Capitolo 31

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*Lucas pov's*

- Stecy svegliati, siamo a casa - scossi mia sorella che si era addormentata in macchina nei sedili posteriori, eravamo appena tornati dalla cena della vigilia da mia nonna

- che palle... - bofonchiò lei aprendo gli occhi, che erano tutti rossi dal sonno

La capivo, era l'una del mattino e lei era praticamente solo una bambina, era normale che non riuscisse a stare sveglia fino a tardi. Anch'io avevo sonno, ma non potevo permettermi di addormentarmi, dovevo fare una cosa, una cosa sola, e poi potevo andare a dormire

- vado a fare la doccia - dissi a mia madre, che stava posando le sue cose sul tavolo della cucina

- va bene, non metterci troppo che é tardi e dobbiamo andare tutti a dormire - mi guardò con aria severa e dolce allo stesso tempo

- tranquilla mamma - e così dicendo mi avviai su per le scale verso il bagno

- Lucas - mia madre mi venne dietro e mi toccò su una spalla - ti volevo solo dire che... - si bloccò per qualche secondo e mi guardò negli occhi

- che cosa mamma? - le chiesi stupito dal suo tono. Erano forse anni che non mi parlava così, di solito era gentile solamente con Stecy, ma perché lei era ancora una bambina

- ti voglio bene, non scordartelo mai - mi abbracció di slancio e mi accarezzò dolcemente la schiena e i capelli, mentre sentivo scendere qualche lacrima dai miei occhi. Anche lei stava tremando leggermente. La strinsi più forte

- anch'io ti voglio bene mamma - le risposi sussurrando a mia volta - e mi dispiace per il mio comportamento - pensai a tutto ciò che facevo che mia madre non sapeva e mi sentii un mostro

- buon Natale Lucas - mi diede due baci sulle guance e andò in camera sua a dormire, mentre io rimasi fermo nell'atrio delle scale della casa

Mia madre. La amavo tantissimo, ma non glielo dimostravo spesso... mi dispiace per tutto ciò che ha dovuto passare, lei è stata quella che ha sofferto più di tutti in famiglia per le tragedie avvenute.

Mi diressi verso il bagno e finalmente mi slacciai la stretta camicia elegante che avevo portato per tutta la sera; tolsi lentamente i pantaloni e dopo essermi tolto ogni indumento che indossavo entrai nella doccia e feci scorrere sul mio corpo l'acqua calda che scendeva.

Che sensazione bellissima... Era da tanto che non ero così rilassato, le goccioline che scendevano sulla mia schiena mi donavano una sensazione stupenda, mi parve che tutti i miei problemi mi scivolarono addosso.

Una mezz'oretta più tardi chiusi l'acqua e mi asciugai i capelli con il phon, e nonostante erano le due di notte nessuno venne a sgridarmi per fortuna; poi indossai un maglione pesante e un paio di jeans spessi, misi il parka pesante e i guanti, e più silenziosamente possibile uscii di casa, in punta di piedi senza accendere nessuna luce.

Mi diressi in garage e tirai fuori a mano la moto, mi allontanai di un paio di metri da casa mia e quando fui abbastanza lontano la accesi, partendo veloce verso casa di Genny.

Le due e mezza; immagino che sia già tornata a casa, e se non è ancora tornata la aspetterò anche tutta la notte. Ci tengo troppo a darle il buon Natale di persona, e prima di perdere il coraggio le voglio dare il mio regalo. Prima di perdere il coraggio... già adesso non ho coraggio di andare da lei, e l'aria freddissima notturna di certo non aiutava; nevicava ancora,  non avevo le catene da neve alla moto e sperai che nessuno mi fermasse. E per fortuna non c'erano sbirri in giro la notte di Natale, non c'erano quasi nemmeno macchine, era quasi tutto avvolto nel silenzio, tranne il rombo della mia moto.

Un paio di minuti dopo ero a casa di Genny; non c'erano luci accese e sperai che non fosse andata a dormire. Se così fosse che cosa faccio? Non mi importa, la aspetterò anche fino a mattina fatta, ci tengo troppo a lei, e glielo voglio dimostrare.

La moto cominciava a fare i capricci, si stava rompendo e non andava quasi più. Rallentò visibilmente e ebbe un piccolo scoppio; mi fermai giusto in tempo davanti casa di Genny che non partiva più. E ora come faccio a tornare a casa?

Sentii il rombo di un altro motore, molto potente che arrivava verso di me. Era una Subaru vecchio modello, che parcheggiò a pochi metri da me; dentro l'auto vidi Genny che scendeva dalla parte del passeggero e dalla parte della guida suo padre.

Ebbi un moto d'ira, ma mi trattenni; lo osservai da lontano, pareva un uomo così tranquillo, poteva avere circa quarant'anni, a vederlo non avrei mai detto tutte le cose terribili che aveva fatto. Genny si giró verso di me e mi vide seminascosto nel buio; sul suo bellissimo viso stanco vidi chiaramente la sorpresa, e corse verso di me stringendosi nel cappotto

- Lucas oddio! Ma che cosa ci fai qui sotto la neve al freddo? Ti prego entra in casa, non vorrei che ti ammali! - Genny era molto preoccupata per me, ma io la bloccai prima che potesse dire altro

Lei si girò verso suo padre e gli fece un cenno e un sorriso, mentre l'uomo sorridendo a sua volta entrava in casa

- Genny io... Buon Natale! - la baciai sulle labbra fredde, ma comunque morbidissime. Le accarrezzai il viso e i capelli con dolcezza e mi staccai da lei

- Genny - mi inginocchiai davanti a lei diventando tutto rosso dall'emozione - vuoi diventare a tutti gli effetti la mia ragazza? - estrassi di tasca una scatolina e l'aprí davanti a lei, rivelando il contenuto

- oddio... - sussurrò lei con le lacrime agli occhi - certo che sì! - prese delicatamente in mano l'anellino d'oro con un piccolo diamante che le avevo comprato - non dovevi farmi un regalo del genere, davvero! - mi abbracciò e mi baciò sulle labbra, e anch'io sentii le lacrime che mi bagnavano le guance

Non ero mai stato così felice in tutta la mia vita.

Bad LoveWhere stories live. Discover now