6 ~ Non sono pronto

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- Lucio ho bisogno di qualcosa... due righe, uno straccio di sinossi, un qualcosa di accattivante che spinga la casa editrice ad avere ancora fiducia in te, chiedo troppo? - la mia editor quasi urla ed io non so più cosa inventarmi.
- Roberta non so cosa dirti, non ho niente, non ho nessun tipo di ispirazione e la benché minima trama da esporre. Tu credi ancora in me ma ti sbagli, la storia mia e di Monica aveva del reale dietro ed ho inventato ben poco. È stato un colpo di fortuna che non si ripeterà, non scriverò più mettitelo in testa! -
- Eh no! Non ti puoi buttare giù così, se hai venduto migliaia di copie non era solo perché c'era del vero ma era perché tu ci sai fare con le parole, incanti e le lettrici pendono dalle tue labbra! - questa volta le volto le spalle e mi dirigo verso il divano dove mi lascio cadere senza forze, questa donna mi sta veramente sfiancando.
- Me ne vado e questa sarà l'ultima volta che ti vengo a supplicare, non ho nessun interesse a farlo, là fuori ci sono centinaia di bravi scrittori che sono solo in attesa di essere scoperti e sognerebbero un' opportunità come la tua. È ora di finirla di piangersi addosso Lucio! - sento sbattere la porta d'entrata e posso tirare un sospiro di sollievo.
Non ce l'ho con Roberta, anzi, è caparbia e ha preso veramente a cuore la mia situazione, dopo 2 anni chi sarebbe ancora qua a chiedermi di scrivere?
Ce l'ho con me stesso perché mi piace scrivere, è la mia vita, ho sempre scritto dappertutto e non mi sono mai mancate le parole, sono sempre arrivare e hanno inondato con l'inchiostro pagine e pagine di libri. Avrei tante opere chiuse nel cassetto da tirar fuori ma non sono più io, quello era il Lucio prima di Noemi, prima della tragedia che mi ha consumato e spento dentro. Semmai tornassi a scrivere e lo spero anch'io, sarà una storia che mi prenderà dal profondo per farmi riaccendere e rinascere, dentro.
Mi alzo e vado a cambiarmi, questa visita inaspettata della mia editor non mi ha fatto iniziare la giornata nel migliore dei modi e se prima avevo un obiettivo e un affare importante da sbrigare ora non ne sono più tanto sicuro. Sono pronto ma il mio riflesso nello specchio dice il contrario, raramente mi sono osservato nell'ultimo periodo e ora occhi negli occhi non posso più sfuggirmi, sei un codardo Lucio.
Mi dirigo verso la porta di ingresso ma prima prendo un foglio di carta, una penna ed io che di parole ne ho sempre usate un sacco mi accingo a scrivere una frase stringata, solo una.

Non sono pronto
Mi spiace
Lucio

È proprio così Elvira, potrei tergiversare e spiegarti l'inferno che ho dentro ma non sono pronto neanche a quello. E mi piange il cuore anche per Daniele, un bambino che con pochi gesti e poche parole ha saputo incuriosirmi ed entrare nei miei pensieri.
Incarto il bigliettino in una busta e scrivo Per Elvira, sono un codardo perché non aspetto che inizi il turno, non ho il coraggio di vederla e  soprattutto di affrontarla.
Arrivo nel locale semi deserto e incontro la ragazza dell'altra volta, mi pare si chiamasse Serena, consegno il biglietto e me ne vado in fretta, ho resistito all'impulso di fare dietrofront e di stracciarlo. Ieri sera appena tornato a casa i sensi di colpa si sono fatti vivi a ricordarmi quello che sono diventato, cosa posso dare a questa ragazza così semplice ma con una storia così complicata alle spalle? E Daniele, se si affezionasse a me?
Un'amicizia, sì una semplice amicizia ma mi sento così emotivamente fragile che ho paura di deluderli e di farli soffrire ancora, non se lo meriterebbero. No meglio così, lascerò passare qualche giorno e tornerò a trovare Elvira quando è di turno, faremo 2 chiacchiere, di più per ora non posso offrirle.

Riprendo l'auto e mi avvio verso casa dei miei, oggi sono a pranzo da loro, è ricominciata questa abitudine del pranzo settimanale insieme. Mia mamma ne è così felice, per 2 anni sono stato un fantasma per i miei e se per papà non mi è mai un granché dispiaciuto per mamma invece ci ho sofferto, non se lo meritava.
È proprio mamma ad accogliermi con un abbraccio caloroso e 2 baci così poderosi che quasi mi fanno male le guance. Papà è sicuramente seduto a capotavola ad aspettarmi, non sia mai che venga incontro al suo figliol prodigo, se prima non ero il suo figlio preferito perché scrittore senza arte né parte adesso non mi guarda neanche più in faccia senza lavoro e senza nessun futuro.
Quando sto per entrare nella sala da pranzo mi sento tirare da dietro e neanche il tempo di voltarmi che due braccia esili mi abbracciano.
- Ciao Lucio! Spero non ti dispiaccia, Enrica ha invitato anche me e finalmente ci vediamo! -
Monica con un sorriso abbagliante è a qualche centimetro dal mio viso, è come sempre bellissima ma è l'ultima persona che mi aspettavo di incontrare.
Si ricompone e non posso non ammirare il suo vestitino aderente a fiori con la scollatura ben in vista, le gambe lunghe e sottili su 2 tacchi rossi e vertiginosi, sul viso un trucco marcato che ne esalta la sua bellezza dirompente e i capelli sciolti sulle spalle, sembra una barbie.
Anni fa stravedevo per le sue curve sinuose e la sua bellezza ricercata, ora invece non mi fa più nessun effetto.
Mi prende per mano e mentre cerco mia madre con gli occhi per ammonirla di questo invito inappropriato ci avviamo in sala da pranzo e lo so già che sarà difficile stare lontano dai suoi tentacoli soprattutto con la complicità dei miei genitori, sbuffo.
Buon appetito Lucio.

Non ce l'ha fatta, non andrà a cena da Elvira 😕

Cercami nei papaveri (#2 Book)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora