24 ~ Non mi guardare così

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Il tragitto non fu breve, Cristian la osservava continuamente e neanche troppo di nascosto, la sua mano si trovava a sfiorare quella di Marta ogni volta che ne trovava l'occasione, quando toccava il cambio della macchina.
Ma Marta era lontana, come le capitava ogni qualvolta quelle dannate crisi la colpivano all'improvviso, alla fine si sentiva spossata, sfinita. Appoggiata al finestrino si faceva cullare dalle luci soffuse della notte chiudendo le palpebre ad intermittenza, sforzandosi di non cedere al sonno, aveva pur sempre vicino quel gran pezzo di figo, Cristian.
Si riprese quando Cristian intrecciò le dita alle sue e per nulla al mondo si negó quel contatto, così intimo ma anche così tanto voluto. Fu quando Cristian inizió ad accarezzarle il dorso con il pollice che un brivido la pervase e si concentrò nel suo basso ventre ma per sfortuna erano purtroppo arrivati a destinazione.
- Ti posso accompagnare in casa o... - era impacciato Cristian e a Marta sfuggì un mezzo sorriso - Come vuoi - cercò di limitare il suo entusiasmo e soprattutto il suo nervosismo, e ora che sarebbe successo?
Abitava al primo piano Marta e il percorso fu troppo breve questa volta, aprì la porta con qualche indecisione di troppo e Cristian la afferró per il braccio - Ehi volevo solo prepararti una tisana... non mi sarei mai approfittato di te, non nel tuo stato, non questa sera -
Varcò la soglia facendole un occhiolino strappa mutande che neanche a dirlo la scosse più del dovuto, sicuramente era rossa come un peperone e si trovò disarmata Marta perché era ben consapevole che Cristian era al corrente dell'ascendente che aveva su di lei.
- Siediti, cosa ti posso offrire? -
- Eh no sei tu a sederti, dimmi dove trovo il tutto e ti preparerò la tisana più rilassante della tua vita - Marta imbarazzata fece come gli disse Cristian ma a lei sarebbe servita una camomilla di quelle potenti per calmare i suoi bollenti spiriti.
E quando Cristian si sedette di fronte a lei ad osservarla mentre beveva la sua tisana calda non poté fare a meno di sfuggire a quegli occhi così verdi e penetranti, non mi guardare così ti prego, pensó, non ce la posso fare.
Pregò che la tisana diventasse un po' meno bollente, non poteva ustionarsi ma doveva fare in modo di finirla il prima possibile, prima di sciogliersi del tutto rendendosi ridicola davanti a quegli occhi che la stavano divorando e a quel sorriso che si faceva sempre più malizioso.
Fu Cristian a sollevarla da quei pensieri poco casti, si alzò in piedi all'improvviso - Ti lascio, hai bisogno di riposare - in pochi secondi, proprio come durante il loro primo incontro, era già con la giacca addosso e troppo vicino alla porta.
D'istinto Marta gli andò dietro, se ne sarebbe andato così, senza... non sapeva cosa ma già gli mancava.
Cristian si voltò prima di aprire la porta e ritrovandosi Marta subito dietro fece la cosa più spontanea e che desiderava di più in quel momento e forse da quando l'aveva rincontrata, la baciò.
Marta accolse quel contatto così dolce senza opporre nessuna resistenza e legando le sue braccia al collo di Cristian, quel bacio sapeva di sollievo, di attese ben ripagate, sapeva di loro.
Non durò molto e non si accese più del dovuto, forse era meglio così, Marta non riuscì a sostenere quelle maledette gemme verdi che Cristian aveva al posto degli occhi, era troppo in imbarazzo. Cristian le alzò il viso afferrandole il mento con una mano e massaggiandole una guancia con l'altra
- Adesso posso andare, riposati Marta e domani passo a trovarti, voglio sapere chi ti ha ridotto così - le diede un ultimo bacio a stampo sulle labbra e se ne andò senza più voltarsi.
Marta trasalì, sarebbe stata pronta per parlargli di Alberto? Sarebbe stato un segreto grande da confidare, una ferita ancora aperta e che sanguinava ancora.

Ah bene, non lo rileggo, non posso ora. Mi piace la dolcezza che sta emergendo in Cristian e questo suo desiderio di sapere e di proteggere Marta, mi ricorda qualcuno...
Devo decidermi, non posso più aspettare, ok il mio libro è stata una buona scusante ma devo fare quello che mi ero ripromesso, lo devo innanzitutto a lei, a Elvira.
Monica, cosa devo fare con te? Avrei una voglia di chiamarti e urlarti addosso tutto il mio disprezzo ma non capiresti ed è giusto che ti affronti di persona. Devo andare da lei e veramente farle capire che potrà essere solo più un'amica di famiglia per me, un lontano ricordo che con i suoi ultimi atteggiamenti è sempre più lontano.
Prendo il cellulare in mano e il mio dito scorre sulla rubrica telefonica, avrei dovuto lasciarle spazio, almeno un paio di giorni. Si avvicina però lunedì e devo sapere se posso avere Elvira tutta per me, ne sento veramente il bisogno, il suo sguardo perso e doloroso di ieri non fa che annebbiarmi la vista.
Premo il tasto invio - Pronto - bene mi ha risposto anche se la voce è così bassa e triste.
- Ciao... scusa non volevo disturbarti ma... devo saperlo, lunedì vieni via con me? Un giorno intero solo io e te, se solo potessi dormire fuori io... -
- Posso chiedere a Lina - la sua voce si rianima e mi sembra addirittura di sentire un accenno di risata.
- Veramente! Non te ne pentirai Elvira, il mio posto diventerà anche il tuo, il nostro - non riesco a contenere l'eccitazione.
- Ok, mi passi a prendere tu? -

Finalmente i due piccioncini passeranno un'intera giornata insieme e... anche una nottata 😉che ne dite della storia di Cristian e Marta? A presto 🤗

Cercami nei papaveri (#2 Book)Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang