f o u r t y - f i v e

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-Ah?-

Jungkook sgranò gli occhi e aggrottò istintivamente la fronte, che ormai tendeva a corrugare sempre più spesso nell'ultimo periodo, mentre l'altro si avvicinava "pericolosamente" come questo pensò, al letto dove stava rannicchiato.

Che intendeva con tutto ciò?

Era serio?

Dallo sguardo che lanciò al moro e dal modo brusco con cui subito dopo lo costrinse ad alzarsi dal materasso sul quale si ritrovava, tirandolo di forza fuori dalle calde e profumate coperte dove ora si era creato un piacevole tepore, strattonandolo per un braccio, era ben chiara la risposta, forse anche fin troppo.

-Prendi solo quello che ti serve di più necessario e sbrigati a prepararti, partiamo il prima possibile.-

Tae mentre parlava, al contempo girava nervosamente per il luogo, frugando in maniera confusa e poco attenta in quei mobili spogli lì sparsi, dai colori tenui e sbiaditi, tanto pochi e miseri da poter contarli addirittura sulla punta delle dita affusolate, prendendo intanto qualcosa o da sopra l'armadio, o dal comodino, o da sotto il letto, avvicinandolo poi al petto e reggendolo così in modo abbastanza goffo, rischiando di far cadere rovinosamente tutto al suolo, con Jungkook che stava lì a fissarlo muoversi con un'aria abbastanza confusa, tentando di realizzare quel che stesse improvvisamente accadendo.

-Ma Namjoon? Cosa ti ha detto?-

Ricordandosi allora del giovane in questione e collegando alla sua figura lo sbattere precedente della porta che aveva sentito non molto prima, il più piccolo si avvicinò al rosso e, con le labbra socchiuse e gli occhi vispi, che saiettavano da un lato all'altro di quelle quattro mura, dato che il demone non accennava minimamente a voler fermarsi e curarsi della sua presenza, gli cercò di fare tale domanda, volendo ricomporre i pezzi sparsi che possedeva per arrivare a ottenere una visione almeno un minimo chiara -per quanto fosse possibile- della vicenda in questione.

Ci sarebbe mai stato un attimo nella sua vita nel quale non avrebbe dovuto temere di aspettarsi un cambiamento imprevisto, l'arrivo di una nuova notizia, pronta a portare nient'altro se non ulteriore scompiglio nella sua esistenza già da un bel po' fattasi estremamente, esageratamente turbolenta, per quelli che erano i suoi gusti?

Solo un paio di minuti dopo, quando il ragazzo finalmente si decise a prestare attenzione a colui che teneva accanto, alzandosi di scatto e badando a non farsi scivolare via alcune cianfrusaglie a cui Jungkook nemmeno fece troppo caso, soffiando sulla fronte con un gesto veloce per spostare un ciuffo di capelli che gli copriva gli occhi, in maniera evasiva mormorò -Nulla di importante, sciocchezze.-

Il moro sentendolo, pur se non convinto, si limitò ad annuire, capendo che non avrebbe ottenuto le risposte che avrebbe voluto ascoltare, essendo in fondo convinto che il rosso non avesse ragione, dato l'atteggiamento che Nam aveva assunto non appena era arrivato.

Eppure, non volendo insistere più di quel che fosse in effetti necessario, pensando tra sé e sé che probabilmente ci fosse una ragione ben valida se Tae non volesse rivelargli come le cose stessero realmente, scrollò le spalle fingendosi disinteressato e dopodiché fece un passo di lato per lasciar l'altro passare liberamente e uscire fuori dalla stanza senza aver problemi, data la notevole quantità di oggetti che si ritrovava a tenere gelosamente fra le braccia.

Infatti il minore, notando l'altro in difficoltà e non volendo altro che comportarsi in modo gentile nei suoi riguardi, soprattutto ora, dato quel che fosse accaduto prima, tentò di aiutarlo e prendere qualcosa lui, però non appena la sua mano sfiorò piano il braccio del maggiore questo all'istante si ritrasse indietro, esclamando a denti stretti -Non toccare. Lascia stare questa roba- scandendo bene ogni parola.

Allora il più basso, dispiaciuto, borbottò un flebile -Okay- abbassando lo sguardo sul pavimento, ripetendosi di non prendersela per una sciocchezza del genere, dato che ormai avrebbe dovuto essersi abituato al carattere di Taehyung, dove gli sbalzi di umore erano ricorrenti quasi quanto gli imprevisti che sembravano seguirlo in ogni momento, come un cane fedele.

Con lui non si poteva essere completamente sicuri di nulla, eppure persino ciò al piccolo non pesava granché -o perlomeno fino a un certo punto.-

A ogni modo, a quanto pare, anche il rosso evidentemente si accorse della sua azione e in particolar modo di come avesse reagito l'altro ad essa, così, provando a risistemar meglio la roba ancora a lui stretta, subito dopo affermò, ora con una voce più addolcita e meno dura e autoritaria, come oramai da secoli era solita essere -Volevo dire, non preoccuparti, ce la faccio da solo.-

Apprezzando il gesto più di quel che l'altro riuscì a comprendere, Jungkook ricambiò con un sorriso accennato, non aggiungendo altro, o almeno fino a quando qualcosa non attirò dal nulla la sua attenzione.

Difatti, assottigliando di poco gli occhi, avvicinando poi lentamente la mano fra la chioma rossastra del maggiore, iniziò a passare le dita fra essa, cosa che portò il diretto interessato a esclamare, forse con tono un po' troppo stridulo -Che stai facendo?-

Fu in quell'istante che il moro ritrasse l'arto e mostrò al ragazzo un piccolo batuffolo di polvere, che probabilmente gli era finito addosso poco fa, continuando -Avevi questo fra i capelli.-

Quindi, parecchio imbarazzato, Tae non seppe come rispondere, decidendo che la cosa migliore fosse quella di andarsene e far far finta di niente, anche per evitare di mostrare il disagio che provasse nel capacitarsi della figuraccia che aveva appena fatto.

Notando però la cosa il moro, senza neppure badarvi tanto, riportò di nuovo la mano fra i capelli soffici del rosso e glieli scompigliò scherzosamente, ridacchiando divertito come un bambino mentre lo faceva, mostrando leggermente i denti piccoli da coniglietto che aveva, gesto che fece immobilizzare del tutto il diretto interessato, che non si accorse di ritrovarsi a reprimere un sorriso sincero che si andava a formare sul suo volto, segnato ora da un dolce colore rosato che gli andava a colorare le guance paffute.

In ogni caso, facendo in modo di mettere sempre e comunque il suo orgoglio prima di tutto e tutti, anche in quel caso si impose di non accennare a far altro se non allontanarsi definitivamente da quella stanza, dove sentiva che se sarebbe rimasto ancora a lungo avrebbe potuto finir col fare qualcosa di cui poi si sarebbe di sicuro pentito in seguito, con la mente nuovamente lucida e i pensieri in ordine.

Di conseguenza, reprimendo l'enorme istinto che aveva di voltarsi e guardare il ragazzo per assistere meglio alla scena, convincendosi che fosse più saggio evitare, ricominciò a camminare imperterrito, lasciando il ragazzo lì solo, e stavolta fu in grado di arrivare all'uscita del luogo, chiudendosi la porta alle spalle.

Una volta fatto, non riuscendo neanche lui stesso a capire come si sentisse davvero in quel momento, rimase immobile davanti alle scale, intento a riflettere per qualche istante, mettendo per un secondo da parte quelli che riteneva da chissà quanto gli eventi principali, di maggior rilievo.

Al contrario delle sue speranze, le sue idee e congetture al riguardo non fecero che diventare ancora più confuse e distorte, quando poi sentì la porta venir di nuovo spalancata e il rumore di un paio di passi alternarsi alle sue spalle, il quale cessò solo quando furono due braccia a circondargli la vita, facendogli allora cadere per la sorpresa tutto ciò che fino a quel momento era stato in grado di sorreggere.

Il moro poggiò la guancia sulla schiena del rosso e lo attirò di più a sé, come se avesse il bisogno disperato, irrefrenabile di avvertire il calore del suo corpo fondersi con il proprio, permettendogli di godere di quel piccolo istante, per lui estremamente magico, e mettere da parte i suoi soliti dilemmi con la dolcezza di quel contatto.

Oh, se solo avesse potuto sentire come avesse fatto impazzire improvvisamente i battiti cardiaci del demone!

Forse anche i suoi avrebbero fatto loro compagnia.

-Mi fido di te, Taehyung, anche se ho paura di farlo.-

Nonostante tutto però, un sorriso amaro non poté far a meno di incorniciare i tratti marcati del giovane, che al pronunciare di quella frase di rimando si limitò a sussurrare piano -Era proprio quello che volevo sentirti dire, piccoletto.-

Monster; v k o o kWhere stories live. Discover now