🧬 14. Confuso e che confonde

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Alla fine il mio piano ha funzionato: abbiamo montato il ruotino di scorta e riportato a casa papà prima che zia ritornasse. Lui si è spaparanzato sul divano a pancia all'aria come se nulla fosse. Lei non ha avuto il minimo sospetto.

Alla perplessità di zia Ross di fronte a Raffa che russava rumorosamente sul letto alle undici di sera, evento mai verificato nemmeno quando un coprifuoco ce l'aveva sul serio, abbiamo semplicemente inventato che il concerto era finito presto e che ne era uscito distrutto. 

Più difficile è stato invece spiegare come mai Blu, il cane radicato alla sua cuccia, girasse per casa a montare con foga ogni oggetto tridimensionale, comprese le nostre gambe. Una cosa che ho dimenticato di fare dopo aver versato le pastiglie di Viagra a terra è stato raccoglierle, e fortunatamente tre su quattro si sono infilate sotto il divano. La rimanente ha donato un paio d'ore di fuoco anche all'inutile lopide.

L'ho sempre detto che lui e Raffa sono connessi da un fil rouge come Spiderman al suo ragno... è qualcosa di poetico.

E a proposito di poetico, ora che tutti i membri della famiglia si sono sedimentati nei loro nidi, mi ritrovo di nuovo davanti alla porta con Fabio. Sta per tornare al Ciorra a recuperare Cate, poi si fermeranno a dormire da lui: anche questa parte del piano è coperta, perché diremo a mia cugina che Fab si era semplicemente appartato con un tizio, fuori dal locale. Non avendolo visto sparire con la macchina, non sospetterà nulla e sicuramente entro domattina si sarà già dimenticata che io e suo fratello esistiamo.

"Grazie di tutto, Fab. Davvero."

"Grazie a te per aver voluto condividere le nudità di tuo cugino anche con me."

"Non lo saprà mai" lo minaccio.

"No, ma comunque bel pisello."

"Vero? Un po' storto, ma insomma..."

"Apprezzabile."

"Degno."

Fabio sorride stendendo le labbra contornate dal Mac malva effetto satinato, poi accenna alla porta che non sto aprendo.

"Oh giusto..." mi ridesto, armeggiando con le chiavi. "Buon ritorno all'inferno."

Fabio fa per uscire, ma poi si trattiene qualche secondo sull'uscio e si volta, timidamente: "Vuoi che... insomma, ho la macchina, vuoi che ti dia uno strappo al Ciorra così puoi... insomma... parlare con Rico?"

Sorrido perché sembra così tenero e impacciato da farmi simpatia. 

"No, grazie" declino, gentilmente. "Non è il momento giusto per tornare da Rico."

"Sarà preoccupato."

"Non ci scommetterei."

"Oh..." Fab guarda in basso, gli occhi pesantemente truccati che appaiono molto più espressivi del solito. Chissà se gli dispiace veramente, o se sta gioendo della mia crisi di non-coppia.

"Ok, allora... beh, 'notte."

"'Notte."

Fabio esce senza aggiungere nient'altro, camminando in modo estremamente sicuro su quei tacchi chilometrici, le paillettes del vestito che fanno smorfia ai lampioni.

"Ah, Fabulous?" lo richiamo, prima che apra la portiera della sua carovana scassata.

"Sì?"

"Aveva ragione Cate. Quei tacchi ti stanno da dio."

Fab sorride, si nasconde di nuovo sotto le ciglia finte e poi sale in macchina. Non sono solo un ragazzo confuso, ma sono anche un ragazzo che confonde. 

DNA - Dovrei Non AmartiTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon