F i f t y

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"T-ti dispiace?" chiese Jungkook un po' meravigliato dopo che Taehyung gli aveva detto che era un peccato che quella fosse la loro ultima notte. Guardò il biondo dritto negli occhi nell'attesa di una risposta ma l'altro rimase per qualche secondo in silenzio.

"Ci tieni così tanto a sapere cosa provo?" domandò a sua volta Taehyung con un tono profondo che sembrava al moro leggermente intimidatorio.

"S-si Taehyung" rispose il minore altamente insicuro.

"Mi dispiace molto. Questo perchè so che non esistono altre persone come te" disse il demone rigido. Dava l'impressione di non voler rivelare cose simili a Jungkook e a quest'ultimo balenò l'idea che potesse star mentendo solo per farlo felice. Deglutì e distolse lo sguardo. Cercò di guardare i tavoli degli altri per distrarsi, posò gli occhi su quelle coppie che si sorridevano senza alcun tipo di preoccupazione e si rese conto che Taehyung faceva bene a dire che fosse errato innamorarsi di una creatura così spregevole; in cuor suo era dannatamente felice di essere lì con il diavolo ma la consapevolezza di star provando sentimenti sbagliati e troppo forti verso di lui, gli faceva davvero sentire di essere il primo errore in tutta quella faccenda. Non gli era assolutamente concesso di provare quel tipo si sentimenti che ormai erano andati ben oltre l'ammirazione.

"Non voglio vederti così Jungkook" gli disse all'improvviso il demone. "Io ci sono allo scopo si farti provare belle emozioni e quando ti dico che sei il massimo per me non mento" continuò Taehyung con un tono esageratamente amorevole. Era un peccato che il tavolo li dividesse impedendo loro di toccarsi. "Se a te piace così tanto sentirti mio devi sapere che sono soprattutto io che amo possederti" disse Taehyung con parole dolci come il miele stringendo forte la mano della sua preda sul tavolo, la mano calda che aveva lasciato giusto per qualche minuto. Jungkook sentì il suo cuore battere così forte che quasi gli venne da piangere. Voleva già andarsene da quella tranquillità che per lui invece era caos, non voleva più vedere quella gente che ogni tanto li guardava ma nonostante ciò, si convinse quasi subito che preferiva passare con lui il maggior tempo possibile prima di andare nella loro camera. Avrebbe tanto voluto sedersi sulle gambe del maggiore e farsi accarezzare all'infinito dalle sue lunghe dita affusolate che gli facevano desiderare così tanto di sentirsi accaldato in ogni parte del corpo.
Il più grande notò i suoi occhi lucidi e gli sorrise. Jungkook non riusciva a capire se quei gesti fossero davvero spontanei ma preferiva crederci ed evitare di soffrire.

"T-Taehyung  i-io non so nemmeno cosa dire...s-sono così felice" disse il più piccolo teneramente stropicciandosi gli occhi umidi.

"Non c'è bisogno di dire nulla" gli rispose l'altro accarezzandogli dolcemente la mano per rassicurarlo prima di voltarsi verso il cameriere che si avvicinava. Ugualmente a come aveva fatto precedentemente, fu Taehyung ad avere interazioni sociali parlando con lui e ordinando pietanze che avrebbe fatto solo finta di mangiare; nonostante sapeva che il minore non aveva una grandissima fame vista la sua magrezza, aveva deciso di fargli riempire un po' di più lo stomaco almeno per quella sera. Quando il cameriere se ne fu andato con il suo blocchetto in mano, Taehyung e Jungkook continuarono i loro discorsi senza interruzioni e soprattutto in modo ancora più intimo del precedente. Taehyung sembrava volerlo sedurre con ogni suo comportamento ma allo stesso tempo mirava a farlo stare bene e farlo sentire amato; dopotutto quello era il suo compito principale.
Senza nemmeno che potesse accorgersi del tempo che passava, Jungkook si lasciava coinvolgere al massimo da quello che era quasi un appuntamento, dalla voce profonda del più grande che gli spiegava ciò che per lui era inspiegabile, dai loro sguardi incatenati sul corpo dell'altro e dalla contentezza di vivere il suo ultimo giorno con lui e poterlo finalmente ripagare per ogni cosa; una contentezza che lasciava trasparire una strana malinconia, la malinconia di chi vorrebbe che certe belle sensazioni non finissero mai. Non si concentrarono molto sul cibo ma il moro si sentì più pieno del solito e quando i due si alzarono da quel tavolo con il ristorante quasi vuoto, dovette appoggiarsi al corpo perfetto del suo adorato demone che era sempre pronto a sorreggerlo. "Non sarai mica ubriaco mocciosetto?" chiese Taehyung mantenendolo per le spalle mentre i due erano usciti dalla grande sala illuminata.

"N-no Taehyung...ho solo mangiato troppo" rispose in modo bambinesco facendo ridere il maggiore. Il demone riusciva già a sentire ciò che una creatura del genere provava quando si avvicinava l'ora del pasto tanto che più Jungkook gli stava vicino e più la sua fame diventava, in un processo abbastanza lento, gradualmente maggiore. Cominciava a sentire la voglia di gustare l'anima che aveva plasmato il più delle volte a suo piacimento e per cui aveva fatto tanto, ogni tanto la sua salivazione cresceva e con l'arrivo di queste sensazioni diventò visibilmente più cupo. Il moro era appoggiato a lui e respirava profondamente per inebriarsi le narici del buonissimo odore del demonio mentre quest'ultimo lo guidava pacatamente verso la loro camera: la  numero 160.
Taehyung utilizzò la tessera e la porta si sbloccò rilevando all'interno il buio delle luci spente. Entrarono, si chiusero alle spalle la porta e nonostante avessero acceso le luci, nessuno dei due si decideva a muoversi o si allontanava dal corpo dell'altro.
Il demone tirò un sospiro e cercò così tanto di togliersi dalla testa i suoi pensieri da demone che fece uno sforzo enorme, non voleva assolutamente terminare bruscamente il loro bellissimo legame. Era così difficile sopprimere quell'appetito, che odiava gli fosse venuto e che diventava sempre maggiore, ma la voglia di far stare bene Jungkook ancora per un po' era più grande di tutti quei sentimenti. I loro corpi attaccati non facevano altro che aumentare quella brama di rinvigorirsi e, come mai aveva fatto nella sua intera esistenza, Taehyung si maledisse davvero tante volte. Il compiacere Jungkook era diventato, senza accorgersene, non un dovere ma quasi una necessità di sè stesso.

Voleva lottare contro le sue papille gustative che fremevano alla sola idea.

Si abbassò leggermente per prendere in braccio il moro e lo fece aggrappare al suo torso. Jungkook si strinse forte alla sua figura e quel gesto gli fece venire le farfalle allo stomaco."Certe volte essere un demone è davvero tanto difficile" gli disse il biondo a bassa voce mostrandosi calmo e rilassato quando in realtà lottava contro la sua natura. Non riusciva nemmeno a spiegarsi perchè con lui non riuscisse a chiudere rapidamente la questione come aveva fatto con tutti gli altri.

Quasi panicava.

Un demone non può affezzionarsi così tanto ad una sua preda.

Un diavolo non deve dimenticare che tutto il percorso vissuto con un contraente è alla fine un suo vantaggio esclusivo.

Non deve.

Non può.









Spazio Autrice

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( scusate per eventuali errori )

°• 𝔧𝔧𝔨'𝔰 𝔡𝔢𝔳𝔦𝔩 𝔬𝔟𝔰𝔢𝔰𝔰𝔦𝔬𝔫.  // vĸooĸDonde viven las historias. Descúbrelo ahora