f i f t y - f o u r

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Sembrava quasi che fosse tutto perfettamente normale e consueto quella mattina dall'aria non troppo calda in cui Taehyung e Jungkook, una volta raccolto tutto il necessario -che poi, per quanto strano possa sembrare, nemmeno si rivelò molto, al contrario delle iniziali aspettative di entrambi- decisero che fosse arrivato il momento migliore per lasciarsi in maniera definitiva quel posto alle spalle, nel senso letterale della frase, nel quale fino a poco fa avevano vissuto, e dare un'ulteriore svolta al corso di quella storia tanto bizzarra dove si ritrovavano, non per loro scelta o altro di lontanamente simile, a essere i principali protagonisti.

Per cui, in seguito alle solite raccomandazioni e gli ultimi controlli, dovuti soprattutto ai dubbi inevitabili che di norma nascono in ognuno di noi quando andiamo verso un luogo diverso dalle abitudini che ci accomunano, che sentiamo maggiormente vicine e sicure, non sapendo se qualcosa di necessario fosse potuto sfuggire alle loro menti e rimanere di conseguenza dimenticato in qualche angolo dell'abitazione che ora si apprestavano a far rimanere avvolta nella solitudine totale, non avvertendo comunque un chissà qual grande senso di colpa, partirono.

Quella scena dove i due camminavano, forse con un passo più svelto e affrettato rispetto ai casi precedenti, pareva familiare sia a uno che l'altro, eppure stavolta i sentimenti che dentro i loro cuori si accavallavano erano un po' diversi, sia in senso negativo che non.

Qualcosa di ancora non perfettamente definito si faceva largo con evidenza fra quella schiera di pensieri, di istinti repressi, di desideri all'apparenza della coscienza inadeguati, sfacciati, irrealizzabili, da non poter tramutare in realtà ma, pur le cose essendo poco chiare, non era possibile ora ignorarli, dato l'impeto e la forza con cui si cominciavano a mostrare.

Come fare, allora?

Fingere non era più tanto semplice rispetto a poco tempo fa, e allo stesso tempo il lusso di non badare troppo alle conseguenze delle azioni represse insistentemente e preoccuparsi solo di un'illusoria felicità che sembrava raggiungibile, come una vaga luce in un labirinto ricoperto dal tocco cupo e penetrante dell'oscurità, anche se davanti a essa si celava un vasto muro di difficoltà, a sua volta abbastanza complesso da scavalcare, non era una passeggiata.

Eppure, se solamente la volontà ci fosse stata e avrebbe prevalso sulle numerose ostilità di certo da non sottovalutare, però comunque possibili da abbattere, qualche differenza si sarebbe potuta riscontrare fin dal primo istante.

La paura non mancava, c'era da aggiungerlo, e nemmeno avrebbe fatto in modo di sparire subito; magari condizionata da ragioni diverse, con però l'obiettivo in comune di andare oltre essa e quel vasto insieme di altri spiacevoli e fastidiosi grattacapo, poteva mai vincere sopra a delle speranze che non accennavano a farsi sottomettere ed essere spente per opera di niente e nessuno?

Non era detta l'ultima parola, o almeno per adesso.

Il cielo rimaneva di quel suo colore dalle sfumature grigiastre, a cui gli occhi ormai col tempo avevano fatto abitudine senza problemi, e la temperatura non cambiava di un grado neppure a pagarla, ma nonostante ciò sia per il maggiore che il minore il voler credere in un cambiamento migliore, in un possibile punto di incontro, nella consolazione che forse tutto avrebbe potuto rigare per il verso giusto, non sarebbe stato influenzato da così poco; ci voleva ben peggio.

Jungkook non smetteva di avanzare accanto alla figura dell'altro, mantenendo il suo passo, mentre cercava qualche pretesto non eccessivamente imbarazzante per far sì che fra i due iniziasse una conversazione la quale non sarebbe dovuta morire tanto presto.

Il moro infatti aveva sempre maggior voglia di conoscere meglio l'altro, di saperne di più sul suo conto, di poter dire di non limitarsi ad aver noto nient'altro che il suo nome -attualmente la situazione era quasi ridotta a ciò.-

Voleva esser capace di essere in qualche modo l'unico a poter vedere ogni sfaccettatura del suo essere, di quel che realmente lui era, sottraendo tale privilegio a qualsiasi altro essere.

Ma, se davvero Tae gli avesse offerto un'opportunità simile e si fosse reso conto quel che realmente intendesse, sarebbe rimasto di quell'opinione, o al contrario l'avrebbe rimpianta con ciascuna parte di se stesso?

Tutto dipendeva da quanto il suo amore potesse esser profondo, se avrebbe avuto le forze di scavalcare i pregiudizi, i rimorsi e metter da parte i torti che, pur non essendone ancora consapevole, gli erano stati fatti fin dal principio.

Era questione di esser disposti a concedere il perdono nel suo stato più puro e contemporaneamente a chiederlo con umiltà, giurando, promettendo fatti che chissà se sarebbero stati veramente osservati, restando fedeli ai suoni pronunciati dalle labbra attraverso fin troppa lucidità e consapevolezza, accettando quel che ci si ritrovasse di fronte, per quanto potesse sembrare improbabile o meno, in un rigoroso stato di pace e silenzio.

-Allora, mh, com'è questo posto?-

Riuscì infine a mormorare Jungkook, vergognandosi un po' di non aver avuto una fantasia talmente brillante da uscirsene con null'altro che una cosa del genere, sfiorando magari la banalità, ripetendosi però che fosse sempre meglio rispetto a restar lì e far scena muta.

Il più grande a quella domanda sogghignò -È il migliore che potessimo chiedere.-

Ascoltandolo, l'altro si sentì stranamente sollevato, come se questo avrebbe potuto in qualche maniera contribuire a rendere migliore lo svolgersi delle cose.

Forse però, se avesse solamente sentito in maniera accennata il racconto di quali orridi stragi fossero state compiute in quel luogo, proprio dalle mani di quella creatura per cui i suoi battiti facevano così i pazzi, non avrebbe provato quella sensazione limpida e semplice di innocente allegria, e le sue iridi neppure si sarebbero illuminate al pensiero di trascorrere ora i propri giorni al suo interno.

C'era tanto, tanto, tanto che probabilmente avrebbe cambiato totalmente e irrevocabilmente tutto, se solo fosse venuto allo scoperto.

E mettiamo caso che qualcuno, ora lontano da loro due, non stesse aspettando altro se non quel fatidico momento, il quale avrebbe sicuramente rischiato di distruggere ogni piano del rosso?

Non restava che attendere, in tal caso.

Tra uno scambio di parole continuo, i giovani arrivarono presto a destinazione e, una volta di fronte all'entrata della nuova casa, nei due reazioni differenti si manifestarono evitando attese inutili.

Il minore rimase a bocca aperta data la grandezza del posto in questione, che non si aspettava tanto spazioso e vasto, mentre il compagno, al riaffiorare dei ricordi e di quel che vi era stato, degli eventi magnifici che si erano susseguiti in quelle mura, sorrise come suo solito, non provando ancora alcun accenno di pietà o dispiacere.

Ebbene sì, non si trattava di altri se non della strage, già avvertita abbastanza lontana, consumata nella ormai definibile vecchia sede del Consiglio.

Aveva portato l'umano esattamente là.

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più corto del solito, di passaggio e in ritardo ma meh, almeno ce l'ho fatta ???

Monster; v k o o kWhere stories live. Discover now