Capitolo 37

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- a che ora inizia la festa di domani sera Genny? - mi domandò al telefono Jonny, dopo avermi chiamato per sapere come stavo e soprattutto per chiedermi della festa

- che domanda scema Jonny - risposi io - all'ora in cui sei più comodo, come sempre, lo sai da tanto tempo che le mie feste non hanno un vero e proprio orario -

- porto un paio di amici, va bene? - chiese lui

- porta chi vuoi, ognuno è il benvenuto per iniziare l'anno con una delle mie feste, sei libero adesso? -

- sì perché? -

- ho bisogno del tuo aiuto in alcune questioni riguardanti la festa, e mi fido particolarmente di te oggi... e poi avevo voglia di vederti, non ci vediamo da prima delle feste -

- Ok, ti aspetto da me allora - così dicendo Jonny chiuse la chiamata, così, dopo aver rimesso a posto il salotto in disordine, indossai il mio cappotto bianco e gli stivali neri a tacco alto, e con indosso un semplice paio di jeans e un top a maniche lunghe uscii diretta nel garage alla macchina nuova

Mi dispiaceva che mio padre se ne fosse andato, mi sarebbe piaciuto tanto passare il capodanno con lui e con  i parenti più stretti; ma in fondo avevo invitato tutti i miei cugini più o meno della mia etá alla festa, e sarebbero venuti tutti, mentre per i parenti ci avevo pensato insieme a mio padre, avevamo organizzato un bel viaggio per tutti loro dove preferivano. Non che avessero bisogno di noi per pagare, tutti i miei parenti erano abbastanza ricchi, si erano tutti maggiormente arricchiti per mezzo di attività illegali che praticavano un paio di anni fa, ma era una cosa carina offrire loro un viaggio per la fine dell'anno.

Una volta finito di parlare con Jonny avevo intenzione di passare a casa di Lucas, volevo assolutamente dire a sua madre del mio cognome, se per lei c'erano problemi con questo, e volevo dirle che avevo intenzione di offrirle una piccola vacanza con i suoi amici più stretti, siccome suo figlio partecipava alla mia festa. Inviterò anche Stecy, sarà felice di venire a una delle mie feste con le sue amiche.

Misi in moto l'auto diretta verso casa di Jonny, ormai sapevo la strada a memoria, andavo talmente tante volte da lui durante l'anno...

*Lucas pov's*

Sentii squillare il cellulare da sopra il tavolo della cucina dove lo avevo lasciato, perciò mi precipitai a vedere chi mi stava chiamando a quell'ora di pomeriggio inoltrato. Guardai il display: era Genny

- Genny! - risposi alla chiamata, mentre un grosso sorriso si faceva strada sul mio volto - come mai mi chiami? -

- ciao amore - mi salutò lei con voce gentile - adesso faccio un attimo due commissioni, dopo vorrei venire da te, sei a casa? - domandò Genny

- sì, perché? - chiesi io stupito

- ci sono anche tua madre e tua sorella? -

- sì, ma ti prego dimmi perchè - cominciavo a essere sospettoso delle sue intenzioni

- vorrei dire a tua madre del mio cognome. Non mi sento in pace con me stessa mentre sto con te, mi sento una falsa stronza; io voglio dirglielo... voglio che capisca chi sono in realtà - concluse Genny con una leggera nota triste nella voce

- d'accordo... Ma sappi che io ti amerò comunque - dissi poco prima di riattaccare il cellulare e di rimetterlo sul tavolo

Mia madre la accetterà. In fondo ciò che vogliono i genitori è la felicità dei loro figli, no?

*Genny pov's*

Lucas riattaccò il cellulare e io continuai a guidare guardando fissa la strada; mi sentivo falsa a essermi presentata solo come "Genny" alla madre di Lucas, lei aveva diritto di sapere con chi avevo legami di parentela.

Per me contava abbastanza tanto, non so dire quanto possa contare per Katia, o anche solo per Stecy, non posso dimenticarmi che anche lei, quando era solo una bambina, ha dovuto sopportare l'ira del padre, scoppiata per colpa degli errori di mio padre.

Entrai nel vialetto della villa di Jonny, il cancello si era aperto in automatico riconoscendo il mio volto attraverso la telecamerina posta all'esterno. Parcheggiai davanti alla porta e scesi di tutta fretta lasciando il cappotto in macchina

- Genny, vieni pure dentro - mi salutò Jonny con un grosso sorriso contento e sincero sul volto, che si era illuminato non appena mi aveva visto

- grazie - gli andai vicino e lo abbracciai di slancio, mi era mancato

- mi sei mancata in questi giorni, devo ammettere che sei la mia amica preferita - mi soffiò lui sul collo

- anche tu mi sei mancato - dissi a mia volta sorridendo

- comunque il regalo che mi hai fatto è bellissimo, l'ho apprezzato, grazie davvero di cuore - Jonny tirò fuori il portasigarette che gli avevo regalato, e ne tirò fuori una - vuoi? -

- sì grazie - misi in bocca la sigaretta e aspettai che Jonny l'accendesse, e tirai una prima generosa boccata di fumo

Jonny se ne accese una per lui e fumando entrammo in casa chiudendo la porta alle nostre spalle

- di che cosa volevi parlarmi? - domandò lui sedendosi a tavola e mettendo un posacenere in centro

- durante la festa gireranno molti soldi. Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a raccoglierli per evitare che qualcuno si faccia male o peggio di ammazzi per prenderli - dissi semplicemente, mentre Jonny prendeva una bottiglia di coca cola dal frigo e ne versava un po per me e un po per lui

- solo questo? - si stupì lui - credevo che era qualcosa di molto più importante... -

- sì, solo questo. Ma non sarai solo ad aiutarmi, mi aiuterà anche Roxy, mi ha già detto che ci sarà; ho intenzione di mettere, verso tarda sera, dei giochi a soldi, come il poker o la roulette, avresti voglia di tenere il poker? - gli chiesi

- certo, basta che mi vieni tu a chiamare - rispose lui sorseggiando la coca - non girerà droga vero? -

- No, mio padre non fa più arrivare niente da spacciare, e ognuno sarà perquisito prima dell'ingresso; poi se hai voglia stasera vieni da me, ceniamo insieme e prepariamo la lista degli invitati. Ho deciso che entrerà solo chi è in lista questa volta -

- nessun problema. Stasera arriva Roxy da te, giusto? -

- esatto - annuii io - adesso devi proprio scusarmi ma devo andare, devo fare un'altra cosa urgente prima di stasera... vieni da me verso le dieci di sera, va bene?  -

- certo, a stasera! - Jonny mi accompagnó alla porta e mi salutò, mentre io partivo diretta a casa di Lucas

Finalmente mi sarei tolta un grosso peso dal cuore, finalmente anche la madre e la sorella di Lucas mi avrebbero potuta accettare per quella che in realtà ero. O almeno, così spero...

Bad LoveWhere stories live. Discover now