Capitolo 57

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- Che vuol dire che non puoi venirmi a prendere? – domandò Giulia, quasi strillando, facendo voltare tutti quelli presenti alla fermata dell'autobus. Era appena scesa dal pullman che l'aveva portata da Campobasso a Formia. Purtroppo, Stefano non era riuscito a prendersi la giornata per andare assieme alla laurea di Nunzio, così si era dovuta organizzare diversamente.

- Giulia siamo bloccati a Napoli dal temporale, ma guarda che non ti lasciamo alla fermata! – le disse Laura dall'altro capo del telefono.

- Ah sì, e sentiamo chi mi dovrebbe venire a prendere? – domandò stizzita.

- Io! – qualcuno alle sue spalle rispose spaventandola. Si voltò di scattò trovandosi Niccolò che le abbozzava un sorriso.

- Niccolò dovrebbe essere arrivato! – sghignazzò Laura sentendo il silenzio dell'amica.

- Questa te la faccio pagare! – disse a denti stretti la castana mentre riattaccava il telefono. "Che bello scherzo che mi hanno organizzato!" pensò infastidita mentre trucidava con lo sguardo Niccolò.

- Allora vogliamo andare che sta iniziando a piovere anche qui? – domandò battendo fra loro le mani e chinandosi a prendere il borsone della ragazza.

- Preferisco cercarmi un albergo, piuttosto che salire in macchina con te! – disse Giulia togliendogli il borsone dalle mani e iniziando a camminare alla ricerca di un taxi. "Quando ci si mette è davvero stronza!" pensò Niccolò scotendo il capo. Il ragazzo sbuffò, cercando di mantenere la calma e poi la seguì prendendole il borsone dalle mani, mettendoselo in spalle.

- Cercati pure un albergo. Ma voglio vedere come devi fare visto che tutta la tua roba me la porto io! Ciao! – disse iniziando poi a correre verso la macchina, coprendosi la testa con il cappuccio della felpa, per via della pioggia che iniziava ad aumentare. Giulia rimase lì a fissarlo, sbigottita, mentre Niccolò metteva il suo borsone in macchina.

- Che figlio di.... – borbottò stringendo i pugni. Un tuono squarciò il cielo facendola rabbrividire, ed in meno di un secondo si ritrovò anche lei a correre verso la macchina. Niccolò sorrise nel vederla raggiungerlo, gongolando dentro di sé. Giulia aprì di scatto la portiera dell'auto e ci si fiondò dentro, voltandosi verso il moro.

- Certo che sei un vero stronzo sai? – disse innervosita, strizzandosi fra le mani le ciocche bagnate dei capelli.

- Tu non sei da meno, sappilo! – rispose il ragazzo mettendo in moto. Spugna dai sedili posteriori si mise con la testa in mezzo fra i due, iniziando a leccare la faccia di Giulia, facendole le feste.

- Sì, bel cagnolone, sono felice anch'io di vederti! – rise la ragazza mentre gli carezzava il testone. Niccolò guardò la scena con la coda dell'occhio lasciandosi sfuggire un sorriso.

- Perché ridi? – chiese con tono duro lei. La rapidità con il quale cambiava tono di voce ed espressione, quando parlava con lui era impressionante.

- Eravate carini! – rispose lui facendo spallucce, tenendo lo sguardo fisso sulla strada.

- Non potevano venire Stefano, Flavio o Gianmarco a prendermi? – domandò stizzita la ragazza, incrociando le braccia al petto e fissando dritta davanti a sé.

- Non ci sono! – rispose subito Niccolò. Giulia si voltò a guardarlo strabuzzando gli occhi.

- Cosa? – chiese inorridita.

- In realtà non c'è nessuno alla casa al mare! – rispose il ragazzo, cercando di trattenere un sorriso di soddisfazione.

- Mi prendi in giro vero? – fece lei assumendo un tono preoccupato.

- No! Siamo solo noi due, anzi tre contando Spugna! – disse Niccolò, cercando di rimanere serio.

- Perché? Perché se ne sono andati tutti? – chiese Giulia, chiudendo gli occhi e respirando profondamente, per evitare una crisi isterica.

- Flavio e Sabrina avevano una gara a Latina. Stefano e Gianmarco sono dovuti rientrare a Siena per un esame all'università. Camilla, Laura e Adriano sono andati a Napoli per non ho capito che cosa e adesso sono bloccati lì dal temporale! – spiegò, guardando fisso la strada. Giulia sbuffò spazientita, maledicendo i suoi amici in primis Laura che sapeva essere l'artefice di questo piano stupido. Come avrebbe fatto a stare da sola con Niccolò senza cedere alle tentazioni?

- Io vado a dormire dai suoceri di mia sorella! – disse poi, trovando la soluzione ai suoi problemi.

- Non ci sono nemmeno loro! – rispose repentinamente il moro.

- Dio santo perché? – gridò innervosita.

- Azzurra ha fatto la peste che voleva i genitori, così questa mattina sono rientrati a Napoli per accontentarla! Rientrano fra due giorni! – spiegò.

- Voglio morire! – piagnucolò Giulia.

- Non ricordavo che stare sola con me ti creasse tutti questi problemi! – disse Niccolò acidamente, mentre svoltava per entrate nel parco.

- Mi prendi per il culo? – si voltò di scatto lei, infuriata come non mai. Niccolò sostenne lo sguardo, con espressione dura. Il silenzio calò nell'abitacolo della macchina, rendendo la situazione anche un po' imbarazzante.

- Ti conviene starmi alla larga questa notte! – lo additò Giulia, mentre il ragazzo spegneva la macchina nel vialetto vicino la casa.

- Non farti strane idee, neanche io sono felice di questa situazione! – rispose a tono lui.

- Allora ognuno per fatti suoi, facciamo finta che l'altro non esiste! – disse la castana.

- Va benissimo! – alzò appena il tono della voce Niccolò.

- Non una parola! – continuò Giulia, aumentando anche lei il tono.

- Ho capito, non c'è bisogno che lo ripeti! – gridò il ragazzo.

- E non urlare! – disse allo stesso tono lei.

- Sei tu che urli! – gridò ancora Niccolò, mentre Spugna guardava la scena impaurito e si faceva piccolo piccolo nei sedili posteriori, ad orecchie basse.

- Io urlo perché urli tu! – disse Giulia ancora con la voce alta.

- Finiamola qui! – fece duro Niccolò.

- Bene! – rispose Giulia slacciandosi la cintura e facendo per aprire la portella.

- Bene! – gridò Niccolò, imitandola. I due sbatterono contemporaneamente le portiere della macchina.

- E prenditela da sola la valigia! – urlò Niccolò, mentre si copriva la testa e correva verso l'ingresso con Spugna al seguito.

- Stronzo! – rispose di rimando Giulia. Prendendosi il borsone e correndo verso la porta di casa che il ragazzo le sbatté in faccia. Giulia la riaprì velocemente, dirigendosi verso la sua camera, mentre Niccolò, dal lato opposto del corridoio faceva lo stesso. I due si voltarono a guardarsi per poi sbattersi in faccia le rispettive porte.

- Vaffanculo! – borbottarono, ignari, contemporaneamente.

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Angolo autrice

Salve genteeeee eccomi tornata con un nuovo capitolo. Diciamo che in realtà questa è la prima parte di un capitolo più lungo, ma ho preferito dividerli. Nel prossimo vedrete cosa accadrà ahahha. Questi due sono così scemi alle volte, litigano per nulla quando potrebbero semplicemente parlarsi e provare a chiarire. Beh vi lascio adesso e ci vediamo alla prossima :)

Piccola Stella // UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora