Capitolo 2

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La campanella dell'intervallo suonò; finalmente! Mi alzai dal banco quasi gettando a terra la sedia, e pretesi che quell'idiota stronzo bastardo di Lucas cambiasse posto, ma lui era irremovibile, e Bernie non ne voleva sapere di andare vicino a lui, diceva che gli faceva paura. Che codardo del cazzo!

- Senti, Lucas o come cazzo ti chiami, adesso alzi quel tuo culo di merda da quella sedia e vai a sederti vicino a Bernie, hai capito?? Non voglio stare vicino a te per t... - Cominciai io, sbattendo le mani sul banco di quel maledetto ragazzo.

- Senti tu razza di troia oca del cazzo, io sto seduto qui quanto voglio, vacci tu vicino a Bernie! - E così dicendo, uscì dalla classe, quasi di corsa. 

- Dai Genny lascia perdere, è uno stronzo, lo sa tutta la scuola... - Mi disse Alice tenendomi una spalla, per cercare di calmarmi.

- E non toccarmi. - La scansai io acidamente. - Scusa. - Mi scusai dopo, notando la sua espressione afflitta e intristita.

- Non fa niente, conosco il tuo carattere. - Comprese lei. Alice era una di quelle poche persone che meritavano un'autentica aureola da santo in fronte.

- Guardalo li, nel suo gruppo di amici delinquenti. - Mormorai con disprezzo.


- Lascialo perdere, andiamo a prendere la merenda. - Mi dissuade Alice, portandomi verso i distributori automatici.

Io presi una barretta di cioccolato, e Alice prese un tè caldo; vidi chiaramente un ragazzo moro venire verso di noi sorridendo, mi sembrava quasi uno scemo, ma devo ammettere che è sicuramente molto carino. Mai quanto Lucas devo ammettere, anche se mi sta antipatico è davvero carino, un bellissimo ragazzo.

- Ciao, tu devi essere Ginevra. - Salutò lui.

- Si, e adesso sono molto occupata, scusami. - E così dicendo lo scansai e me ne andai; ma lui mi afferrò di colpo per il braccio destro.

- Per avere un anno in meno di me non assomigli per niente alle tue coetanee, mi piaci molto. - Continuò lui.

- Senti, non ti conosco, ciao. -

- Sono Robert, piacere mio. - si presentò a quel punto lui, con aria arrogante.

- Non mi interessa il tuo nome. - Risposi acida io, strattonandolo per fargli mollare il mio braccio destro.

- Dai Robert, lascia stare questa, è la mia vicina di banco ed è una vera strega, se vuoi farti una bella scopata punta più sulle troiette, ti consiglio le più piccole. - Si intromise ancora quello stronzo di Lucas.

- Nessuno ha chiesto il tuo parere, va via. - lo interruppi io. - E comunque io e Robert stavamo facendo conoscenza, non gradiamo interruzioni, sei pregato di andare tu a scoparti una di quelle troiette. - Aggiungo poi indicando un gruppo di ragazze a caso e prendendo per il braccio Robert. - Se vuoi scusarci. -

- Vaffanculo! - Urla Lucas dietro a me e a Robert, facendo il dito medio.

Mormoro delle scuse a Alice, ma quel ragazzo mi fa andare fuori di testa dalla rabbia.

- Sei una ragazza interessante. - Mormorò Robert al mio orecchio, facendomi il solletico.

- Grazie, mi fanno piacere i tuoi complimenti, ti prego continua. - Dico io non sentendomi minimamente in imbarazzo essendo da sola con un ragazzo.

- Sei semplicemente splendida, ti andrebbe oggi pomeriggio di uscire? Potremmo andare a fare un giro da qualche parte... Che ne dici? - Chiese subito lui.

Ci penso un attimo. Il ragazzo che me lo propone è davvero carino, uscire con lui significa non passare un pomeriggio a casa...

- Va bene, a che ora? -

- Facciamo che ti passo a prendere alle due? -

- Se ti va possiamo andare a pranzo fuori, ho la macchina, ti porto io e poi ti porto a casa. - Propongo a quel punto, con gli occhi luccicanti di interesse.

- Beh, dovrei farlo io, ma è decisamente meglio che prendere l'autobus fare un giro in macchina con te... Va bene. - Cedette lui, accennando un sorriso bianco e perfetto.

La campanella suonò di nuovo segnando la fine dell'intervallo, e mi ricordai tristemente chi era il mio vicino di banco; mi sedetti e aspettai che la scuola finisse, erano le undici, ancora due ore e potevamo andare a casa.

- Allora, vedo che ti piace tanto fare la troia con il mio migliore amico. - Sussurò tranquillamente Lucas, sedendosi accanto a me. - Tieni lontani i tuoi artigli da lui. -

- Quello che ho fatto non è fare la troia come lo definisci tu, semplicemente si chiama uscire con gente nuova. - Risposi fredda io; odio venire insultata i questo modo. - E poi ho sentito tante cose su di te, mio caro Lucas negli anni in cui sono stata in questa scuola, e so che anche a te piace tanto fare il puttaniere. - Aggiunsi poi a bruciapelo.

- Meglio essere puttaniere che puttana. - Si incazzò lui. - anch'io ho sentito tante cose su di te cara Genny. - Disse lui pronunciando il mio nome con disprezzo.

- Sta zitto, se non ti spiace vorrei ascoltare. - Lo zittisco alla fine io.

- Oh certo, come quella volta che ti sei fatta il professore di fisica perché non ti mettesse una nota sul registro. -

- Adesso esageri davvero, quella era una cosa inventata da quella troia di Allison perché mi ero messa con il suo ragazzo! Ma quante volte lo devo ripetere... Ma tanto tu stupido come sei non capisci un cazzo. -

- Seh certo... - Borbottò lui.

Per fortuna non ci rivolgemmo più la parola per tutto il resto delle due ore, e finalmente la campanella suonò, e tutti quanti ci alzammo in piedi dirigendoci verso l'uscita; appena fuori da scuola aspettai Robert, che arrivò poco dopo, e insieme a lui salimmo nella mia auto.

- Hai un'auto bellissima, quasi come te. - Disse lui galante sedendosi nel posto del passeggero.

- Ma grazie, che gentile. - Lo ringraziai. Questo ragazzo mi piace! - Dove vuoi andare a pranzo? -

- Per me è uguale, scegli tu. -

- Va bene. - dissi mettendo in moto e guidando verso il più vicino ristorante che serve roba da mangiare italiana. - Spero che ti piaccia la cucina italiana. -

- adoro la cucina italiana! - Disse lui entusiasta.

- Bene, dai vieni andiamo. - Dissi io scendendo dall'auto.

Prendemmo un tavolo,  e io ordinai la pizza.  Penso personalmente che la pizza sia uno dei migliori piatti italiani, e la pizza che  vendono nei fast food non è lontanamente paragonabile a quella che servono nei ristoranti italiani. Ma proprio mentre sia io che Robert abbiamo finito di mangiare e ci accingiamo a uscire, mi squilla il cellulare: è un messaggio.

Da numero privato:
Buongiorno, Dragonred4 si rifiuta di pagare, chiedo un intervento diretto.

Oh ma che cavolo, proprio mentre sto per divertirmi con gente nuova questi che non pagano rompono le palle a me! Cancello in fretta il messaggio e spengo il telefono.

- Chi è Genny? - Chiese Robert, affacciandosi sul mio telefono.

- Nessuno tranquillo, devo andare però, ti riporto a casa, usciamo un altro giorno va bene? - Risposi sbrigativa io, ritirando il cellulare in tasca.

- Ehm va bene, non c'è problema tranquilla. -

- Dai vieni. -

Lo riportai a casa, e in tutta fretta tornai a casa mia. Ogni volta che devo svolgere di persona questo tipo di lavoro mi riaffiorano sempre ricordi orribili alla mente, del mio passato. Li scacciai velocemente, prendendo un'altra auto e guidando fino a uno dei vicoli del Bronx. Odio alla follia quel quartiere.

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