46 ~ Era quello che temevo

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- Non hai ancora risposto alla mia domanda -Siamo seduti in un ristorante anonimo alla periferia di Torino. Elvira sta mangiucchiando un piatto di pasta ed è nervosa e non riesce a sostenere il mio sguardo.
Abbiamo lasciato la casa di Lina prima che lei rientrasse, Elvira si è lasciata trascinare via ed ha abbandonato l'idea folle di ripartire per Boston nella notte, come se ci fosse stato veramente un volo ad attenderla e non avesse dovuto passare la notte intera in aeroporto ad aspettare, questo mi fa ancora imbestialire.
- Il libro, Lina me ne ha fatto avere una copia e l'ho letteralmente divorato in due giorni, in Marta mi sono rivista, il suo pessimismo e la sua testardaggine e... in Cristian ho rivisto te Lucio e la sua forza, il suo amore indiscusso per Marta mi hanno fatto credere, sperare e... ho fatto la pazzia, sono venuta da te prima del tempo - ha ancora lo sguardo basso e sconsolato.
- E Daniele? -
- L'ho lasciato con Alfredo, è suo padre e nonostante i dissapori degli ultimi mesi e la distanza che ha messo fra noi so che gli vuole bene e non gli farebbe mai del male. Sono solo 2 giorni e... domani riparto -
- Quindi vai via un'altra volta? -
Elvira sospira - Daniele mi aspetta... e tu... Lucio che cosa provi per quella ragazza? -
Erica, cosa provo per te?
- Erica è una ragazza che c'era quando tu non ci sei stata, è stata ed è il mio presente, non so dirti cosa provo esattamente per lei ma ti posso dire che di lei non posso più farne a meno -
L'ho ferita ma non l'ho fatto apposta, ho voluto essere sincero, domani se ne andrà e tornerà alla sua vita a Boston ed io tornerò alla mia, tornerò da Erica.
- Era quello che temevo, era quello che non avrei mai voluto sentire dalla tua bocca - si alza Elvira e si avvia verso l'uscita.
Mi affretto a pagare, mi tremano le mani perché sono incazzato, perché lo so benissimo che non potrò tornare da Erica come se niente fosse e soprattutto perché non voglio che Elvira se ne vada via così.
- Aspetta! - la rincorro per la strada.
- Non ti preoccupare, chiamerò un taxi -
- Non mi fare incazzare, torni con me! - quasi urlo e lei tremante si avvicina alla mia auto e sale così velocemente come così velocemente si appoggia al finestrino, distante da me.
Dovrei mettere in moto, dovrei riaccompagnarla da Lina e dovrei andare da Erica, ma non lo faccio.
Sento lo sguardo addosso di Elvira che si starà sicuramente chiedendo che cosa mi stia passando per la testa ed io ho lo sguardo fisso, sul lampione che illumina la strada e non faccio niente, non mi muovo.
- Lo sai quello che io non avrei mai voluto sentire dalla tua bocca... non avrei mai voluto sentire che sei tornata per il mio stupido libro e non per me e poi non avrei mai voluto sentire che saresti ripartita l'indomani ma che saresti rimasta, per me. Avrei lasciato Erica e non l'avrei fatto a cuor leggero ma l'avrei fatto per noi e per quello che provo, per te! - finisco in un sussurro e ancora non la guardo perché le lacrime stanno rischiando di uscire fuori, non riesco più a trattenerle e non voglio mostrarmi  così vulnerabile, non voglio che sappia fino a che punto io l'abbia sempre e solo amata.
Elvira sussulta e mi sfiora la mano ma è troppo tardi, la scosto e finalmente mi costringo a partire, a riportarla da Lina.

Il tragitto se pur breve è così silenzioso ma allo stesso tempo così pieno di parole non dette e così devastante. Accosto vicino al portone della casa di Lina e quando mi accorgo che Elvira non ha nessuna intenzione di scendere mi costringo a guardarla - Ti chiedo scusa Lucio, sono una codarda e dopo averti visto con quella ragazza e dopo aver trovato conferma nelle tue parole stasera non mi sembrava che fosse più importante, non mi sembrava che ancora ci tenessi a me e... non ti ho dato questo -
Apre la borsa e mi mette sulle gambe un biglietto, un maledetto biglietto aereo - Non sono tornata per il tuo meraviglioso libro ma sono tornata per te e sono tornata per ripartire il giorno dopo... con te - finisce anche lei in un sussurro e al mio contrario non riesce a trattenere le lacrime.
Ho quasi paura a guardarlo, è un biglietto aereo per Boston che indica la data di domani ed è di sola andata, cosa significa?
- Avrei voluto farti vedere Boston, farti rivedere
Daniele e avresti potuto decidere se restare con noi, Daniele ha bisogno di un padre ma ha bisogno anche di una famiglia, lo saremmo stati noi 3, insieme. Avremmo potuto avere una casa nostra, io lavoro in un fast food e tu Lucio avresti potuto continuare a scrivere anche da lì.
Non possiamo tornare in Italia, sarebbe troppo pericoloso e il programma di protezione è circoscritto ad Alfredo che resta sempre il padre biologico di Daniele e una presenza ormai costante per lui... ho pensato... - si interrompe per prendere fiato e sono io a sfiorare la sua mano adesso e lei non la ritrae.
- Ho pensato ad avere un figlio tutto nostro, mio e tuo, un fratello o una sorella per Daniele, non puoi dirmi che non ho pensato a noi, perché per me c'è sempre stato SOLO un noi -
Non so cosa dire, mi serve tempo per assimilare tutto quello che Elvira ha finalmente tirato fuori, tengo la sua mano nella mia e quasi non mi accorgo quando Elvira la lascia andare e si appresta a scendere dalla mia macchina richiudendosi la portiera dietro di sé.
Ho ancora quel maledetto biglietto aereo stropicciato, tra le mie gambe.

-4 capitoli alla fine 😢... Lucio dovrà prendere decisioni importanti e per niente semplici 😰

Cercami nei papaveri (#2 Book)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin