Capitolo 11

9.8K 236 16
                                    

- buonasera sono a casa!! - urlo io entrando dalla porta principale di casa mia, lasciando delicatamente a terra le borse degli acquisti che avevo fatto poche ore prima con le mie amiche al centro commerciale

Tolsi educatamente le scarpe e le lasciai a terra in un angolo, ripresi le buste degli acquisti e le portai in camera mia, per togliere le varie etichette e per mettere tutto in lavatrice per lavarli. Sono una ragazza estremamente pulita e precisa, e tutte le volte che torno con qualche cosa di nuovo devo mettete tutto in lavatrice a lavare

- buonasera signorina, sono le sette e dieci, é tornata prima? - domandó Rachele affacciandosi alla porta della mia camera dopo aver bussato tre volte per annunciarsi

- si, volevo darti una mano - rispondo girandomi con un sorrisone stampato sulla faccia

- ma no signorina, si figuri faccio da sola, lei si prepari -

- ok... ma quando avrò finito di fare le mie cose magari ti do una mano! - aggiungo sempre con un sorriso stampato in faccia

Comincio a tirare fuori i vestiti appena acquistati dalle borse, tagliando via l'etichetta della nuova maglia blu invernale aderente e dalle due paia di jeans. Poi tirai fuori il vestito rosso che avevo comprato per la festa che ci sarebbe stata la settimana prossima, e infine il nuovo paio di stivali che avevo comprato giusto per l'avvicinarsi dell'autunno.
Gli stivali mi limitai a posarli con la scatola in un angolo della stanza, e andai a mettere tutto il resto dei vestiti in lavatrice, avviando il lavaggio.

Sono le sette e  venti. Dato che é ancora presto ho sicuramente tempo di fare una doccia ripeto a me stessa, entrando nel mio bagno personale. Appena il getto d'acqua calda mi colpí, immediatamente avvertii una sensazione di beatitudine che si spaegeva in tutto il corpo, una sensazione di relax, insostituibile, la doccia calda era insostituibile.

Insaponai delicatamente i capelli, e così feci con tutto il resto del corpo, per poi, dopo essermi sciacquata, uscire dalla doccia e cominciare ad asciugare i capelli; li resi lisci e lucenti grazie ai miei vari balsami, e quando avevo finito, mi accorsi che erano le otto meno venti, così indossai un paio di jeans neri con qualche borchia e brillantino sopra, misi una t-shirt semplice rosa e scesi in sala, dove Rachele  aveva già apparecchiata la tavola per due persone

- papà arriverà tra dieci mi annunciai entrando in cucina e andando vicino a lei, a vedere mentre girava il risotto quasi pronto nella padella

Non mi ero nemmeno truccata, almeno con la mia famiglia riuscivo a essere me stessa, senza inutili maschere, che usavo di continuo anche con le amiche più intime; dovevo sempre essere fredda, e cinica, perché altrimenti gli altri mi avrebbero messo i piedi in testa, questa era una delle mie paure. Dovevo essere per forza acida, altrimenti la gente non mi avrebbe rispettata in quel modo. Ma almeno con la mia famiglia potevo essere allegra e gentile, con Rachele che mi conosceva da anni ormai, potevo essere me stessa.

Presi il cellulare da sopra il divano, l'avevo lasciato lì da quando ero appena entrata in casa, e mi sedetti a tavola, mettendomi a sfogliare i vari messaggi. Ne avevo tantissimi, se non controllavo il cellulare almeno una volta all'ora trovavo troppe notifiche, mi ci voleva un sacco di tempo per vederle tutte.

Lessi tutti i messaggi, rispondendo solo a quelli più importanti, come quelli dei pagamenti della droga venduta o altro. Mi stupì parecchio quando vidi anche un messaggio da parte di Lucas. Non mi aveva scritto niente di che, mi aveva solo ringraziato per averlo lasciato dormire da me, e per essere stata gentile con lui.

Gli risposi con un semplice "prego", e poi passai a vedere le notifiche di instagram e Facebook, come al solito niente di che, richieste di amicizia  e semplici like, solita routine, inviti a feste varie, niente a cui avevo voglia di andare.

Proprio in quel momento sentí il rumore dell'auto di mio padre nel vialetto, così lasciai il cellulare sul tavolo e corsi a salutarlo alla porta, mentre entrava

- buonasera, ciao Genny mi sei mancata tanto! -  urló lui non appena entró in casa, abbracciandomi di slancio

Io ricambiai il suo abbraccio contenta

- mi sei mancato anche tu papà, come stai? Non mi hai chiamato e non ci siamo mai sentiti - cominciai io, mentre andavamo a sederci a tavola

Rachele arrivó praticamente subito da noi, cominciando a impiattare il risotto

- Rachele, ti ringrazio davvero per essere venuta anche stasera anche se era il tuo giorno libero, senza di te non sapevo che cosa avrei mangiato - disse mio padre ridendo, allentando la cravatta del suo completo blu elegante

- si figuri signore, sa che mi fa piacere aiutare sua figlia a cucinare - ribatté lei

- potevo cucinare anche da sola - sussurrai in modo che anche loro potessero sentire, facendoli ridere - non fa ridere! - mi seccai

- dai okey basta... come sta la mia bambina? - domandò mio padre prendendo una forchettata di risotto

- io sto molto bene grazie, e tu? -

- ho una notizia grandiosa - disse mio padre, mentre i suoi occhi si illuminavano di gioia

- dimmi dimmi -

- ho concluso un grosso affare questa settimana, potrò riprendere a far lavorare della gente nella mia ditta, questo significa che non dovremo più abbassarci a fare cose illegali, ti rendi conto Genny? - mio padre quasi piangeva di gioia

- davvero? Io... Non ci credo!! - mi scese una lacrima di gioia dagli occhi e corsi ad abbracciare di slancio ancora una volta mio padre

Rachele non sapeva nulla di tutto questo, perciò dalla cucina non capí per cosa stavamo festeggiando, ed era meglio così

- sarà molto semplice eliminare le tracce dei nostri spacci, ho già ordinato di non rifornirci più - si mise a spiegare papà molto più dettagliatamente  -  non ti devi preoccupare di nulla, sto licenziando tutti quelli che potrebbero essere collegati a noi -

- uhm... d'accordo... - ero un Po confusa, ma ero convinta  che mio padre sapeva quello che faceva

- a proposito... come sta andando a scuola? - domandò alla fine mio padre per rompere il silenzio che c'era tra noi

- ahah  - risi io - tutto molto bene -

Finalmente stavamo facendo una conversazione normale, mi sentivo felice, ma in fondo al mio cuore e ai miei pensieri c'era sempre e comunque una persona: Lucas.

Bad LoveWhere stories live. Discover now