Capitolo 20

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- papà - dissi avvicinandomi a lui

Era seduto dietro alla sua scrivania da lavoro, stava finendo di firmare alcune carte, era nervoso, probabilmente per la prossima chiusura della sua azienda, lo capivo bene anch'io, ero parecchio nervosa per il trasloco appena fatto, avevo appena finito di sistemare alcune carte, e nella noia del pomeriggio avevo dato un'occhiata a tutti quei documenti

- la tua azienda non è affatto in perdita - conclusi solennemente appoggiando un malloppo di documenti sulla sua scrivania, sopra le carte che stava compilando - perché mi hai mentito? Qual'è la vera ragione della sua prossima chiusura? -

Lui alzò gli occhi dai suoi documenti e li allineò togliendosi gli occhiali da vista e appoggiandoli sulla scrivania, stando attento che fossero perfettamente allineati con le carte che stava firmando

- non ti posso nascondere nulla eh? - ironizzò mio padre

- non sono più una bambinetta, questi semplici grafici elementari sono in grado di capirli benissimo, e ho capito che l'azienda non é in perdita, così come non lo sono le altre tue attività. Vanno tutte quante a gonfie vele. Ma allora qual'è il vero motivo per cui vuoi chiudere tutto quanto? - domandai curiosa restando sempre in piedi

- Genny, credo che siano cose che tu non potresti capire... Non voglio coinvolgerti in queste faccende, hai solo quindici anni dopotutto..  - cominciò mio padre affranto nella voce

In me cominciarono a farsi strada diversi sospetti

- che cosa intendi dire? - la voce mi usciva leggermente strozzata, mi mancava poco a poco il fiato

- intendo... davvero, non voglio coinvolgerti -

- ti prego, faccio parte della famiglia, se ti aiuterò a tenere in alto l'impero economico della famiglia voglio anche sapere perché non possiamo andare avanti con le tue aziende - cominciai a spazientirmi - penso che tu sappia bene che niente mi impressiona più di tanto, posso capire tutto, meno il fatto che non mi vuoi spiegare come stanno realmente le cose -

- d'accordo Genny. Siediti qui accanto a me - disse lui battendo una mano sulla sedia che era vicino alla sua scrivania, una bella poltrona nera elegante da ufficio, quasi uguale a quella su cui sedeva lui, solo meno imponente

Bad LoveWhere stories live. Discover now