Capitolo 10

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Arrivai davanti alla porta di casa che era mezzogiorno passato, mia madre era sicuramente già a casa da lavoro, lavorava anche di sabato, le servivano soldi per mantenerci, perciò cercava di lavorare il piú possibile.

Prima di entrare in casa rimisi a posto come meglio potevo i capelli, e risistemai i vestiti, prima di aprire con riluttanza la porta di casa. Arrivai in cucina, dove sia mia madre che mia sorella stavano pranzando, c'era silenzio tombale, persino la TV era spenta

- sono a casa - mi annunciai sedendomi a tavola, anche se al mio posto non c'era niente da mangiare

- che cosa hai fatto ieri sera? Perché non sei tornato a casa?? - mia madre stava alzando la voce, forse un po troppo, era molto arrabbiata, lo si notava dal suo tono di voce che si stava alterando

- be io... Era tardi, perciò la mia amica che aveva organizzato la festa mi ha proposto di dormire da lei - spiegai tralasciando il fatto che ero ubriaco marcio e che Genny mi aveva obbligato a stare a casa sua per la notte

Stecy soffocó una risata, nascondendosi dietro la bottiglia dell'acqua e guardandomi, quasi come se fossi un pagliaccio del circo, aspettando che io faccia un'altra battuta da rotolarsi a  terra dal ridere

- mamma, te l'ho detto, era tardi, perciò mi sono fermato da Genny - provai ancora

- Lucas, sai che non voglio che tu ti ubriachi, capisco che ormai sei maggiorenne, ma finché vivi sotto il mio stesso tetto segui le mie regole, sennò quella é la porta! - conclude mia madre, riprendendo a mangiare

- ma... tutti i miei amici stanno fuori fino a tardi, perché io non posso farlo?? Mi prenderanno per sfigato! - mi incazzo io - cazzo... non puoi essere così insensibile nei miei confronti, tutti i miei amici escono a pranzo e a cena, e ogni volta che mi invitano io devo dire di no perché morire se mi dai dei soldi! -

- sta zitto Lucas, sta zitto e basta, lo sia che non possiamo permettercelo! -

- vaffanculo - dico io prima di uscire dalla cucina sbattendo la porta

Odio la mia vita, non capisco perché a me deve sempre andare tutto così di merda, mentre agli altri va sempre tutto bene. Con le mani tremanti apro il pacchetto di sigarette, e ne metto una in bocca di fretta. La accendo e inspiro tutto il fumo che posso, per poi buttarlo fuori, avvolgendo la stanza in una nuvola di fragranza, che non faceva altro se non darmi sollievo. La sigaretta finisce in fretta, troppo in fretta, così ne afferro un'altra, finendo in fretta anche quella.

Sento la macchina di mia madre che esce dal vicolo in cui abitiamo, vuol dire che è andata al lavoro, finalmente. Spengo la sigaretta sul davanzale della finestra e getto giù il mozzicone, che cade in strada

- Stecy, io esco, ho bisogno di schiarirmi le idee - dico scendendo in cucina, e senza dare il tempo a mia sorella di replicare esco sbattendo la porta, tiro fuori dalla giacca le chiavi della moto, e salgo sulla sella, mentre mille pensieri mi affollavano la testa

Avevo bisogno di stare un Po da solo, avevo bisogno di capire che cosa mi stava succedendo, avevo bisogno di mandare giù il fatto che mia madre mi trattasse così male, avevo solo bisogno di riflettere lontano da tutto e da tutti, senza distrazioni o altro.

*Genny pov's*

- buongiorno signorina, ho appena avuto notizia che suo padre tornerà stasera per l'ora di cena - dice Rachele, entrando in casa

Oggi era il suo giorno libero, non c'era bisogno che venisse a dirmi che mio padre sarebbe tornato stasera.

Cerco di mostrarsi disinteressata, ma la realtà era che dentro di me stavo scoppiando dalla gioia. Non vedo mio padre da tempo ormai, é sempre impegnato da qualche parte per cercare di concludere qualche affare decente, lui ci tiene così tanto alla nostra condizione economica, tanto che si è abbassato a vendere droga per mantenere il suo capitale.

Ma la verità è che per me é diverso, per me non c'era assolutamente bisogno di fare una cosa del genere, a me sarebbe anche andato bene di essere un Po meno ricchi, ma almeno potevamo stare insieme, tutti i giorni, senza niente di mezzo

- va bene, grazie Rachele, oggi è il tuo giorno libero, non dovevi venire qui solo per dirmi questo, torna pure a casa a riposare - dico poi io smettendo di pensare a quelle cose, e facendole un sorriso

Volevo bene a Rachele, per me era come se fosse un parente, mi faceva molta compagnia quando ero sola a casa e non avevo nulla da fare, mi dava consigli utili e importanti, e quando sentivo nostalgia per mio padre lei era sempre li pronta a consolarmi

- suo padre mi ha chiesto di preparare la cena stasera e di finire di pulire la cucina, ha detto di avere molte urgenti cose di cui parlare con lei signorina Genny - continuó lei

- lo sai che non devi darmi del lei, ormai é da un sacco di tempo che lavori per noi - le dico ridendo e sedendomi su una sedia della cucina - comunque stasera sarò a casa per le sette e mezzo, devo uscire con alcuni amici, mio padre per che ora sarà qui? - domandò poi seria

- le otto - risponde Rachele sedendosi anche lei

- uhm... Va bene, allora vado a prepararmi che tra poco dovrò uscire, torneró in tempo per le otto allora - e così dicendo vado su in camera mia

Dovevo uscire con Alice, Claire e Rose, non ne avevo particolarmente voglia, ma ormai avevo detto loro che saremmo andate a fare shopping insieme... faceva piuttosto caldo, così indossai un paio di shorts azzurri, una canottiera corta e nera, e infine passai al trucco, misi una mano di fondotinta, le ciglia finte e feci un paio di sfumature nere e viola con gli ombretti, passando poi a mettere il rossetto, ne scelsi uno rosa tenue, che si intonava con le sfumature degli ombretti. Infine indossai un paio di scarpe nere con un bel tacco piuttosto alto, e dopo che mi fui vista un'ultima volta allo specchio uscí dirigendomi verso il garage, prendendo la mia auto nera, per andare a prendere Alice a casa sua, dato che lei la patente non l'aveva presa e che mi aveva chiesto di portarla con me.

Quando arrivai davanti casa sua, lei mi salutó entusiasta con la mano, e mentre osservavo il suo abbigliamento piuttosto normale, indossava un paio di jeans interi, una t-shirt larga dell'Adidas, la sua marca preferita, e ovviamente scarpe dell'Adidas bianche con strisce nere, quelle che aveva sempre

- ciao Genny - mi salutó lei sedendosi, e facendo attenzione a non sporcare nulla all'interno della macchina, sapendo quanto ci tenessi alla pulizia

- allora andiamo o devi prendere ancora qualcosa? Forse Rose e Claire sono già arrivate - le chiesi pensando ad alta voce

- non lo so, vai pure non ho dimenticato nulla - aggiunse lei guardando il cellulare

- va bene, sai stasera mio padre torna a casa - comincio a parlare io, mentre mi immettevo nella strada, fermandomi subito dopo ad un incrocio per dare precedenza al pazzo che tra poco mi graffiava l'auto

- wow, sono contenta per te! - disse entusiasta Alice smettendo di guardare il cellulare per guardare me

Ripartii accelerando di colpo, per non arrivare troppo in ritardo al centro commerciale. Arrivai pochi minuti dopo, non era molto lontano da casa di Alice, per poi vedere Claire e Rose vestite quasi uguali, entrambe con degli shorts di jeans e una t-shirt della Pyrex addosso. Si prosperava un lungo pomeriggio di shopping...

Bad LoveWhere stories live. Discover now