Capitolo 6

2.8K 99 3
                                    

- Assurdo, nun me pare vero! – disse sbigottito Niccolò. Stava parlando di Adriano, il suo migliore amico e del fatto che in questi due giorni lo aveva visto e sentito poco e niente, perché tutto preso da una nuova ragazza. Che tra l'altro lui era curioso di conoscere, visto l'interesse del suo migliore amico e a Giulia gli si accese un campanellino nella testa.

- Io la conosco! – gli aveva risposto e lui aveva aggrottato le sopracciglia. Così lei si era getta a capofitto nel racconto di come i loro rispettivi migliori amici si fossero conosciuti e di come anche lei fosse rimasta esterrefatta dalla cosa, scoppiando entrambi a ridere.

- Certo che il Mondo è proprio piccolo! – affermò Niccolò, mentre entravano di nuovo nel negozio di telefonini. Giulia annuì, concorde con il suo pensiero per poi prestare attenzione all'omaccione che stava dall'altro lato del bancone.

- Quanto le devo? – chiese Giulia, quando Carlo le riconsegnò il suo telefono ora con lo schermo nuovo. Alle sue spalle la ragazza non si accorse degli strani gesti di dissenso che Niccolò faceva verso l'amico.

- Ma che te stai a sentì male? – fece questi non capendo. Giulia si voltò verso il ragazzo, ed egli si portò una mano alla bocca tossicchiando un "imbecille" rivolto a Carlo.

- Va tutto bene? – domandò la bruna, piegando la testa di lato, incuriosita e allo stesso tempo preoccupata dal comportamento di Niccolò.

- Sì, certo certo! È Carlo che non ci vede bene! – rispose lui, lanciando un'occhiataccia all'amico. Giulia sorrise e tornò a rivolgersi al proprietario del negozio.

- Dicevamo? –

- Sono 120 € tondi tondi, signorì! – disse Carlo e per poco Giulia non si strozzava con la sua stessa saliva. "Forse avrei dovuto tenermelo rotto! Oppure cambiare direttamente telefono!" pensò Giulia.

- 120 €? – fece sbigottito Niccolò.

- Ao e n'da me che voi. È un Iphone, questi costano! – rispose Carlo in sua difesa. Giulia sospirò e aprì la borsa alla ricerca del portafoglio.

- Ma che fai? – le chiese Niccolò mettendole una mano sul braccio.

- Prendo il portafogli!? – domandò retoricamente e con fare ovvio la ragazza.

- Ma no io te l'ho rotto, io te lo ripago! – disse lui – Erano questi gli accordi! –

- Ma... - provò ad obbiettare lei.

- Niente ma! Ah Carlè, segnalo sul mio conto che poi passo a pagarlo! – disse rivolto all'amico. L'uomo, dal canto suo non disse nulla ed annuì sorridente.

- Tu non lavori questa sera? – chiese poi Niccolò rivolto alla ragazza. Giulia si allarmò sboccando il display del telefono per vedere l'orario.

- Sì e se non mi sbrigo perderò l'autobus! – disse ricacciando il telefono in borsa. – Ti ringrazio molto per il telefono, non avresti dovuto pagarlo tu. Troverò il modo di sdebitarmi. Grazie mille e scusatemi! – salutò tutta trafelata dirigendosi verso la porta d'ingresso, lasciando Niccolò a fissarla andare via con la bocca semi aperta come quella di chi avrebbe voluto dire qualcosa.

- Carina la ragazza! – disse Carlo, quando la porta si chiuse.

- Già! – rispose l'altro solamente.

- N'do è che deve annà? – chiese poi, incrociando le braccia al petto.

- Al trapezio due, in via Jacopone de Todi! – disse il ragazzo girandosi a guardarlo.

- Nun ce la farà mai! – rispose semplicemente Carlo rintanandosi poi, nel suo studio, nel retro del negozio. Niccolò ci rifletté su due minuti, poi guardó il suo orologio. Aveva ancora del tempo prima di incontrarsi con Adriano e gli altri. Recuperò le chiavi della macchina ed uscì dal negozio di tutta fretta. Salì sull'auto e fece il giro dell'isolato per trovarsi davanti alla fermata, dove vide Giulia che voltava lo sguardo a destra e a sinistra, preoccupata nel non vedere l'autobus.

Piccola Stella // UltimoWhere stories live. Discover now