto, se si vuole, da poter anche considerare inadeguato dato il momento critico -a quanto pare sottovalutato dal giovane.-

Sapeva che quello che ormai non era più capace di definire un amico non si trovava lì per dargli un conforto o possibile aiuto, questa era una delle sue poche certezze, però il motivo della sua presenza non faceva che sfuggirgli.

Era venuto a rimproverarlo per ciò che stava facendo?

Non sarebbe stata una novità, esattamente come il fatto che fosse stato capace di scoprire le mosse da lui messe in moto fino ad allora, nonostante i suoi vari riguardi e l'attenzione stavolta spesa nello sperare che, attraverso i suoi poteri, nessuno avrebbe interferito di nuovo nei suoi affari, cosa che da quel che si poteva osservare era abbastanza frequente e amata dagli altri al di fuori della sua persona.

In ogni caso, nonostante ciò, il ragazzo stava già elaborando in fretta nella sua mente un metodo rapido che potesse rivelarsi efficace per sbarazzarsi una volta definita, solo se si fosse rivelato assolutamente necessario per il suo bene e al fine di proteggere Jungkook da imminenti pericoli, del rosato, assicurandosi di conseguenza che imparasse a non mettere più il naso in questioni che non lo riguardassero, sia sue che di personaggi esterni.

Namjoon, avvolto dalla penombra e quindi visibile dal minore soltanto di scorcio, con una parte del volto illuminata dai raggi sottili della luna, giusto quanto bastava affinché non si confondesse con l'oscurità circostante la quale regnava indisturbata da qualunque altra eventuale interferenza, ora che ne aveva la possibilità, inarcò un sopracciglio e squadrò la figura che teneva vicino, essendosi accorto quasi all'istante che essa fosse intenta a rimuginare su qualcosa in particolare, con molta probabilità collegata a lui.

-Ah, TaeTae, pensavo che ormai lo avessi capito, che a me non puoi tenere nascosto niente per tanto a lungo come tu speri.-

La neve calava morbida e silenziosa alle loro spalle, mentre il rosso si mordeva l'interno della guancia e aspettava che il maggiore riuscisse a dargli, per suo volere o meno, le risposte che stava aspettando arrivassero fin da quando aveva messo piede in quella "casa" che oramai aveva allestito e fatto del tutto sua, senza che nessuno potesse dir nulla in capitolo o ribattere: era troppo tardi.

La lingua liscia del maestro inumidì le labbra secche che, in seguito a qualche secondo, non tardarono a riprendere il loro discorso iniziato prima.

-Credevi davvero che non avrei capito il tuo gioco?-

Quest'ultimo scosse piano e ripetutamente il capo in segno di negazione. -Eppure abbiamo passato un bel po' di tempo insieme, mi deludi facendo così, mio piccolo allievo.-

A passi trascinati in maniera fastidiosa sul pavimento, Nam si avvicinò al rosso e successivamente gli strizzò con le mani fredde, caratteristica a questo punto nota che accumunava quelli come loro, la guancia soffice, usando una forza eccessiva, stampandosi nel mentre un sorriso in volto dall'aria inquietante, mostrando i denti perfetti.

A quella vista il demone stesso si stupì di quel che aveva davanti agli occhi: poche volte gli era capitato di poter osservare il rosato assumere quell'attitudine, tanto diversa da quelli che, almeno immaginava, fossero i suoi principi rigidi, martellanti, i quali in più di un caso il piccolo Tae, quando ancora non aveva imparato come si deve a conoscere se stesso, aveva sentito dannatamente stretti e inadeguati per uno tanto "fuori dagli schemi".

Una volta fatto, il più grande fra i due indietreggiò di un passo, emettendo un ulteriore suono di disapprovazione con un tono misto fra il pacato e l'irritato.

Intanto l'altro si sentiva sempre più disorientato e, al momento, era sicuro di un'unica cosa: che tutto ciò non sarebbe andato a finire affatto bene.

-Di che parli?-

Namjoon dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere al ricevere quella domanda, alzando di un po' il capo verso il soffitto per poi tornare a riconcentrarlo sul diretto interessato.

-Ascoltami, perché non tornerò qui a ripetertelo una seconda volta e ad essere tanto buono come lo sono adesso, per cui apri bene le orecchie. Non può funzionare, e non farmi dire altro, perché sia tu che io sappiamo alla perfezione a quel che mi stia riferendo.-

-E perché ne sei talmente certo?-

Man mano che si andava avanti le parole venivano pronunciate utilizzando sempre maggior fiato, tendendo di conseguenza a porre fine all'atmosfera calma che fino a non molto aveva sfruttato le proprie forza in maniera di resistere per quanto maggiormente ne fosse in grado, rischiando soprattutto di ritrovarsi non in due ma in tre svegli, se di quel passo non si fossero dati un minimo una calmata.

Era imminente che arrivassero al litigio ormai, ma in fondo non ne erano stati consapevoli fin dal principio di quella conversazione, desiderata di evitare e portare a termine -uno qualunque- da tutte e due le parti?

-Perché ti ostini così, Tae? Perché? Potresti avere chiunque altro tu desideri sulla faccia della Terra e non. Nessun altro essere umano ti è irraggiungibile come quello, che senso ha stare dietro a una bestia del genere?-

Il minore digrignò i denti e strinse forte i pugni nella carne dal sangue caldo, facendo un lungo sospiro che portò il rosato a proseguire.

-Tu non lo conosci veramente, non hai idea di quanto ti stia distruggendo. Alla fine sarai tu a uscire ucciso da questa storia, non lui.-

A tal punto Tae, che fino a quell'attimo si era trattenuto nel miglior modo tranquillo, non ce la fece più e commise il peggior sbaglio che poteva: lasciarsi guidare dalle emozioni.

Per cui, a causa di ciò non ci vide ulteriormente e spintonò con forza Namjoon, premendo sul suo petto e, non rendendosene nemmeno conto, urlando -Tu che sapresti di lui, eh?-

Il demone, preso alla sprovvista, si ritrovò steso a terra e allora, prima di ritornare in piedi, ridacchiò e guardò il rosso -Ci sono delle cose che tu non sei nemmeno capace di immaginare su quel che è davvero, testa di cazzo.-

Ed ecco che finalmente quella risata tanto repressa rimbombò per quelle quattro mura, a cui dopo seguirono tali parole -Pensi davvero che, stando vicino a te, riesca a rimanere per tanto tempo l'esserino puro e innocente che tu vuoi avere? O che nessuno te lo voglia portare via? Te lo avevo già detto, non sei solo qui.-

A quel continuo ridere, Tae rispose con violenza sferrando un pugno dritto sul viso del rosato, ancora non in piedi, che successivamente si sfiorò la parte in questione colpita e si tirò il labbro fra i denti.

-Non vuoi proprio ragionare, quindi...-

-Non voglio ascoltarti, smettila! Mi stai solo mentendo, non è vero nulla, nulla!-

Urla e risate lugubri si contrapponevano come se niente fosse, mentre il peggio doveva ancora arrivare.

Era solo l'inizio.

Monster; v k o o kOnde histórias criam vida. Descubra agora