s i x t y - t w o

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Taehyung, vedendo Jungkook fare capolino nella stanza, all'istante abbassò il pugno che teneva fermo in aria, nel tentativo di far capire all'avversario chi avesse realmente di fronte, mentre quest'ultimo non sembrò scomporsi minimamente se non per il fatto che, giustamente, non si aspettasse quell'arrivo tanto improvviso, il quale di conseguenza gli fece strabuzzare le palpebre più volte di seguito.

Il rosso, di rimando, si pietrificò nell'attimo stesso in cui, forse per caso, forse no, incontrò gli occhi altrettanto disorientati e spaesati del ragazzo, ora vispi e attenti mentre prima a malapena erano in grado di distinguere gli oggetti nitidamente, cercando nel frattempo in mente le parole giuste da pronunciare, sempre se ci fosse stato realmente qualcosa da dire o precisare.

-Che sta succedendo qui?-

La domanda, che in cuor suo il demone sperava con fin troppa ingenuità non venisse pronunciata, arrivò ben presto, quasi come se qualcuno lassù ci tenesse in maniera particolare a prendersi gioco di lui a oltranza, non lasciandogli mai la strada libera, portandolo quindi a mordersi nervosamente l'interno molle della guancia, restando nel circostante regno del silenzio, rivelandosi ora non così confortevole come lo era prima, anzi.

Il maggiore tentò di aprire la bocca per farne uscire fuori qualcosa di sensato, ma effettivamente nemmeno lui aveva ben chiaro lo svolgersi esatto delle cose.

In fondo, cosa poteva mai andare a raccontargli?

Quel suo naturale esitare non fece che insospettire l'altro il quale, così facendo, stava automaticamente dimenticando ciò che fino a poco fa aveva ritenuto il suo problema principale e più temuto, lo stesso che lo aveva portato esattamente lì, aggiungendo a quello scenario già non poco bizzarro e innaturale una vena ancora maggiormente surreale.

Non sapendo neanche per quale insensata e assurda ragione in particolare, Tae si voltò in direzione del rosato, lanciandogli quello che più doveva avvicinarsi a uno sguardo decisamente impietosito e supplichevole, alla ricerca indispensabile di un aiuto immediato da offrire quanto prima fosse possibile, nella speranza che forse lui, siccome così composto e in apparenza lucido alle perfezione -di certo molto di più del compagno- avesse qualche possibile asso nella manica a cui ricorrere, qualcosa, qualunque cosa che potesse far sfuggire entrambi da quella situazione la quale sentiva con nitidezza che si sarebbe dimostrata avere soltanto riscontri dai lati negativi, seguendo ciò che il suo presentimento già gli indicava.

Non avrebbe mai imparato la lezione; nei momenti maggiormente tragici la ragione, così come per la memoria, parevano del tutto assenti, scomparsi dalle fattezze del corpo, elementi non concreti, semplici essenze pronte a sparire al primo scarso, debole colpo di vento.

Nonostante non ci si potrebbe credere, il rosso era spaventato in una maniera che ci verrebbe assai difficile da spiegare a presenze estranee, non facile da comprendere agli occhi altrui se non per il singolo sottoscritto, il cui desiderio di scomparire definitivamente da qualsiasi improbabile mondo si trovasse, concreto o meno che fosse, ponendo fine a un simile incubo, si faceva risentire dopo un tempo fattosi irrimediabilmente indefinito.

Non però per i possibili effetti che si sarebbero potuti di certo verificare adesso, guardando le carte giocate, a quelli non prestava minimamente caso; era il futuro ciò che gli dava i peggiori grattacapo, e come poter non dargli ragione, vedendosi nei suoi identici panni?

Alla fine, dopo essersi inumidito in un lampo le labbra secche, un po' socchiuse per la ricerca di aria che premeva in quel contesto sgradevole, successivamente a un nuovo tentativo, pur convinto che non sarebbe servito comunque a niente e che sarebbe probabilmente rimasto immobile così, a perdere momenti e occasioni che poi gli si sarebbero rivoltati chissà dove e con precisione quando contro, tutto per colui che lo guardava con quei suoi occhi scuri senza azzardare neppure a rifiatare per sbaglio, aspettando una sua mossa proferì -Kookie...-

Allora un singolo suono, seppur fioco, fu in grado di essere percepito per la stanza da parte del demone, il quale però di certo non si risparmiò dal lanciare un'ulteriore occhiataccia gelida al compagno, dato l'aiuto cercato e venuto a mancare, rimandando la questione presentatasi con lui, che certamente non avrebbe abbandonato con una certa facilità, a un secondo attimo, possibilmente più propizio e meno contorto.

-Cosa sarebbe questa storia, quindi?-

Una vena amara e interrogativa nella voce scettica del più piccolo, al contempo però decisa sul fatto di voler ottenere quanto prima la risposta che con eccessiva pazienza voleva, il quale sicuramente era stato fin dal principio il maggiormente spaesato e con una mappa meno chiara, volendo provare a chiamarla così, tra tutti i presenti, fu impossibile da non notare, mentre i suoi occhietti minuscoli balenavano senza che gli altri se ne accorgessero da una figura all'altra, contemplando le ferite ancora fresche incise sulle loro pelli, alcune delle quali anche contrassegnate dai segni del sangue sgocciolante che non si faceva problemi a mostrarsi nella sua completa chiarezza.

Il campanello d'allarme che si era subito attivato nelle menti dei due demoni complici, se fosse stato in grado di essere sentito anche da altri, avrebbe fatto prendere a chiunque un colpo per l'intensità con cui ora tormentava gli sventurati malcapitati, impossibilitati dal muoversi e agire in qualsiasi altro modo se non in quello che Namjoon, non sapendo che altra via avrebbe potuto prendere in caso la questione fosse addirittura peggiorata, seguì in preda al controllo dell'istinto.

-Jungkook, guardami un attimo negli occhi, per favore.-

La pecorella ingenua ed esageratamente innocente non ebbe neppure a disposizione quel prezioso secondo che sarebbe potuto servirgli a fare la differenza per ripensare al danno fatto che già era stato a sentire l'altro, con a fianco il rosso il quale, non essendo per niente d'accordo con quell'improvvisa e a parer suo eccessiva iniziativa uscita dal bel mezzo del vuoto, restò muto a osservare con gli occhi sbarrati e l'ansia che nel petto sentiva premergli sempre più veloce.

-Bravo, bravo.-

A quelle parole il rosato chiuse con una lentezza quasi inquietante le palpebre, mentre nell'istante dopo la medesima cosa fece l'umano, obbediente.

-Ora, tu non sei mai sceso qui sotto e non hai visto noi due litigare.-

Il maggiore ripetè la frase sottovoce per un paio di volte fino a quando di botto, senza che nemmeno Tae se lo aspettasse, scattò verso il minore e si ritrovò a qualche centimetro di distanza dal suo viso, riaprendo solo allora gli occhi.

-Capito, vero?-

Lo spettatore -in ogni senso- rimasto se ne stava là, trascurato in un angolo con le mani in mano, consapevole che non fosse affatto sicuro né per il castano quanto per lui tutto quel susseguirsi di giochetti ambigui e magie, allo stesso tempo però non osando intervenire perché sì, la paura in qualunque caso sarebbe stata lì a fermarlo, indipendentemente da che si trattasse.

Bisogna specificare il motivo?

È sufficiente pensare alla persona coinvolta per capirlo, null'altro.

Alla fine Jungkook, con gli occhi ancora serrati, ripetè macchinalmente ciò che gli era stato imposto e, prima ancora che Nam potesse cantare vittoria e girarsi verso l'altro per aggiungere qualunque cosa, il tonfo di un corpo che si posava a terra rovinò tutto.

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guess who's back again :)

Monster; v k o o kWhere stories live. Discover now