Capitolo 23

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- ciao Genny, arrivo tra poco a casa tua, parto adesso da casa mia con la moto di Lucas... a proposito, come sta? -

- sta dormendo adesso, credo che stia bene, ieri sera si è addormentato normalmente; va bene, ti aspetto allora, a tra poco Jonny - e così dicendo chiusi il telefono e lo posai sul tavolo della cucina

Mi sedetti di nuovo sulla sedia, e finii di bere il té che mi aveva appena preparato Rachele, che in quel momento stava finendo di sistemare il salotto

- Rachele - la chiamo gentilmente

- mi dica signorina - risponde lei sull'attenti

- quante volte ti devo dire di darmi del tu e di non chiamarmi signorina - commento ridendo e mettendomi una mano sulla fronte

- mi scusi, ma proprio non ci riesco signorina - si scusa lei

- non c'é bisogno che ti scusi per così poco... vabbè, comunque ti volevo chiedere... quando tornerà papà? - le domando alla fine

- uhm... - ci pensa un attimo lei - credo che tornerà mercoledì sera - dice alla fine

- va bene allora... tra poco dovrebbe arrivare un mio amico, quando suona alla porta mi puoi fare il favore di dirgli di raggiungermi su in camera mia? - le chiedo

- certo, stia tranquilla, ci penso io -

- grazie mille allora - la ringrazio salendo le scale

Arrivo in camera mia, e dopo essermi sistemata il mascara e dopo essermi pettinata i capelli un ultima volta, mi avvio a controllare Lucas, che dormiva ancora sul letto vicino al mio, che gli avevo preparato per quella notte

- hey - lo chiamo delicatamente - sei sveglio? - lo scuoto leggermente

- si... - sussurra lui - perché sono qui? -

- non ricordi nulla di ieri sera? -

- ieri sera... ero alla festa di Jonny - ricorda lui mettendosi seduto

- si esatto, c'ero anch'io -

- perché sono a casa tua? Genny noi ci odiamo - si agita Lucas

- Lucas... ascolta... io non ti odio davvero... -

- non è vero... provi solo pena per me in realtà -

- Lucas, se tu mi odi sei libero di farlo, capisco i tuoi motivi, ma non puoi prendertela con me per qualcosa che ha fatto mio padre -

- non è solo per quello... è anche per tutto il resto, noi abbiamo idee e posizioni diverse nella società... Io sono solo un rifiuto, mentre tu domini qualunque cosa -

- questo non è affatto vero - mi accorgo che sto per incazzarmi, così mi tranquillizzo - tu pensi che per me sia tutto facile, ma non sai quanto ti sbagli -

- Genny... per te è davvero tutto facile - sussurra lui. A malapena lo sento, ma quello che dice mi fa davvero andare fuori di testa

- non lo è invece! - grido - tu non hai idea di quello che ho affrontato nella mia vita per arrivare qui! Io e mio padre abbiamo i soldi perché ce li sudati! Come fai a non arrivare a questo semplice concetto? Quello che ho affrontato Io, tu non lo affronterai mai  nella tua vita! Tu sei solo un piccolo... -

- signorina! È arrivato il suo amico, sta vendendo su da lei! - sento gridare Rachele dal piano di sotto

Blocco immediatamente le parole che stavano per uscire dalla mia gola. Mi rendo conto di aver esagerato, e lo leggo negli occhi di Lucas. É sconvolto

- io... scusami davvero... - sussurro

- buongiorno a tutti e due... interrompo qualcosa? - Jonny si ferma sulla porta guardandosi intorno

- No, vieni pure avanti - lo incoraggio allontanandomi da Lucas - ciao - lo abbraccio e lo faccio accomodare su una poltrona - che bella camicia che hai oggi... il tuo gusto migliora a vista d'occhio - aggiungo ridendo e osservando la sua camicia nera, che aveva infilato dentro un paio di jeans blu scuro

- sempre la solita stronza... - commenta lui, un po ridendo e un po seccato - lo sai che io ho sempre avuto buon gusto -

- io invece ricordo che l'anno scorso portavi sempre delle inguardabili felpe... -

- si va bene, adesso basta... come stai Lucas? - domanda lui cambiando discorso

Rido sotto i baffi, e poi mi concentro su Lucas

- Si, sto bene grazie... Meglio di ieri sera, e scusami tanto se me ne sono dovuto andare ieri -

- ma figurati... se stavi male mi dispiace di non essermene accorto, non avrei dovuto farti bere così e soprattutto permetterti di fumare una canna - dice lui - mi dispiace tanto, scusami... comunque la tua moto é nel giardino, te l'ho portata io - aggiunge poi

- No, non è stata colpa tua, piuttosto é stata colpa mia... Non dovevo lasciarmi andare in quel modo -

- Genny, puoi venire fuori un momento? - Jonny si alza e mi fa segno di seguirlo

- ascolta... Non credo che Lucas sia arrabbiato con te - mi dice lui appena fuori dalla stanza

- no, fidati, se tu conoscessi davvero tutta la storia lo capiresti... anch'io capisco che é arrabbiato con me -

- che cosa è successo? - domanda lui curioso

- beh... ricordi quando mio padre ha chiuso le sue aziende per quei debiti? Vedi, il padre di Lucas lavorava li, e quando è stato licenziato - mi blocco un attimo, non sapendo come continuare a raccontare a Jonny ciò che mi aveva detto Lucas - in realtà non ho capito bene nemmeno io, ma credo che il padre di Lucas una volta licenziato dall'azienda abbia tentato di far fuori tutta la sua famiglia - concludo pensando se l'avevo raccontato bene oppure no. Era una storia troppo delicata

- oddio... Certo, capisco... Ma secondo me lui ti ama ancora. Lucas odia solo le tue origini, ma credo che lui ami il tuo carattere e i tuoi modi di fare -

- beh... ormai non lo so più... anch'io credevo di essere incazzata nera con lui, ma ieri sera quando l'ho visto a terra qualcosa è scattato in me; io credo di amarlo ancora in realtà... che cosa posso fare, ti prego consigliami... - sento il viso accaldarsi, e sento un paio di lacrime scendere. Mi appoggio al petto di Jonny, e lui, dopo un attimo di esitazione mi stringe forte a se

- Genny, tu sei una ragazza forte, ti conosco da anni, Lucas ti ama ancora, te lo posso assicurare; parla con lui, cerca di non incazzarti quando gli parli, e secondo me lui è un ragazzo che ha seriamente bisogno di aiuto... - mi sussurra lui all'orecchio

- posso provarci... - sussurro a mia volta io, mentre cominciavo a pensare a cosa avrei dovuto dirgli

- Genny, io devo andare, ho degli affarri molto urgenti da sbrigare, devo sistemare delle cose in sospeso - afferma lui alla fine, staccandosi dal mio abbraccio

Apre la porta della mia camera, e lo sento salutare Lucas da fuori. Era il momento. Lo saluto anch'io e lo vedo andare via a bordo di un'auto nera e molto grande, probabilmente l'aveva chiamata poco prima di entrare in camera mia, sapeva gia che se ne doveva andare; chissà che affarri dive va sbrigare...

Ma adesso avevo altro a cui pensare... dovevo andare da Lucas e dirgli tutto quanto... mi sentivo pronta come non mai, o gli parlavo adesso o non gli parlavo più, prima di perdere il coraggio del tutto. Chiudo la porta della stanza e lo vedo seduto sul mio letto a guardare il cellulare

- Lucas..  ti devo parlare -

Lui si volta verso di me e ritira il cellulare appoggiandolo sul mio comodino. Ok... o adesso o mai più.

Bad LoveWhere stories live. Discover now