Capitolo 3

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- Allora se semo capiti signorì? – domandò il proprietario del ristorante, Giovanni, rivolgendosi a Giulia, che annuì con il capo.

- Ci vediamo questa sera alle sette per iniziare a preparare i tavoli! Mi raccomando camicia bianca e pantaloni neri, i capelli legati. Nu fa tardi perché sennò cominciamo male! –

- Ma certo non si preoccupi, sarò puntualissima! – lo rassicurò la ragazza con un sorriso.

- Sia chiaro non ti sto assumendo, è solo una serata di prova! – disse l'uomo puntandole un dito contro. Giulia annuì nuovamente, senza togliersi il sorriso dal volto.

- Allora a questa sera! – salutò educatamente, ottenne in risposta solo un cenno del capo e poi uscì dal locale. Il suo unico problema era trovare i mezzi per arrivare alla trattoria senza fare tardi. "Magari Laura può prestarmi la macchina, visto che esce questa sera!" pensò avviandosi alla fermata degli autobus più vicina, a piedi ci avrebbe messo all'incirca un'ora ad arrivare. L'importante però era che qualcosa finalmente l'aveva trovata. Mentre stava salendo sull'autobus, il suo telefono prese a squillare.

- Pronto? – rispose, pigiando sul tasto delle cuffie.

- Ciao Giulia! – salutò dall'altro capo, sua sorella Anna.

- Ciao sorellina, come ti vanno le cose? – chiese felice, la ragazza.

- Abbastanza bene, un po' stanca! A te invece, tutto bene a Roma? – domandò a sua volta la sorella.

- Sì, direi di sì, oggi ho trovato una specie di lavoro in una trattoria. Inizio questa sera, ma come serata di prova. Se vado bene mi assumono! – rispose.

- Beh, buono almeno hai un'entrata, seppur piccola! – disse Anna.

- Eh già! Volevi dirmi qualcosa? – chiese Giulia.

- Sì, oggi sono andata dal ginecologo! –

- Tutto bene spero! –

- Sì sì, ci ha confermato il sesso! – rispose la sorella. – Ѐ una femmina! – le disse, con voce tremante.

- Proprio come... - si lasciò sfuggire Giulia.

- Come aveva detto la mamma! – concluse per lei Anna e sentì la voce di sua sorella che s'incrinava.

- Per cui avremo la piccola Aurora! – disse la bruna con un mezzo sorriso sulle labbra, mentre sentiva la sorella mugugnare in assenso.

- Ora ti devo lasciare, è orario di pranzo e Fabio sta per tornare dal lavoro, ed io non ho preparato ancora nulla. Ci sentiamo sorellina, mi raccomando a te! – si affrettò a chiudere la telefonata Anna.

- Certo e tu non affaticarti troppo! – si raccomandò l'altra prima di chiudere. Sua sorella le mancava troppo, come tutto il resto d'altronde. Sarebbe mai riuscita veramente ad andare avanti? Con gli altri faceva la forte, ma dentro si sgretolava giorno per giorno. Come avrebbe fatto a sopravvivere, non lo sapeva neanche lei!

***

- Addirittura in anticipo! – disse Giovanni, appena vide Giulia arrivare.

- Le avevo detto che sarei stata puntuale! – rispose la ragazza con un sorriso. L'uomo ricambiò annuendo con il capo.

- Vieni, de qua puoi lasciare la borsa! – le indicò una porta vicino alle cucine.

- Allora, te ricordi tutto quello che t'ho detto stamattina? – chiese il proprietario. Giulia annuì, con veemenza. – Bene allora a lavorà! – disse indicandole i tavoli da apparecchiare. – Damose na mossa gente, che sta sera tenemo tutto prenotato! – gridò rivolgendosi a tutti gli altri, per poi scomparire in cucina. La ragazza si avvicinò al carrello delle tovaglie e ne recuperò una decina, iniziando a sistemare la prima.

Piccola Stella // UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora