Capitolo 41

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- Addio alla serata romantica! – sospirò Giulia, quando entrò in camera da letto dove Niccolò la stava aspettando. Peccato che il moro, nell'attesa, si fosse addormentato come un ghiro, con una gamba fuori dal letto, il busto poggiato alla testiera, la testa piegata leggermente di lato e le mani braccia incrociate. La ragazza lo osservò intenerita. Il respiro lento, l'espressione rilassata, sembrava così sereno. Giulia gli si avvicinò cautamente, per sistemarlo meglio, in modo tale che dormisse comodo. Poi spense la luce del comodino e gli si stese accanto, posando una mano sul suo cuore, restando in ascolto del suo battito. Niccolò si mosse di colpo, voltandosi completamente verso di lei e portando una mano a cingerle la vita, come se sapesse che fosse lì. Giulia sorrise e gli si fece più vicina, accarezzandoli dolcemente una guancia, prima di lasciargli un bacio sulle labbra.

- Buonanotte, amore mio! – gli sussurrò, stupendosi da sola di come lo aveva chiamato. Possibile che si fosse già innamorata di lui in così poco tempo. "L'amore guarda non con gli occhi ma con l'anima!" pensò, era una frase di William Shakespeare che sua madre le ripeteva sempre e le sembrava assurdo, ma in qualche modo sentiva che lei e Niccolò fossero legati dal profondo. Scosse lentamente il capo, per poi incastrarlo nell'incavo del suo collo. Doveva darsi tempo e non essere precipitosa, si disse per poi chiudere gli occhi ed addormentarsi.

***

Niccolò era poggiato allo stipite della porta della cucina, con braccia e gambe incrociate, mentre guardava Giulia, ignara della sua presenza, armeggiare ai fornelli. Quando si era svegliato, la ragazza non c'era al suo fianco, l'ultima cosa che si ricordava era che si era steso sul letto ad aspettarla, poi vuoto totale. Anche se una frase gli rimbombava nella testa: buonanotte amore mio! Aveva la sensazione che fosse stata Giulia a pronunciarla, ma non ne era sicuro. Scosse il capo alzandosi dal letto e poi la sentì canticchiare in cucina. Silenziosamente l'aveva raggiunta ed era rimasto sulla porta ad osservarla. Giulia indossava le cuffiette e canticchiava, mentre preparava la colazione. Ogni tanto si muoveva a tempo di musica, improvvisando un balletto a piedi nudi, il ché lo faceva sorridere ancora di più. Le si avvicinò, abbracciandola per la vita facendola sobbalzare. Giulia si tolse le cuffiette si voltò di scatto, restando fra le sue braccia.

- Mi hai spaventata! – lo riprese, dandogli un leggero pugno sul petto. Aveva ancora addosso i vesti di ieri sera, tanta la stanchezza che non era neanche riuscito a spogliarsi. Niccolò rise e le si avvicinò lasciandole un lungo bacio sulla guancia sporca di cioccolato.

- Cosa fai? – le chiese senza lasciarla andare.

- Preparavo la colazione. Hai lasciato casa vuota, così sono andata a fare la spesa e mi è venuta voglia di fare un dolce! – rispose lei, voltandosi e tornando ad impastare con la frusta. Niccolò le si spalmò letteralmente sulla schiena, mentre le lasciava dei baci sul collo.

- Dai così mi distrai! – rise lei, provando ad allontanarlo, senza alcun successo. – Non hai fame? – gli chiese, mentre spostava l'impasto dalla ciotola alla teglia da infornare.

- In verità sì, ma di altro! – rispose lui, con voce roca, cercando di apparire suadente. Giulia lasciò perdere la teglia e con il viso rosso ed un sorriso imbarazzato, appoggiò la testa sulla spalla di Niccolò, mentre lui la teneva sempre più stretta al suo corpo.

- Hai perso la tua occasione ieri sera! – disse la ragazza, mordendosi le labbra quando Niccolò iniziò ad accarezzarla dolcemente, tirando su la maglietta ed infilandoci le mani sotto. Il ragazzo non le rispose, conscio oramai di averla in pugno. La fece voltare di nuovo, chinandosi sulle sue labbra e iniziando a baciarla con foga. Giulia si diede una leggera spinta e allacciò le gambe attorno al suo bacino. Niccolò si voltò e la fece sedere sul tavolo alle loro spalle, intrufolandosi fra le sue gambe. Si staccarono appena per riprendere fiato e Giulia ne approfittò per arrotolare i bordi della maglietta di Niccolò e tirarla via, lasciandola poi cadere ai loro piedi.

- Mi piace quando prendi l'iniziativa! – soffiò sulle sue labbra Niccolò, maliziosamente. Giulia rise e gli tirò il viso tornando a baciarlo. Il ragazzo fece la stessa cosa che aveva fatto lei, con la sua maglietta, iniziando poi a baciarle il collo e percorre una scia immaginaria fino al suo seno. L'aria iniziava ad essere più calda ed entrambi man mano che i minuti passavano diventavano sempre più disinibiti, quando il campanello suonò. Giulia spalancò gli occhi, mentre Niccolò si bloccò con le mani alla cerniera dei jeans della castana. Entrambi si guardarono non sapendo cosa fare.

- Ignoriamolo! – sussurrò Niccolò, non appena un altro trillo rimbombò per la casa. Il ragazzo fece finta di non curarsene e tornò a dedicarsi alle labbra di Giulia, ma ormai non c'era più l'atmosfera di prima. Il campanello continuava a suonare distraendoli entrambi.

- Credo tu debba andare! – disse Giulia prendendogli il viso fra le mani. Niccolò sospirò, staccandosi dalla ragazza.

- Chiunque sia lo ammazzo! – borbottò fra i denti mentre si dirigeva alla porta, non curandosi di rinfilarsi la maglietta. Giulia, anche lei mortificata e un po' infastidita, scese dal tavolo e recuperò la maglia per potersi rivestire.

- Arrivo, arrivo! – gridò, intanto Niccolò, aprendo di scatto la porta pronto a mandare a quel paese, chiunque vi fosse all'esterno. Rimase bloccato con la bocca semi aperta, mentre un fulmine biondo gli si gettava letteralmente fra le braccia. Giulia si affacciò dalla cucina, sentendo strani rumori. Vide Niccolò in piedi davanti alla porta spalancata e Federica fra le sue braccia scossa dai fremiti del pianto. "E adesso che diavolo succede?!"

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Angolo autrice

e come pensa la nostra Giulia: e adesso che cavolo succede? Se lo volete scoprire commentate e votate gente che sta sera arriverà un terzo capitoloooooo. Alohaaaa

Piccola Stella // UltimoWhere stories live. Discover now