f i f t y - f i v e

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Ci volle una giornata intera affinché Jungkook riuscisse ad abituarsi un minimo a quell'ambiente ora poco familiare, e nemmeno ne fu capace davvero, data l'enorme sorpresa che l'aveva colpito fin da quando vi aveva messo piede.

Era ancora un po' titubante riguardo al fatto che quel posto potesse far parte della sua vita da adesso nello stesso identico modo di una normale casa qualunque.

D'altra parte, in contrasto con le sue emozioni impossibili da contenere in alcuna maniera, che trovavano la via di mostrarsi vive e uscire fuori da quelle quattro ossa attraverso risate sbalordite e occhi sprezzanti di euforia, il minore fu alquanto sorpreso dal fatto che, a suo contrario, Tae non avesse riscontrato alcuna reazione particolare riguardo alla piacevole novità presentatasi davanti, come se in fondo fosse convinto con assoluta fermezza che tutto ciò gli fosse dovuto, tramite delle idee e ipotesi tanto strane e bizzarre quanto comprensibili da nessun altro se non il diretto e unico interessato.

In ogni modo, il minore non osò fare troppe domande in merito alla vicenda, forse perché non ne ebbe il tempo, preso così tanto ad ammirare i lampadari vistosi e le meravigliose mura dipinte con colori -per il suo gusto- così raffinati che lo circondavano, insieme a ogni singolo angolo che capitava sotto la sua attenzione, curiosando qua e là, dimenticandosene tra un evento e l'altro, o magari perché, in fondo, non sapeva neanche da dovrebbe avuto iniziare esattamente, trattandosi in realtà di un numero notevole e vasto.

I due lasciarono la sistemazioni dei loro averi a più tardi, ripetendosi entrambi che allora non fosse proprio il caso di mettersi a disfare e ordinare le varie cianfrusaglie che si erano portati dietro e a causa di ciò, accomunati da un senso di pigrizia reciproco e la voglia di fare qualcosa di diverso dal solito, optarono per svagarsi e allontanare per la questione di un paio di banali secondi tutto lo stress accumulato col passare del tempo, insieme alla stanchezza che dall'inizio non li aveva mai abbandonati.

C'è da dire che il maggiore preferì allontanarsi temporaneamente da quel luogo perché, in cuor suo, temeva che l'umano, estasiato come aveva previsto dalla presenza di un edificio simile sotto il suo naso, avrebbe potuto porgli quesiti sfavorevoli, che per ora non gli andava affatto di affrontare.

Le immagini dei delitti che le sue mani non avevano esitato a compiere erano rimaste fresche nella sua memoria, e soffermarsi su di esse a rievocare quegli atti, a suo parere gloriosi come non mai, gli suscitava una soddisfazione personale la quale, purtroppo, non poteva rischiare di mostrare a pieno di fronte al ragazzo, in ogni sua singola forma, non volendo risultare sospetto in modo eccessivo e finire in situazioni pessime; anche per ciò ritenne più saggio fare un breve giro fuori, quel che bastasse affinché ritornasse in sé.

Possiamo quindi affermare che essa fu una specie di scusa che trovò al fine di mettersi al riparo, finché gli fosse concesso, permettendogli in tal maniera di essere in grado di elaborare alla svelta un'altra delle sue solite sporche, convincenti menzogne, a cui ormai sapeva che Jungkook avrebbe finito col credere senza riscontrare troppi problemi, data la fiducia maggiore che avvertiva crescere verso i suoi confronti.

E per quanto si trattava di lui?

Non poteva di certo negare che ultimamente si sentisse legato in modo particolare al piccolo, ma era sempre troppo orgoglioso e non aveva perso il vizio di negare fino all'estremo l'evidenza dei fatti, pur essendo così ovvi e chiari.

Forse aveva bisogno di un po' di tempo per riuscire a farcela, forse si trattava solo di rimandare in continuazione quel che già aveva ben capito, essendo abbastanza intelligente da farcela.

Era sempre la stessa storia, a cui si ostinava a non cedere e chissà, magari prima di quel che si aspettasse sarebbe arrivato l'attimo in cui se ne sarebbe amaramente pentito.

Comunque, se non erano le parole a parlare, erano i suoi stessi fatti a tradirlo per primi e fare le loro veci: infatti quel giorno, guidato dall'istinto, il rosso non prestò nemmeno attenzione al fatto che, per la prima volta, avesse chiesto al giovane di stare con lui perché lo volesse davvero.

Ciò non valeva più di qualsiasi altra frase che sarebbe potuta uscir fuori dalle sue labbra, dannose, fatali, ma al contempo impossibili da resistere?

Semplicemente, come era solito fare da lui, essendo tipico del suo carattere, prese per mano Jungkook e, tenendo la sua mano minuta stretta fra la propria nello stesso modo che in svariati casi si era ritrovato a fare, in quel momento non poté concentrarsi su nulla se non la piacevole sensazione che il suo calore gli infondesse.

Quindi, perché non smettere di combattere contro le stesse emozioni che lo dominavano se, in fondo, si trattava di una battaglia persa dal principio?

Certe cose non si potevano rifiutare o ignorare, certe cose si vivevano e basta, fino all'ultimo secondo, fino all'ultimo respiro, fino all'ultimo bacio.

Fino alla fine, insieme.

Perché lui avrebbe dovuto sottrarvisi, solo per la sua natura?

Con eventi del genere quello non contava minimamente, se messo a confronto con il luminoso sorriso che aveva incorniciato il volto del moro quando le sue dita si erano intrecciate saldamente fra quelle dell'altro, illudendolo che tutto fosse realmente perfetto, che non potesse desiderare di meglio.

E le sue speranze non fecero che aumentare a dismisura quando fu trascinato in un piccolo fiume lì vicino, non molto distante da dove i due si trovavano, abbastanza appartato e accogliente, che sentì come un posto appartenente soltanto loro, speciale, importante in qualche modo, fondamentale a rendere entrambi qualcosa.

Essi si sedettero a riva uno vicino alla figura dell'altro e per un lasso di tempo indefinito non fecero chissà cosa: restarono semplicemente in silenzio, con l'umano appoggiato alla spalla del demone, a fissare il chiarore del sole riflettersi sulla superficie cristallina, pensando a quel che stesse accadendo con tanta velocità.

Ma la parte decisamente migliore fu quando, non spiegandosi nemmeno loro bene come di preciso, mentre avevano iniziato a parlare del più e del meno, alla fine il rosso trascinò con sé il moro in acqua, gettandolo con la forza al suo interno, reggendolo poi in braccio come un bambino.

E la parte ancora meglio, in seguito alle risate e ai pugni improvvisati cercati di dare in preda alla sorpresa, con i cappelli fradici incollati alla fronte e i vestiti appiccicati sulla pelle, fu quando senza alcun preavviso Tae lasciò cadere di nuovo il ragazzo e, una volta che questo fu risalito e tornato accanto a lui, prima che potesse protestare o dire qualsiasi altra cosa, afferrò il suo volto umido e lasciò un bacio della stessa maniera sulle sue labbra dal sapore salato, accompagnato da delle parole inaspettate, che fecero svanire il minimo briciolo di rabbia nell'aria che si apprestava a nascere.

-Mi farai impazzire.-

🌱

da quando sono così dolce.

Monster; v k o o kWhere stories live. Discover now