🧬 9. Crollo emotivo

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La serata è stata bella. Troppo bella. Di un bello a cui non sono abituato e che mi sta confondendo.

Data la spiacevole interruzione di oggi pomeriggio, Rico mi ha chiesto di uscire a cena per provare un ristorantino imperdibile e per... ehm... per riprendere il filo del discorso.

Così, mentre Raffa registrava fino a tardi assieme a Jackpot, io e lui abbiamo fatto esattamente tutto quello che si fa durante un vero appuntamento. Cenetta a lume di candela, mano nella mano, passeggiata in centro a Milano e poi un'altra visitina allo studio, nell'appartamento di Jack all'ultimo piano, di cui Rico, ovviamente, possiede le chiavi.

L'abbiamo fatto comodamente sul letto a due piazze e Rico mi ha dedicato tutto il tempo necessario. Certo, a volte è stato poco ortodosso e leggermente tirannico, ma da regista malinconico, avrei comunque descritto il tutto in scene voluttuose di sesso e lenzuola, a metà tra il soft porn e Rose e Jack dell'automobile. Avrei messo il filtro seppia verso la fine, inquadrando i nostri piedi scossi da un fremito nell'apice del rapporto.

Che talento.

A fine serata, ero contento. Non riuscivo a trovare un dettaglio che non mi fosse piaciuto, qualcosa che fosse andato male, nemmeno qualche sospetto sulla possibile cotta di Rico per Raffa. Ma sopra ogni cosa, stasera non riuscivo ad accettare l'idea che Rico fosse solo sesso. Forse lo è stato la prima volta. E la seconda, sì. Ma la terza... e la quarta? No, la quarta era già qualcosa di diverso.

Non voglio una storia d'amore, non voglio innamorarmi.

Dio, ti prego, fa che non mi stia innamorando. Sono davvero brutto da vedere, quando mi innamoro. Ma proprio molesto.

Possiamo chiederlo ai pochi ex eletti con cui è capitato, ma forse è meglio di no, perché ora sono tutti ricoverati in una clinica psichiatrica nell'intento di risanare il cratere affettivo che ho lasciato in loro.

Ovviamente scherzo. Non mi cagava nessuno. Pace.

Rientro in hotel fluttuando sulla mia nuvoletta rosa di romanticismo. Quando apro la porta della nostra stanza, per poco non mi accorgo che c'è Raffa fuori sul balcone, nonostante siano le tre di notte e, per di più, febbraio.

Abbiamo uno sputo di terrazzo firmato Ibis Hotel e io non capisco che ci faccia quell'incosciente affacciato al traffico milanese, con la giacca aperta sulla sua sacra gola e i capelli mezzi legati alla GRWM di Carlitadolce. È di spalle, quindi non posso dirlo con certezza, ma a questo punto sospetto due cose: o si è ubriacato a bestia e ora si è messo a salutare tutte le Giulietta di passaggio credendosi un Romeo dell'automobile (non che sia mai successo), o si sta facendo una canna. 

Per il momento decido di non indagare. Magari si sente una fangirl dopo aver finalmente conosciuto il suo idolo e ha deciso di smaltire così, da solo, facendo arieggiare il neurone.

Ah, una piccola parentesi: ovviamente l'erba ce la passa gratis Shishir Kapindra, il mercante indiano, come ringraziamento per non averlo ancora denunciato. Ci tenevo a precisare, per non far passare il messaggio di me e Raffa così ricchi da poterci permettere questo lusso... mica facciamo Ottaviani di cognome. Chiusa parentesi.

Così, entro in camera, mi spoglio e mi vesto con la tuta per essere già pronto a rincasare nel mattino. Ridendo e scherzando, abbiamo il treno fra sole sette ore. Quindi finisco di sistemare lo zaino e mi preparo per dormire. Solo che nel frattempo sono passati altri dieci minuti nei quali Raffa non si è schiodato dalla sua posizione.

Sta forse meditando di buttarsi?

Aspettate, che vado ad aiutarlo. 

Una spintarella fraterna, nulla di che, senza complimenti.

DNA - Dovrei Non AmartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora