Capitolo 21

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Finalmente la sera della festa di Jonny; mi ci vuole proprio qualche svago, è da un po che non partecipo a una festa, e le feste che da Jonny sono solitamente molto belle e divertenti, piene di gente simpatica e carina.

Mi guardo un'ultima volta allo specchio, lisciando con una mano le lunghe estenshion bionde e rosa che avevo messo questo pomeriggio. Sono molto soddisfatta di me per come sto stasera, ho deciso di indossare un abito corto rosso invernale, con dei collant che arrivavano sopra il ginocchio neri; sopra il vestito misi un chiodo in pelle nero e corto, e sopra indossai ancora il cappotto, l'inverno era ormai arrivato, e faceva freddo fuori, anche se non aveva ancora nevicato. Infine indossai un paio di scarpe decollette nere con tacco alto trasparente, e finalmente pronta uscii di casa.

Salii in macchina e misi in moto, e  cominciai a guidare, perfettamente rilassata, davvero non vedevo l'ora di arrivare.

*Lucas pov's*

- mamma, io esco, vado a una festa! - gridai indossando il parka verde e sbattendo la porta

Non volevo dare tempo a mia madre di replicare, altrimenti non mi avrebbe mai fatto andare alla festa.

Infatti la sentii urlare da dentro casa, ma me ne fregai e montai sulla moto e velocemente misi in moto e partii, senza nemmeno mettere il casco per la fretta.

Il freddo era davvero pungente, sentivo le mani congelare senza guanti, e avevo un freddo orribile alle gambe e alla testa; ma ne valeva la pena, aveva troppa voglia di andare a una festa, non partecipavo a una festa da un bel po, mi ci voleva.

Avevo bisogno di dimenticare quello che era successo con Genny. Ma era troppo difficile, sembrava impossibile, io l'amavo ancora, ma la odiavo per quello che la sua famiglia aveva provocato alla mia. Mi concentrai sulla guida per dimenticare ciò a cui stavo pensando.

Quando arrivai parcheggiai la moto nel grosso giardino di Jonny, aveva un viale di marmo bianco che portava all'entrata di casa sua, e tutto intorno c'era un prato curatissimo e verdissimo, con una meravigliosa fontana sempre di marmo bianco al centro del giardino.

Non mi stupii affatto, se era un amico di Genny era scontato che fosse pieno di soldi. Un momento... amico di Genny...

Sono stato uno stupido! Ci sarà anche lei alla festa...! No...

Non voglio vederla assolutamente. Sono tentato di risalire sulla moto e tornare a casa, ma il pensiero del freddo e di mia madre incazzata nera che mi aspetta mi fa desistere dall'idea, ormai sono qui, non ha senso tornare a casa.

Così mi avvio verso l'entrata della casa, meglio dire villa, di Jonny. Non pensavo nemmeno che fosse di qui, cioè non credevo che abitasse così vicino a casa mia, infatti non ho affatto faticato a trovare il suo indirizzo; credevo che abitasse molto più lontano...

Appena arrivo davanti all'entrata ci sono due uomini che sbarrano il passaggio, come se fosse una discoteca, che tengono in mano una lista di fogli; mi chiedono subito il nome

- Lucas Connor - rispondo con tono leggermente incerto, pensando al perché Jonny aveva bisogno di due uomini a controllare chi entrasse alla sua festa

- si eccolo - indica uno dei due dopo un paio di secondo - benvenuto - aggiunge poi facendosi da parte per farmi entrare

Appena varco la soglia la musica che si sentiva alta già da fuori mi investe, in un turbine di suoni, il caos è ovunque, la sua festa è molto simile a quella che aveva dato Genny qualche tempo fa. Non voglio pensare a lei, ma praticamente qualsiasi cosa é collegabile a Genny...

Mi sento un po spaesato, non riesco a vedere nessuno che conosco, mi sento come un pesce fuor d'acqua in mezzo a questa folla di persone che beve, mangia, balla e si ubriaca. Dopo un paio di minuti in cui rimango fermo vicino alla porta d'uscita vedo venire verso di me Jonny, il padrone di casa

- heyy Lucas! - strilla, con gli occhi leggermente lucidi e la voce brilla. Mi da una stretta di mano bella forte, ma poi ci ripensa e mi abbraccia di slancio. In quell'improvviso contatto vengo investito dal suo odore di alcool e fumo, parecchio forte - sono contento che tu sia venuto, ci tenevo a rivederti! -

- anch'io sono contento di essere qui - rispondo; sono contento di rivederlo, ma alla scorsa festa di Genny non avevo avuto modo di conoscerlo bene, dato che quando ci ho parlato la prima volta ero completamente ubriaco

- ti piace come è la mia festa? - domanda lui prendendomi sottobraccio e portandomi come suo ospite in giro per la sala in cui c'era la festa, probabilmente aveva capito che non conoscevo nessuno

- si, é molto bella - urlo io, per farmi sentire da lui, la mia voce era quasi sovrastata dalla musica alta

- dai vieni, voglio farti conoscere un paio di amici - comincia lui, tirandomi ancora più forte

- sai... non credevo abitassi così vicino dove abito io - mi lascio sfuggire questa mia piccola curiosità

- No, non abito qui, questa è la casa in cui di solito vengo in vacanza, spesso vengo qui per vedere alcuni dei miei migliori amici, io abito molto più lontano -

Rimango esterrefatto da quello che Jonny mi sta dicendo. Cazzo, questo è davvero pieno di soldi se questa è solo la sua casa di vacanza...

Jonny si ferma al piccolo bar che aveva fatto allestire alla sua festa e ordina dal cameriere una bottiglia di Sambuca. La prende e prende anche due bicchieri di vetro, versandone un po  a me e un po a lui

- alla nostra amicizia nascente, mi piaci davvero molto Lucas, non ho mai incontrato nessun ragazzo come te - e così dicendo brinda con me

- anch'io sono contento di averti conosciuto Jonny - rispondo sinceramente

Lui sorride e si gira a salutare un'altra ragazza  che lo aveva appena salutato

- Lucas, ti presento Jessica, una mia cara amica -

La ragazza sorride, aveva dei denti perfetti e bianchissimi, e indossava un vistoso abito corto e di un rosso fuoco sfavillante, coperto di pailettes; infine aveva un paio di vertiginosi tacchi a spillo, che la rendevano incredibilmente sexy. Insomma era una ragazza bellissima

- Piacere mio - dico incantato, mentre la ragazza butta giù un bicchierino di qualche alcolico preso al bar

Io avevo la mente leggermente annebbiata dell'alcool, quindi non ci faccio nemmeno caso quando bevo direttamente a canna dalla bottiglia di Sambuca che aveva preso Jonny al bar. Lui ride visibilmente ubriaco e mi prende ancora sottobraccio.

Mi presenta ancora a qualche decina di ragazzi e ragazze, di cui non ricordo nemmeno i nomi, ma di una cosa sono sicuro: erano tutti assolutamente bellissimi e perfetti, davano l'aria da ogni poro della pelle di essere strapieni di soldi; poi Jonny mi porta in una stanza più piccola, dove la musica si sente più bassa e dove c'é meno gente che balla e fa casino.

In un momento di lucidità la vedo davanti a me, che parla con una ragazza mora e sempre bellissima. La bottiglia di Sambuca mi cade a terra frantumandosi in mille pezzi e facendo un casino infernale nella piccola stanza. Tutti si girano verso di me. Inclusa lei. Inclusa Genny.

Bad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora