27 ~ Sei la prima

122 23 20
                                    

- Ma ci vuole ancora molto? - Elvira è impaziente ed è particolarmente euforica, vederla così mi inorgoglisce, è il primo giorno che passiamo completamente insieme, lontano da tutto e da tutti e sono emozionato, devo ammetterlo.
- Sicura che Lina penserà a Daniele? Lui come l'ha presa? -
- Bene anche se non smetteva di ridere al pensiero di noi due insieme e da soli, a volte dimostra più degli anni che ha, sa essere malizioso e perspicace come un adulto quel diavoletto - le sfioro la gamba con le mie dita e il fatto che indossi una gonna piuttosto corta non fa che eccitarmi, la mia Elvira.
- Eccoci arrivati! - annuncio con un sorriso sornione.
- Ma... Lucio siamo nel mezzo di un bosco, vuoi fare un picnic... qui? -
Scuoto la testa ridendo - Oh no, qua ci dormiremo... sempre se ci riusciremo - le faccio l'occhiolino e scendo svelto dalla macchina lasciandola a bocca aperta.
- Lucio che significa? -
- Tieni metti queste, dovremo camminare per un po' e quei tacchi non si addicono per niente-
Corruga la fronte Elvira ma per fortuna non fa altre domande e indossa le scarpe da ginnastica.
Tira fuori dal baule lo zaino ma glielo prendo subito e lo ripongo dentro la macchina - Di questo non ne avrai bisogno, nessun vestito. Da soli e nudi in mezzo alla natura-
Elvira strabuzza gli occhi e ancora una volta non le dò il tempo di replicare perché mi sto già avviando verso il bosco. Per fortuna mi viene dietro e la sento sbuffare mentre cerca di stare al mio passo - Lucio ma una camminata in mezzo al bosco? Ma è questo il tuo posto speciale? Io non so come dirtelo non sono un'amante della natura... -
- Arrivati! - troppo presa dalla sue lamentele Elvira sbatte la fronte sulla mia schiena quando mi fermo all'improvviso e appena mi sposto per farle vedere la nostra meta, il mio posto speciale, Elvira è senza parole.
- Wow - mi sposto dietro di lei e l'abbraccio iniziando a baciarle il collo - Allora? Ne è valsa la pena? -
La mia casa sull'albero, il mio rifugio quand'ero ragazzo, quando i miei che hanno una casa non lontano da qui mi facevano arrabbiare, la mia adolescenza e quanti ricordi in queste quattro mura di legno.
- Vieni - la prendo per mano e ci avventuriamo sulla scala di legno che scricchiola al nostro passaggio. Sorreggo Elvira, un po' per rassicurarla e un po' perché sento un forte bisogno di sentirla addosso, di averla tutta per me.
Riesco ad aprire la porta dopo qualche tentativo, la serratura è vecchia e arrugginita, quando apro un profumo di lavanda e di pulito mi inebria - Lucio ma è stupendo! Una stanza soltanto ed è così... perfetta - ci sono venuto ieri per sistemarla e farle prendere un po' d'aria, volevo che tutto fosse perfetto e lo sguardo estasiato di Elvira è così appagante.
Fa per entrare ma la blocco con uno slancio
- Dove pensi di andare? - la prendo in braccio e la butto letteralmente sul letto che domina nella stanza microscopica.
Mi guarda eccitata Elvira, non ha più scampo
-Sei la prima -
- Cosa?! -
Rido mentre inizio a spogliarla - Sì proprio così, hai capito bene. Sei la prima e se tanto mi dà tanto sarai l'ultima - mentre le sfilo la gonna inizio a baciarla con una passione che sa di necessità, di urgenza.
- Lucio io? - i miei occhi sono su di lei e la fisso per alcuni minuti poi la porto su di me capovolgendo le posizioni ed inizio ad accarezzarle i capelli - Quando ero ragazzo uscivo con tante ragazze, ci baciavamo e basta allora, ero piccolo per andare oltre. Mi sarei sentito in imbarazzo a portarle qui, poi è arrivata Monica e lei era troppo con la puzza sotto il naso, non avrebbe apprezzato e avevo paura del suo giudizio, ci sarei rimasto troppo male. Poi... -
Faccio un lungo respiro ed è Elvira ad iniziare ad accarezzare i miei capelli e a sfiorare i contorni del mio viso fino a soffermarsi sulle mie labbra - Poi? - quasi mi sussurra.
- Poi è arrivata Noemi e l'amore, ma non ho avuto il tempo... ieri mentre sono venuto qui a sistemare la stanza, mi sono reso conto di quanto avrebbe apprezzato il mio posto speciale e... non ci posso credere di non averla portata qua, di non avere fatto in tempo - prende a baciarmi Elvira, è dolce e passionale allo stesso tempo, è come se volesse alleviare il mio dolore, cancellare il mio malessere.
- Lucio, perché io? -
- Perché sei importante, perché non ti voglio perdere, perché mi fai star bene, perché non c'è un perché ma... io ti amo e voglio tu non vada via, mai -
Elvira mi sorride felice - E dove vado? Lucio io non so se lo merito il tuo amore, sono scostante, sono un vero casino ma una cosa l'ho capita, ti amo anch'io e la voglio la nostra storia, voglio te! -
La faccio rimettere con la schiena sul letto e non ho più tempo di aspettare, niente candele accese, niente atmosfera. Ci siamo noi con la nostra voglia di perderci nei nostri corpi, e chi se ne frega sia ora di pranzo, la spoglio completamente e nei nostri sorrisi maliziosi e i nostri occhi affamati ritrovo quella passione che non si può fermare, che non può aspettare.
In pochi minuti siamo nudi e avvinghiati, sudati con i respiri corti e le mani che iniziano a conoscere a memoria i nostri punti caldi.
All'apice del piacere mi accascio su di lei e ancora affaticati ci fissiamo intensamente, nessuna protezione e nessun pentimento, ce lo siamo detti e l' abbiamo fatto l'amore, fino infondo.

La casa sull'albero... un posto veramente speciale 💏🔥

Cercami nei papaveri (#2 Book)Where stories live. Discover now