🧬 23. Lui è il gatto e io la volpe

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- E. Bennato, Il gatto e la volpe

Sono circa le tre di pomeriggio, quando qualcuno bussa alla porta della mia camera.

Sono seduto al centro del letto con il fedele pc sulle gambe e mille schede aperte per portarmi avanti con l'editing. Raffa dovrebbe essere allo studio, mentre Cate e Fab in giro per Milano a fare i turisti, quindi chi altri potrebbe essere se non...?

"Servizio in camera."

"Avanti, è aperto!"

Mi preparo esattamente al contrario di come ci si potrebbe preparare ad un servizio in camera e, infatti, quando l'ospite si affaccia sull'uscio, mi trova in pedi sul letto con le braccia spalancate a mo' di Cristo a Rio de Janeiro.

"E se fossi veramente stato il cameriere?" sbotta chi entra, guardandomi male e scannerizzando il mio outfit da barbonaggio seriale firmato Kapindra Mode Srl.

Ma figuriamoci se potevo confondere la voce di un cameriere qualsiasi con quella di: "Ricooooo!"

Il mio urletto spastico si libera senza che riesca a mantenere la dignità. Dovrei mostrarmi scazzato e sulle mie dopo i recenti sviluppi (o meglio, passi indietro) della nostra relazione, ma appena vedo Rico entrare nella mia stanza, vestito di tendenza con la tuta lanciata da Fedez, dopo intere settimane in cui non ci incontriamo dal vivo, non ce la faccio. È troppo stiloso perché il mio cervello non si annebbi alla sua vista e, d'altro canto, mi è mancato. Mi è mancato molto.

Il mio ragazzo chiude la porta e viene verso di me, io aspetto che sia sufficientemente vicino e poi mi lancio dal letto addosso a lui. Fortunatamente Rico è un giovane alto e prestante, così mi afferra saldamente e riesce a sorreggermi in versione koala per qualche secondo, anche se per lo sbilanciamento facciamo un mezzo giro alla trottolino amoroso dudu da da da che mi fa sognare.

Come sono romantico. Mi chiedo come faccia Rico a scagarmi così tanto, se sono praticamente il ragazzo perfetto.

Va beh, ho limonato con uno sconosciuto giamaicano in preda ai fumi di un narguilé abusivo, ma questo in fin dei conti è un segreto che condividiamo solo io e voi. Non l'ho detto nemmeno a Raffa, per evitare qualsiasi malinteso. Sempre perché sono un fidanzato esemplare e voglio evitare a Rico qualsiasi tipo di futile sofferenza.

"Allora? Come stai?" mi domanda, quando ormai le sue braccia non reggono più il mio peso e mi lasciano scivolare di nuovo in posizione eretta sul pavimento.

"Me la cavo" ridacchio, tirandomi i capelli all'indietro mentre mi immagino ripreso dal di fuori. Solitamente, quando faccio quest'operazione cinematografica di defocalizzazione, mi visualizzo simile a Di Caprio con la sua stessa gestualità e la stessa mimica. Va beh, muscolo più muscolo meno. "Tu, invece? Ti aspettavo più tardi, pensavo fossi dai tuoi fino a dopo cena..."

"C'è stato qualche cambio di programma e ho pensato di farti l'improvvisata" mi spiega. "Ma ti aggiorno meglio dopo; intanto noi abbiamo una cosetta in sospeso, se non sbaglio... ho aspettato un eternità, Olli..."

La mano di Rico corre ad avvolgere calorosamente la mia guancia e mentre mi trattiene saldo nell'inclinazione a lui più congeniale, si abbassa sulle mie labbra e le dischiude passandoci in mezzo la sua lingua. Oh sì, limone di benvenuto. Ich liebe.

Ci baciamo fluentemente per almeno un minuto intero: sono talmente esaltato per la sua presenza che me ne infischio di tutta la nostra diatriba passata e delle recenti delusioni che mi ha dato. Nonché del consiglio di Raffa: ecco, quello lo ignorerò a prescindere, anche solo per il fatto che è stato prodotto da un essere sottosviluppato del genere. Andiamo, Spunta Blu che se ne intende di relazioni amorose. Ma quando mai. Ma per favore.

DNA - Dovrei Non Amartiحيث تعيش القصص. اكتشف الآن