🧬 16. Io mi oppongo

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Anche quando sogno, penso a come sarebbero riprese certe scene, da che angolatura e con quali filtri.

Nel sogno di adesso la telecamera è in prima persona, quindi praticamente rappresenta quello che vedono i miei occhi. Vedono papà che si inginocchia sul pavimento, appena fuori dallo studio del notaio, con in mano un sacchettino dai colori cacofonici. 

Quindi precisiamo subito che non è un sogno, ma un incubo.

Papà sta porgendo il sacchetto a zia Ross, la quale, commossa, lo scarta ed estrae il mio anello di legno della foresta amazzonica. "Sì, lo voglio!" se lo infila al dito e corre tutta contenta tra le braccia di papà, gridando di gioia.

"Bello stronzo, eh?" commento verso mia madre, che è comparsa di fianco a me in un momento imprecisato. Ovviamente c'è l'eco alle nostre voci, non sono mica un pivello.

"Tutti e due" conferma lei, scuotendo il suo caschetto di capelli biondi. "Tutti e due sono stronzi. Non saprei dire chi è peggio."

"Ti capisco... ci sono volte, con zia, in cui vorrei addirittura praticare la mossa dello struzzo."

"La mossa dello struzzo? Cos'è, hai iniziato qualche nuova disciplina di lotta orientale?"

"Macché, vorrei semplicemente infilarle la testa sotto la sabbia e assicurarmi che non riemerga."

"Olli... e tuo padre poi...?" si preoccupa, con cipiglio severo, perché comunque, nonostante il tradimento, le importa ancora che mio padre non soffra.

"Mio padre cosa, ma'? Non si fa mica spaventare dal rimanere senza consorte. Come hai potuto notare, per lui vale il detto: 'morto un papa, se ne fa un altro'"

"Olli."

Mamma mi redarguisce e allora me ne sto zitto, a guardare zia e papà che si sbaciucchiano, tutti felici del fidanzamento ufficiale.

"Coraggio, non devi lasciarti buttare giù da queste cose" mi rallegra a un certo punto, con il suo classico tono da positivista incallita. "Ricordati che il karma esiste, e prima o poi si vendicherà."

"Lo dici solo perché sei un desiderio represso del mio io interiore. Se fossi veramente mia madre, saresti felice di vedere tuo marito e tua sorella felici. Ci posso scommettere."

"Beh, allora, se sai che tua madre vorrebbe questo, perché non puoi accettarlo anche tu?"

Guardo mamma, o chi per essa, dritta negli occhi. Verdi come i miei, leggermente a mandorla come i miei, ipnotici come i miei. Dio, che spreco che sia morta...

"Perché io non sono lei" le rispondo. "Non riesco a vedere il bicchiere totalmente pieno, sempre, fastidiosamente, come faceva anche quando se ne stava a deperire su un letto d'ospedale. Io non sono lei e per me questo matrimonio è solamente un'enorme mancanza di rispetto. Non riesco a vederci nulla di positivo, non lo accetterò mai."

Mamma mi ride in faccia. E poi ride e ride e continua a ridere, finché non diventa qualcuno di completamente diverso, la cui risata si ripete da sempre nella mia testa.

"Olli, sei davvero esilarante!"

"Raffa, che vuoi? Perché sei nel mio sogno?"

"Perché io sono ovunque sia tu, questo dovresti saperlo."

"Wow, che bello" commento con sarcasmo, mentre mi accorgo che non siamo più dal notaio, bensì nel bagno di casa nostra. Così, preoccupato, mi volto di scatto verso il suo corpo e realizzo che è nudo. "Oh, no... non di nuovo!"

"Che cosa?" continua a ridere mio cugino.

"È l'ennesima volta che sogno te nudo nel nostro bagno. Ti prego, basta! Vattene via! Dissolviti, visione demoniaca!"

DNA - Dovrei Non AmartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora