Prologo

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Quest'attesa è sempre più snervante, cerco di arrivare sempre puntuale ma immancabilmente Paola tarda ad aprire quella maledetta porta. Che ci faccio ancora qui? Mamma ha tanto insistito e anche Mary, quant'è testarda quella ragazza, ne saresti orgogliosa Noemi, mi sta addosso continuamente, me la trovo dappertutto, me l'hai lasciata come angelo custode?
2 anni sono passati e 2 anni di psicanalisi che non sono serviti a niente, alti e bassi, soprattutto bassi.
Ho cercato di farla finita per ben 4 volte e mi è andata sempre male, vengo qua tutti i giovedì, mi sfogo per 1 ora, dicono che mi faccia bene ma ormai non ci spero più.
Neanche i farmaci che sto prendendo tuttora hanno fatto qualcosa, dopo di te Noemi c'è stato il nulla. Tutte le notti a sognarti, a cercarti tra i papaveri che tanto amavi e a ritrovarti in un lago di sangue sul finire di un incubo che non avrà mai fine.
- Scusa posso sedermi? -
- Certo - mi sorride e le faccio spazio, è una ragazza che vedo spesso il giovedì, probabilmente anche lei ha dei problemi insormontabili ed è seguita dallo psicologo dello studio a fianco.
Oggi è in compagnia di un bimbo, avrà 5 anni ed è piuttosto irrequieto. Sarà suo figlio? Ma è così giovane per essere mamma.
- Ciao Lucio, vieni - non mi ero accorto che Paola la mia psicologa mi stava chiamando, tocca a me e all'inferno che porto dentro e non mi abbandonerà mai.
- Accomodati Lucio, ho notato che stavi parlando con Elvira, la conosci? -
- Sinceramente no, mi ha solo chiesto di sedersi vicino a me, aveva un bambino con lei e mi sembra di averla notata altre volte -
- Lucio voglio essere molto sincera con te e non voglio spaventarti ma... stalle alla larga. È una ragazza molto complicata e il bimbo che hai visto è suo figlio Daniele. Non hai bisogno di altri problemi in questo momento -
Inizio ad innervosirmi, non ho bisogno di queste raccomandazioni, lo sa benissimo anche lei che il mio unico pensiero è per lei, un chiodo fisso, un martirio che non avrà mai fine, per me c'è solo Noemi.
- Allora come è andata la settimana? Sei uscito con Alessio? Raccontami un po'-
- C'è ben poco da dire, abbiamo parlato un po' ma la musica era assordante e non sono andato sicuramente a ballare, ho cercato di bere il meno possibile. Non vedevo l'ora di tornare a casa, mi sentivo un pesce fuor d'acqua, non c'entro più niente con quei posti, con le uscite in compagnia. Il mio unico desiderio è starmene da solo, lontano da tutto e da tutti -
Paola sospira - Lucio quante volte ne abbiamo parlato? Sono passati due anni ed è ora di andare avanti. La tua solitudine non farà tornare Noemi in vita, lei ti amava Lucio e non avrebbe mai voluto vederti così, solo e soprattutto triste - se solo fosse qui, lei era ed è ancora tutto per me.
- Hai ancora fatto quegli incubi? -
- Tutte le sere -
- Nonostante i farmaci che stai prendendo? -
- È un incubo perenne per me Paola, non puoi farci niente e non so perché continuo a venire da te. Spreco il mio tempo e lo faccio sprecare anche a te, sono rotto, distrutto, irrecuperabile ormai -
- Parlamene, prova a sfogarti ne hai bisogno -
- No è inutile - faccio per alzarmi, lo sapevo che non dovevo venire, oggi sono ancora più incazzato degli altri giorni.
- No non te ne andare, parliamo di... Andrea - quasi lo sussurra.
- Del mostro vorrai dire, non ha più un nome quell'animale -
- Si ok, sei ancora andato alle udienze? -
- Ce ne sarà una la prossima settimana, certo che ci andrò! -
- Non andarci da solo Lucio, mettiti d'accordo con la tua amica Mary. Ti prego, potresti fare qualcosa di cui te ne pentiresti per tutta la vita-pentirmene? Magari riuscissi ad ammazzarlo, allora sì che potrei finalmente liberarmi dai miei incubi e tu Noemi saresti finalmente libera di correre tra i tuoi papaveri.
- Vado, ci vediamo la prossima settimana - cerca di fermarmi ma oramai sono fuori dalla porta e mi dirigo verso l'ascensore.
- Aspetta! - la voce di un bimbo mi fa voltare mentre sono già dentro l'ascensore, riesce ad entrare anche lui.
- Evvai, non riuscivo più a sopportare i racconti di mia madre a quel signore con il naso storto -
- Devi tornare da tua madre, io sto andando via-
- Ok, scendo e poi risalgo, mi diverto sempre nell'ascensore... Ah io sono Daniele, tu come ti chiami? -
- Lucio -
- Mi piaci Lucio, ci vediamo giovedì prossimo! - appena le porte si richiudono e lui risale mi rimbombano in testa le parole di Paola su sua madre Elvira, mi sembra si chiamasse così.

Stalle alla larga. È una ragazza molto complicata

Chissà che cosa avrà voluto dire? Ma non mi interessa, a me ormai non interessa più niente.

Si ricomincia 😍

Cercami nei papaveri (#2 Book)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora