Capitolo 35

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Ungheria - Giorno 3 (sabato mattina)



"Sei pronta?"

Afferrai il poncho che avevo preparato in precedenza e lo indossai, facendo attenzione a coprire bene lo zaino che avevo sulle spalle -con dentro macchina fotografica e obbiettivo-, poi presi il badge di riconoscimento e lo portai al collo, lasciandolo in bella vista sul petto per non avere problemi.

"Sì, ci sono!" Risposi al mio collega, mentre tastavo con il palmo della mano i jeans per accettarmi di avere il cellulare in tasca.

"Spero per te che il tempo non peggiori: non deve essere bello stare lì fuori con il diluvio."

Spostai lo sguardo verso la finestra del motorhome e constatando che le nuvole grigie fossero ancora -sfortunatamente- sopra le nostre teste, legai in modo approssimativo i capelli in un chignon disordinato.

Quantomeno eviteranno di bagnarsi.

"Ci vediamo dopo Tom, buon lavoro!" Dissi, ricevendo solo un cenno come saluto.

Non appena misi piede fuori dal complesso, sollevai il cappuccio del mio impermeabile e cominciai ad incamminarmi verso la mia postazione.
Durante il tragitto tenni gli occhi ben aperti -sia per non finire coi piedi dentro qualche pozzanghera sia per non scontrarmi con uno degli innumerevoli addetti ai lavori che sfrecciavano da una parte all'altra del paddock-, ma fu inevitabile per me rallentare il passo quando arrivai davanti al motorhome della Mercedes. Diedi una rapida occhiata all'entrata, riconoscendo subito alcuni giornalisti e ingegneri, ma sapendo di essere in ritardo m'imposi di non fermarmi.

Poi, però, dalle porte scorrevoli apparve Lewis in compagnia di Angela.

Automaticamente sorrisi nel vederlo.

Lui, invece, con il suo solito cappellino nero in testa, tenne lo sguardo basso per non essere intercettato da nessuno e cercò di scomparire in mezzo alla folla.

Sì, perché casomai nessuno ti riconosce scemo!

Sbuffai e, come altri fotografi e cameraman, lo seguii.

Me - 12.27 PM

Dove stai andando?

Gli scrissi, continuando a stare ad un paio di metri di distanza. Essendo però posizionata alla sua sinistra, notai chiaramente il momento in cui afferrò il cellulare dalla tasca.

Lewis - 12.28 PM

Box

Perché? Dove sei tu?

Me - 12.28 PM

Alle tue spalle


Lewis, appena letto quel messaggio, si fermò di colpo.

Non badando al fatto che la povera Angela lo aveva superato -fortunatamente si accorse quasi subito di essere rimasta da sola e tornò indietro-, lui si voltò e allungando il collo spostò lo sguardo da una parte all'altra per trovarmi.
Io rimasi per alcuni istanti nell'ombra, troppo divertita nell'osservare la sorpresa e l'impazienza dipinte sul suo volto e terribilmente lusingata nel constatare -in quel momento- l'assoluta indifferenza per tutto ciò che lo circondasse a parte me.

Abbassai il cappuccio, incurante delle leggere gocce di pioggia, e lo raggiunsi.

"Buongiorno!" Lo salutai, agitando un braccio.

Photograph - Lewis HamiltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora