5 ~ Daniele

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Sto guidando e non so cosa mi prenda questa sera ma rispetto alle altre sere ho voglia di evadere, non riesco più a commiserarmi, sto iniziando a sentirmi in colpa, sono vivo e non ce la faccio più ad essere un morto che cammina. Avrei dovuto chiamare i miei amici, avrebbero fatto a gara per portarmi fuori, Alessio Luca e Mary cos'avrei fatto senza di voi in questi anni?
Trovo un parcheggio a stento, dimenticavo la movida torinese del venerdì sera, sono in centro e oltretutto a 2 passi dal bar di Noemi e un colpo al cuore non mi permette di respirare, quel bar è stato testimone del mio primo incontro con Noemi e ha sancito momenti indimenticabili. Mi appoggio al muro davanti a me, ma chi me l'ha fatto fare? Sono tentato dal tornare indietro e ritornare al mio buio perenne ma... lo faccio, due passi, giro l'angolo e varco l'entrata.
C'è meno gente dell'altra volta e non c'è la musica in sottofondo, la cerco a destra e a sinistra ma non la trovo. Una ragazza più giovane di Elvira mi viene incontro - Dove vuoi sederti? Abbiamo un tavolo là in fondo, uno... -
- Ehi! Ciao Lucio! Me ne occupo io Serena, vai pure - eccola Elvira.
- Ciao, passavo di qua e ho fatto un salto - mi sento in imbarazzo, mica potevo dirle che ero venuto apposta e mi incuriosiva la sua storia, da quando Paola me l'ha raccontata ho pensato spesso ad Elvira.
- Vieni, il tavolo in fondo fa per noi, tra un'oretta il locale si riempirà e la musica comincerà ad essere fastidiosa. Abbiamo tempo per parlare un po'- mi sorride e sembra veramente contenta di vedermi. È una ragazza carina e molto semplice, una coda alta e una frangetta sbarazzina sulla fronte, poco trucco e due occhi chiari molto espressivi.
- Cosa ti posso offrire? -
- Una birra andrà più che bene - non voglio esagerare stasera e mi riprometto di rimanere un'ora al massimo.
Elvira sta via poco e ritorna con 2 birre - Ne ho presa una anch'io, sono di turno e non dovrei ma... ho voglia di dimenticarmi per un'ora di essere una cameriera ma vorrei essere semplicemente una ragazza che esce con un amico il venerdì sera e sarebbe la prima volta dopo tanti, troppi anni - si incupisce e il suo sguardo si perde a fissare un punto indefinito lontano da me.
- Bene... allora parliamo. Ti confesso che anch'io sono anni che non esco con amici il venerdì sera e... sono piuttosto impacciato ma... insomma io e te abbiamo un luogo in comune e per diversi mesi ci siamo incontrati e mai avvicinati - la sua attenzione è di nuovo su di me.
- Sì e che posto. Sono anni che sono in analisi e non penso riuscirò mai ad uscirne. Cosa sai di me? -
Mi colpisce il suo essere così diretta, sono tentato dal far finta di non sapere ma decido di essere sincero - Paola mi ha raccontato un po' la tua storia, non avrebbe dovuto ma sono stato piuttosto insistente e... sono molto dispiaciuto. Alla tua giovane età hai attraversato drammi insormontabili ed io posso solo dirti che... dopo 2 anni ho finito con la psicanalisi e... ce la potrai fare anche tu -
Mi stringe la mano e non sono pronto a quel contatto, cerco di divincolarmi ma la tiene stretta, non la lascia andare - Lucio... grazie! La mia non è una storia facile, c'è di mezzo un bambino, la mia vita. Daniele ha solo 5 anni ma è un bimbo che ha vissuto tanto, troppo. È stato in una famiglia, lontano da me, per 3 lunghi anni e quando finalmente me lo sono ripreso, gli ho saputo dare solo incertezze, giornate di sorrisi e normalità alternate a giornate di pianti e sconforto. Lui mi ha sempre ripagata con sorrisi e vivacità, baci e abbracci così stretti da farmi male.
Non ha mai fatto trasparire la mancanza del papà, non mi ha mai fatto pesare la nostra solitudine, la nostra famiglia a metà.
Tutti i giorni mi ripete che mi ama, a volte allo sfinimento e quando gli rimbocco le coperte la sera mi guarda con i suoi occhi così grandi e così azzurri e mi dice... sai cosa mi dice? - ha gli occhi lucidi Elvira e le nostre mani sono ancora una sull'altra.
- Cosa ti dice Elvira? -
- Mi dice che sono la mamma più buona del mondo e che non potrebbe mai vivere senza di me... senza papà sì, ma senza mamma mai. Ed io per lui scalerei l'Everest e andrei altri 100 anni in psicanalisi, non permetterò mai più a nessuno di portarmelo via e lotterò per lui, a costo della mia vita -
L'amore per un figlio dev'essere qualcosa di incommensurabile e lei l'ha perso per poi ritrovarlo. Ritraggo la mano e mi sento così intimamente coinvolto che... non ce la faccio, mi alzo, desidero mettere la giusta distanza.
- Te ne vai? Di già? - annuisco e faccio per prendere il portafoglio.
- Non ci provare, offro io... anzi per sdebitarti verresti a cena da noi lunedì sera? È il mio giorno libero e so per certo che Daniele muore dalla voglia di rivederti -
- Grazie Elvira per la birra e per la compagnia. Per la cena... non lo so - faccio per andarmene ma lei mi afferra per un braccio.
- Corso Giulio 63, sul citofono troverai scritto Conforti, per le otto... io e Daniele ti aspettiamo. Non ci deludere -

Sembra una supplica quella di Elvira... speriamo 🤞🏻

Cercami nei papaveri (#2 Book)Where stories live. Discover now