Capitolo 3

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*Lucas pov's*

Driin, driiiin!!

Sentii la sveglia suonare, e di malavoglia aprii gli occhi. Erano già le otto meno venti, ma sinceramente non mi interessava di arrivare in ritardo a scuola; ma dopo un paio di minuti mi sentii costretto ad alzarmi, e dopo essermi vestito e pettinato scesi a fare colazione.

Mia madre e mia sorella piccola erano  già in piedi, e mia sorella girava come una ritardata per casa, tutta eccitata per il suo secondo giorno di prima media

- e che cazzo Stecy, fai attenzione! - grudai io quando lei mi urtò per sbaglio

- vaffanculo, la prossima volta fai più attenzione - mi risponde lei

- ragazzi, basta con tutte queste parolacce, tra dieci minuti dovete andare a scuola, sbrigatevi - ci ammonisce mia madre, che stava bevendo la sua tazza di latte

- merda... - imprecai io a bassa voce per non farmi sentire da mia madre - sono le otto meno dieci, e tra dieci minuti apre la scuola.. devo andare a stasera! - urlo poi uscendo di casa

- ma non mangi? - chiede mia madre

- è troppo tardi, ciao a tutti!! -

Esco prendendo di fretta lo zaino e mi dirigo in garage, dove ho il motorino. Sono l'unico sfigato di diciannove anni che non ha ancora la patente della macchina... solo perché i miei genitori non avevano abbastanza soldi per mandarmi a scuola guida per l'auto... mi sento come uno stupido, perché tutti i miei amici hanno la macchina...

Pensando a queste cose metto in moto e parto veloce verso la scuola. Non posso fare a meno di pensare a Genny la mia nuova vicina di banco. Se non fosse così acida e stronza me la sarei già sicuramente fatta negli anni precedenti, ma tutti i ragazzi che sono stati con lei dicono che è davvero difficile fare qualcosa che le piaccia... cazzo però se è bella...

Parcheggio la moto vicino alla scuola e comincio ad andare verso l'entrata. Merda. Hanno già aperto e c'e la bidella che sta chiudendo la porta, quella stronza arriva sempre nel momento sbagliato!  Corro con lo zaino in spalla e per fortuna mi fa passare, e più veloce che posso vado in classe, dove sento che c'è già il professore che spiega. Appena entro subito il mio sguardo viene attirato da Genny, che è seduta davvero in modo molto composto, con i capelli liscissimi e quasi lucidi sciolti, con la sua immancabile maglia aderente e i suoi immancabili jeans aderenti abbinati ai tacchi alti. È quasi più bella di ieri... no, basta Lucas, non pensare a quella ragazza mi rimprovero mentalmente sedendomi accanto a lei

- buongiorno eh - dico per rompere il silenzio

- buongiorno persona che arriva tardi - risponde lei distaccata

- ok, non hai voglia di chiacchierare, sei proprio una secchiona -

- no, non sono una secchiona, non ho voglia di parlare con te molto semplicemente -

- come è andata ieri con Robert? - chiedo per  stuzzicarla

- non sono cazzi tuoi -

- oh ma le ragazze non devono dire parolacce -

- nemmeno i ragazzi - dice lei. Ma vedo che le sue labbra si stanno incurvando, forse ride... e infatti scoppia a ridere a bassa voce

- quando un ragazzo fa ridere una ragazza nel migliore dei modi finiscono a letto insieme - la stuzzico ancora

- ti piacerebbe, ma come hai capito non sono quel tipo di ragazza - risponde lei guardandomi con i suoi occhi verdi bellissimi

- tanto non mi resisterai per sempree - 
- potrei dire la stessa cosa per te -

- se certo -

- aspetta e vedrai Lucas -

- sai come mi chiamo? -

- siamo compagni di classe e di banco, è ovvio che so come ti chiami scemo -

- tu ti chiami Genny -

- Ginevra in realtà -

- Genny per gli amici -

- noi siamo amici? -

- mi piace questa botta e risposta... mi piacerebbe che fossimo qualcosa in più -

- e a me invece no -

- sicura? -

- non sei poi così bello -

- nemmeno tu se per questo - le dico un po offeso

Lei non risponde e si concentra sulla lezione, anche se vedo che dopo un po guarda in basso sotto il banco, dove comincia a scorrere Facebook con il cellulare con disinteresse, mentre sbuffa silenziosamente.

In effetti la lezione di italiano è noiosissima... una delle più noiose, e siamo solo al secondo giorno, alla seconda ora... no, non è possibile...

Accendo anch'io il cellulare, ma sento che il prof fa il nostro nome e subito salto su spaventato

- cosa prof? Non ho capito un caz... emh niente - mi correggo in tempo

- ho detto che voi due sarete in coppia per il progetto su Leopardi - ripete lui scacciato

- quale progetto? - chiedo sempre più spaesato

- non faccia l'ignorante signor Connor, tanto non ci fa perdere tempo con le sue chiacchiere inutili - risponde il professore continuando a dire le coppie

- prof, io non ho capito che cosa devo fare con lui - dice Genny alzando la mano e indicandomi

- dovete fare insieme un progetto di Leopardi, dovete descrivere la sua vita e le sue opere, il progetto è da consegnare entro venerdì prossimo e non vi posso lasciare usare le ore scolastiche - spiega il prof con aria gentile

Ma allora questo è stronzo. Perché a Genny l'ha rispiegato e a me mi ha mandato a farmi fottere? Sti prof di merda...

Finalmente arriva la fine dell'ora, e Genny subito inizia per organizzarsi per fare il progetto su Leopardi

- allora hai capito che cosa dobbiamo fare? Quando vuoi che ci incontriamo così lo facciamo subito? -

- non lo so, per me è uguale, se vuoi anche oggi -

- va bene oggi non credo di avere impegni... a casa mia o a casa tua? Facciamo a casa mia ok? -

- non so dove abiti -

- ti porto io, vieni qui davanti scuola alle tre del pomeriggio che ti accompagno a casa mia, così non devi fare strada inutile che non sai dove vai per te va bene? -

- si, allora alle tre -

E va be. Questa se si organizza così il fretta va più che bene per me. Meno male che non andiamo a casa mia, Genny non si sarebbe trovata bene in quella topaia, è troppo bella per stare in un posto simile. Ma perché penso queste cose?

Bad LoveWhere stories live. Discover now