🧬 4. Porte in faccia

1.5K 139 179
                                    

Pensavo avrei vissuto bene assieme a lei
Ma per stare con Linda servono i cojones
Quando vorrei dormire all'alba delle sei
Linda mi tiene sveglio, niente buenas noches
- Emis Killa, Linda

🎬🎬🎬

Suona il campanello e Blu, il mio relitto di cane, non mi avvisa neanche per sbaglio.

Se ne sta spiaggiato sulla cuccia, a guardarmi capitombolare per le scale dalla fretta, vagamente divertito dal mio dolore, ma tutto sommato annoiato dalla vita. Un tempo era attivo, ora è solamente una carcassa che respira. 

"Grazie, sai" gli dico, rimettendomi in piedi dopo la scivolata. "Grazie davvero, inutile lopide."

Blu sbuffa e si volta dall'altra parte.

Quando apro la porta sono un po' acciaccato, ma per fortuna presentabile. Nonostante abbia dormito fino a mezzogiorno, mi sono dato da fare per realizzare seriamente mio documetraggio e quindi almeno non sembro appena rotolato giù dalle coperte.

Non so perché me ne freghi così tanto, comunque, dato che alla porta è solo Fabio.

È venuto con una rosa rossa incelofanata assieme a un rametto di gipsofila. L'avrà pagata minimo undici euro, quindi è ancora più povero e incazzato del solito. Nell'altra mano stringe il guinzaglio rosa a borchie della sua immonda cagnolina. È piccola, con il pelo lungo a ciuffi spastici e una paresi sulla parte superiore del muso che la fa sembrare costantemente in procinto di sbranarti. Si chiama Lupa, perché non era già abbastanza brutta per avere anche un nome ignorante.

Ma che ci volete fare; Fabio tifa Roma.

"Mamma mia" commento infatti, quando lo vedo compreso di fiori, cane e una sciarpa giallo-rossa che non si capisce bene se sia appena uscito dallo stadio, oppure dalla casata Grifondoro.

"Non cominciamo" mi redarguisce subito, senza nemmeno aspettare il mio consenso per entrare. Si fa strada - ovviamente senza pulirsi le scarpe - e tira Lupa per il guinzaglio, facendole strisciare gli artigli sul parquet. Perché Lupa non vorrebbe affatto entrare, ma Fabio fa come se fosse a casa sua, si piazza in mezzo al salotto, si srotola la sciarpa dal collo e poi la getta sul divano dicendo: "Ciao Blu, felice giornata del cazzo anche a te".

Blu e Lupa si ringhiano un 'ossequi, nemico' e poi come al solito si annusano l'ano.

Sorrido appena, scuotendo la testa per i modi di Fabio e la sua fauna, e il pessimismo cosmico da cui sono avvolti. Poi guardo verso le scale e senza darmi la pena di fare qualche passo, urlo a pieni polmoni: "Caterinaaaaaa! C'è Cicciobombo! È venuto a portarti una rosa! Se non l'accetti, ti trasformerai in una bestia!"

Fabio fa finta di ridere, mentre si accende la tv e borbotta tra sé: "Tanto non scenderà mai. E Cicciobombo te lo infili nel culo, ok?"

"Piccolo rabbioso, posso offrirti qualcosa da bere?" gli domando mentre ciabatto verso la cucina.

"No" replica senza ringraziare.

Ma io esco comunque con un vassoio provvisto di Coca Cola e due bicchieri. Lo poso sul tavolo, verso il liquido fino all'orlo di entrambi i recipienti e poi prendo posto sulla poltrona di fronte a Fabio. Ha sintonizzato su Real Time: c'è quello spaventoso parrucchiere che va di moda tra i VIP.

Allungo uno dei due bicchieri verso l'altro capo del tavolino: "Bevi ché devi crescere" lo invito. "Magari in altezza e non in larghezza, se puoi."

Fabio assottiglia gli occhi e mi rivolge una smorfia da reginetta del ballo: "Rico si è dimenticato il cazzo dentro al tuo culo, visto che sei così simpatico oggi?"

DNA - Dovrei Non AmartiWhere stories live. Discover now