Capitolo 16

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Niccolò sentiva una specie di ronzio nelle orecchie e la voce di Stefano, che continuava a spiegargli la situazione, gli arrivava ovattata. Era sconvolto, esterrefatto, turbato non lo sapeva nemmeno lui. Non riusciva a capire perché Giulia gli aveva mentito.

- Hanno parlato di psicologia del lutto! – disse Stefano riportandolo alla realtà.

- Hanno? Chi? – biascicò Niccolò, appoggiandosi alla panchina. Aveva bisogno di sedersi, le gambe gli tremavano.

- I dottori, lo psicologo! – spiegò l'altro sedendosi accanto a lui. - Hanno detto che è un meccanismo di difesa, che la sua mente attua per.... Per darsi una spiegazione! – disse passandosi nuovamente le mani sul volto.

- Per lei è impossibile pensare che sua madre si sia... beh abbia fatto quello che ha fatto, così la sua mente ha elaborato l'idea che sia morta per un incidente! – continuò fissando il vuoto. – All'inizio non parlava con nessuno, non mangiava, non aveva emozioni era come un guscio vuoto. Poi a poco a poco sembrava si stesse riprendendo! –

- Come avete scoperto... - Niccolò prese un respiro profondo, la situazione era più complicata di quanto si immaginasse – come avete scoperto la storia dell'incidente? – disse poi.

- Giulia lavorava come infermiera al pronto soccorso del policlinico di Napoli – iniziò a spiegare Stefano – Era passata all'incirca una settimana e ci fu un brutto incidente. Un ubriaco non si era fermato al semaforo ed aveva investito una donna. Fu immediatamente trasportata in ospedale e quando arrivò Giulia iniziò ad occuparsi di lei! Non si è capito cosa è successo, ma si è bloccata. Non riusciva a muoversi e nel trambusto della situazione la donna morì! Diceva di aver visto il volto di Maria, sua madre e che... ha avuto un blocco. E da allora è iniziata la storia dell'incidente! Ha mollato il lavoro, gli amici, me. Così l'ho portata, in accordo con sua sorella, da uno psicologo, ma non è stata tanto felice! – raccontò Stefano, rivivendo con la mente quei giorni.

- Ma lei sa? Voglio dire è consapevole che sua madre si è.... – Niccolò non riusciva neanche a pronunciare quelle parole. Non poteva immaginare come si sentisse Giulia. Se fosse successo a lui, non sapeva come avrebbe reagito.

- Sì, lo sa! – annuì il giovane medico.

- Allora perché torturarsi così? Perché inventarsi una storia? –

- Perché non riesce ad affrontare la realtà! Oh, almeno così è che ha detto lo psicologo, in quelle due volte che ci è andata! –

- E tu l'hai lasciata sola? – Niccolò si voltò furioso verso Stefano.

- Io, io ho provato a starle accanto, ma era così frustrante era come stare accanto ad una bambola di pezza. Non parlava, non mangiava era... -

- Un motivo in più per starle accanto! – gli disse il moro alzandosi e guardandolo dall'alto in basso.

- Tu non capisci, non c'eri, non l'hai vista autodistruggersi. Buttare all'aria la sua vita, io sì! –

- No, non c'ero, ma ci sono adesso e giuro su Dio che farò di tutto per aiutarla! – lo ammonì fulminandolo con gli occhi. Stefano fece per controbattere ma fu bloccato da un'esile figura alle spalle del cantante.

- Ehi! – Giulia, aveva visto i due parlare da lontano e si era avvicinata con un sorriso stanco sul viso. Niccolò sobbalzò al suono della sua voce, cosa che le mise pensiero.

- Tutto bene? – domandò vedendo il viso, pallido e sconvolto del moro. Niccolò la guardo fugacemente prima di annuire.

- Vai a casa? – chiese Stefano prendendo in contropiede il mutismo del cantante, alzandosi e mettendosi di fronte a Giulia, relegando Niccolò a lato.

- Sì, ho bisogno di una doccia e... - Giulia trattenne uno sbadiglio, per non far vedere la sua ugola ai due ragazzi.

- Scommetto che non hai dormito questa notte! – sorrise dolcemente il medico mentre le portava una ciocca, sfugitale dall'elastico, dietro l'orecchio. Niccolò si ritrovò a stringere i denti e i pugni, ricordandosi che si erano ripromessi di essere amici e quel suo atteggiamento non era proprio tipico di un amico. Giulia si schiarì la voce, imbarazzata dal gesto di Stefano e fece un passo indietro.

- Non molto in realtà! – bofonchiò rossa in viso. Era innegabile per lei il fatto che Stefano le facesse un certo effetto. Dopotutto erano stati insieme sei anni e non si erano lasciati da molto.

- Se vuoi posso farti compagnia questa sera!? Ricordo che odi dormire da sola in casa! Resto il tempo necessario per farti addormentare! – le sussurrò suadente.

"Ora gli spacco la faccia! Giuro che gli spacco la faccia!" pensò Niccolò, mentre le sue nocche diventavano più bianche di un lenzuolo e le unghie affondavano nei palmi.

- Non ce n'è bisogno! – rispose frettolosa Giulia – Devo andare, ciao! – salutò trafelata, incespicando nei suoi stessi passi, mentre si avviava alla macchina. Stefano la guardò con un sorriso beffardo, tronfio del fatto che la metteva ancora in imbarazzo.

- Non sprecare il tuo tempo ad inseguirla! – disse volgendo lo sguardo a Niccolò, sicuro di sé. – Tu non la conosci affatto e poi... - gli diede le spalle recuperando le sue cosa dalla panchina – Lei ama ancora me! – concluse dandogli una spallata e andando via. Niccolò si voltò pronto a prenderlo per il colletto ma, si bloccò tirando un pugno all'aria. "Te faccio vedè io stronzo!" pensò, recuperando le chiavi della sua auto e si avviava al parcheggio con un'idea che gli frullava in testa.

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Angolo autrice

Ecco cosa è successo alla madre di Giulia, in linea generale, prometto che nei prossimi capitoli vi spiegherò meglio del perché di questo gesto. Cosa balena nella testa di Niccolò? Vi assicuro che le cose inizieranno a prendere dei risvolti interessanti. 

Piccola Stella // UltimoWhere stories live. Discover now