25 ~ Non la nominare

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Venire in questa casa mi porta indietro nel tempo a quando pensavo di essere il suo tutto, a quando pensavo di essere innamorato, ma ero così lontano dalla verità. Non ho rimpianti e non mi batte il cuore, no, sono solo triste e amareggiato perché poteva essere un'amica, anche una buona amica.
Era così eccitata al citofono quando mi ha risposto, non penserà mica sia venuto a farle una visita di cortesia, dovrò stare il meno possibile e darle un ultimatum, dovrà stare lontana da Elvira e il più possibile alla larga anche da me.
Ho quasi ribrezzo mentre salgo i piani con l'ascensore, qui l'ho sedotta e ci siamo lasciati  andare ad una passione selvaggia e senza freni.
È tutto così lontano, come se non fosse mai successo o ancora peggio come se fosse stato meglio non l'avessi mai incontrata e non avessi perso così tanti anni della mia giovinezza, dietro a lei e alle sue manie di grandezza.
È lì sulla porta ad aspettarmi, mezza nuda con un reggiseno di pizzo bianco in bella vista, piena di sé e dell'effetto che pensa di avere su di me, quant'è lontana dalla verità.
- Buongiorno, ma che bella sorpresa - il suo sorriso è malizioso e pieno di aspettative, la sorpasso e senza chiedere il permesso entro nel soggiorno di quella che un secolo fa fu casa nostra.
- Fai pure come se fossi a casa tua eh? - se la ride Monica, non vedo l'ora di toglierle quel maledetto sorriso dalle labbra.
- Non mi interessa casa tua, sono venuto per parlarti e sarà l'ultima volta che lo farò - mi giro e la vedo alzare gli occhi al cielo - Oddio la santarellina è corsa a raccontarti del nostro incontro? Sei caduto così in basso Lucio, fa la cameriera anche lei, cos'è questa passione per le sguattere, non ti riconosco più -
Cosa?! Sta calmo Lucio perché non le devi mettere le mani addosso, la devi semplicemente mandare a farsi fottere. Stringo i pugni lungo i fianchi e la guardo in cagnesco
- Non ti permettere mai più di disprezzare persone che sono almeno una spanna sopra di te, potrai sfilare in tutte le passerelle di questo mondo ma rimarrai sempre una persona piccola e senza dignità -
Mi sfiora il braccio e cerca di condurmi verso il divano - Oh come sei permaloso, guai a chi te la tocca la tua Noemi, ok. Ma questa... Elvira, lasciala perdere, ha persino un figlio e veramente Lucio, ora è il mio turno. Ho aspettato per anni che ti dimenticassi di Noemi... non puoi farmi questo -
- Non la nominare, non lo fare mai più! Non mi dimenticherò mai di Noemi, l'amore della mia vita, la persona che mi ha fatto scoprire che cosa volesse dire amare. Se un mostro me l'ha portata via non sarai tu a rimpiazzarla, non ho bisogno di una persona falsa e senza sentimenti come te, ho bisogno di Elvira che mi ha fatto ricominciare a vivere, a sperare di avere un futuro, ancora. -
Mi volto e non vedo l'ora di uscire dalla sua casa e lasciarmi Monica alle spalle, finalmente. - Aspetta! Dammi una possibilità, io ti amo - quasi urla e me la ritrovo abbracciata al mio collo, completamente spalmata sulla mia schiena. Amare, non sa neanche cosa vuol dire.
- Lasciami in pace Monica, non te lo dirò un'altra volta. Stammi alla larga e soprattutto stai alla larga da Elvira che è ormai parte della mia vita, dimenticati di me -
Con uno strattone riesco a farla staccare da me e poco importa se è per terra mentre varco la soglia di casa, non mi fermo e non mi volto.
Non mi fai pena Monica, sei il mio passato e là devi rimanere.

Giro in macchina, perlustro questa maledetta zona da troppo tempo ormai, se continuo così sarà chiuso quando mi deciderò a fermarmi.
Parcheggio lontano, voglio camminare ed espiare un po' delle mie colpe, non ti ho dimenticata sai, non lo farei mai.
Sono sempre stato allergico a questo posto, sono passati mesi dall'ultima volta che sono venuto a trovarti ma adesso ne sento un bisogno impellente.
È sempre così freddo e incolore nonostante i mille fiori che lo addobbano a destra e a sinistra, non ti ho portato neanche un papavero e in questo periodo se ne trovano così tanti in giro, soprattutto alla tua amata fermata del treno.
Man mano che mi avvicino a te sento quell'energia e quel magnetismo che ci ha sempre attratti, vorrei sedermi sul mio gradino, quello che mi permette di fissare la tua foto, i tuoi occhi, ma non sono solo.
Qualcuno aveva più bisogno di te, del tuo conforto, la tua Mary Jo ti sta sistemando un bellissimo mazzo di Papaveri rossi misti a gigli bianchi.
- Ehi, anche tu qui? - cerco di avvicinarmi senza troppa enfasi.
- Eh già - si siede sul mio gradino Mary e indossa gli occhiali da sole, come se volesse nascondere le sue emozioni, i suoi occhi che sono da sempre così sinceri.
- Posso? - acconsente e mi siedo vicino a lei.
Rimaniamo per parecchi minuti a fissare l'immagine di Noemi davanti a noi e ad un certo punto le sfioro la mano e lei mi permette di legare le mie dita alle sue - Hai voglia di fare due passi con me? -

Forse è il momento di sapere cosa sta passando Mary... Lucio ha finalmente messo al suo posto Monica 💪🏻🤗

Cercami nei papaveri (#2 Book)Where stories live. Discover now